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Dinnanzi a me
pochi centimetri d'aria e poi
il tuo volto,
e il tuo odore di trucco; dal tuo volto
per me
una poesia per farsi domande.
Tipo:
chi sei?
Perché mi hai scelto?
Cosa di me ami? Cosa in me hai visto?
Quante immagini paiono rivoltarsi attorno
rivoluzionarsi a lei così intorno, così vicina,
come satelliti, come odalische danzanti rivolte al mio sguardo,
intrecciate all'appercezione come fossero specchio.
Esso riflette chi mi sta innanzi:
Le mie domande i miei dubbi
le mie paure
ogni cosa che in te e di te vedo
ora
poco,
poco distante,
non so se siano reali
o se sia vero solo ciò ch'io non sento
o che per me latita di significante.
Ho sempre il timore ch'io sia cieco ai tuoi sguardi.
E questa è la mia follia.
Da dove proviene?
Endogeno, ristagna tra le mie membra questo senso di perdita prima d'aver perso?
O il mio osservarti dice il vero
indaga ciò che tu davvero sei
e col corpo mi dici
mentre con la bocca mi taci?
Non c'è spesso una corrispondenza
tra ciò che mi appare evidente della gente
e ciò che loro dicono d'essere.
Come si può vivere nel rodersi del dubbio?
Come ci si può sentire sicuri ch'ella ti ama
quando ogni fibra,
ogni cellula,
tutte verso lei disposte,
mi dicono:
mente! Mente!
La sua bocca mente e solo le sue membra dicono il vero
quelle braccia che non ti toccano
quegli occhi verdi e stanchi
che non si poggiano sulla mia pelle a baciarla con uno sguardo,
ma vi sorvolano lasciando cadere sui miei pori
solo gocce di giudizio e tanto disagio.
Cosa di noi è vero e cosa
è solo finzione?
Una poesia per domandarsi le cose è una poesia che non risolve nulla.
Un tempo avrei composto disordinatamente
un intruglio dei miei modi d'essere
e di come il mondo mi fa sentire insicuro
arrabbiato
perché lei non mi ama,
perché lei non mi vuole.
Oggi invece mi limito a chiedere
senza pretendere una risposta,
perch'é già ottobre ed io non so chi sei.
Sei così bella quando riesco a rilassarti
e a non farti sentire,
-poiché non c'è-
tutto il mio timore.
Sono così bello anche io quando mi contagi con la tua gioia di starmi accanto
e le tue mani me lo dicono
e la tua bocca si avvicina, così,
come siamo ora
a pochi centimetri
come se volesse baciarmi
e poi lo fa.
Sono così bello quando mi sento amato. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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