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Ogni vorta che scrivo na poesia
ce metto in mezzo tanta robba mia
c'ho che provo, c'ho che sento
ogni sentimento der momento
che m'attraversa er core,
scejenno la parola ch'è mijore.
E nun nasconno, che scrive
cercanno de fa parole, dive
me porta a na certa sofferenza
e che ce ne vole de pazienza,
E' n'interiore guera
e dà, ar tutto un senso na chimera.
Specie, mette nero su bianco
le pugnalate che me porto ar fianco
nun è pe niente facile,
perché me renne gracile,
all'occhi de la gente
ammette, che nn tutto va correttamente
insomma che quarche cosa me va storto
che nun ce cojo, che c'ho torto.
E' più facile scrive le certezze
che ammette debbolezze.
Così io che so poeta
dico che tutto quanto è seta
sorrido co la bocca
che me rifà la scocca,
e cojono prima me stesso
poi a chi legge faccio fesso,
dicenno che va tutto quanto apposto
che è n'isola serena questo posto
Come se l'importante veramente
fosse solo er giudizio de la gente!
Ed è così, che va purtroppo er mondo
che se guardi bene, infondo
manco lui è un perfetto tondo,
però te obbliga a seguì le masse
a esse er primo de la classe!
Ad esse sempre sorridente
pure se da ride nun c'hai niente
perché va coperto ogni tipo de dolore,
come se soffrì, fosse un disonore!
Così ce tange solo l'apparenza
apparì contenti fa la differenza
e annamo spesso dar dentista
pe mette sto sorriso in bella vista!
E ar sorriso quello vero, quello der core?
quanno ce pensamo? pe quello mica c'è dottore,
nessuno te l'aggiusta
così sarebbe cosa buona e giusta
imparà a volecce bene
e a guarì le nostre pene,
e se gli occhi degli amici e dei nemici
ce vedranno vinti o assai infelici
oppure talvolta j'appariremo pazzi
imparasse pure a dire: e sti gran...! | |
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