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Metodi per non dimenticare:
appuntare ogni cosa, o,
meglio,
trascrivere quel ch'è rimasto di quei momenti,
ciò che permane e s'ancora
alle reti della mia mnesi.
I nostri ricordi sono come pesci,
tra nasse raccolti,
strascinati su dal fondale dei nostri occhi,
dal crinale del nostro udito;
le cose che lì s'incagliano non son colte a caso
ma piuttosto abboccano
all'esche del nostro passato e dei desideri che su loro abbiamo costruito.
E' un processo silenzioso
Quello dell'assemblaggio di
Nuovi particolari e nuove storie alle nostre precedenti.
Ingranaggi puntuti,
puntati l'uno sugli altri a incastrarsi coi precedenti
già posti.
E dunque così s'incaglia il percetto
D'una mano tua amica a stringer la tua,
o il bacio lasciato innocente
tra l'angolo della bocca ed il punto
in cui inizia l'ombra dei miei baffi;
così s'incagliano sul ricordo d'ogni mano,
sul sentore d'ogni bacio donato,
su tutti i tremori
ed i sentimenti
di tutti i baci
e le mani già strette.
Ma nel tempo,
col tempo, le maglie della memoria si fanno
più strette, qualcuno dice,
più nuove, pens'io,
sempre cangianti e forgiate dai pesci già presi,
dalle reti ormai consumate,
da tutti quei ricordi stratificati l'uno sull'altro.
Ogni nuovo ordine, tra le nostre storie,
genera nuovi ordini
e così
nuove esche;
in ciò risiede il pericolo dello scordare:
a forza viva,
legati nuovi nodi, intrecciate nuove corde,
sono seppelliti nell'inconscio, nel non detto,
i resti dei precedenti ricordi,
la morale delle nostre storie.
Dimenticare è forse un volto nascosto
Del non voler apprendere
Le lezioni che la vita ci sbatte in faccia. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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