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| e ti svegli sola
accucciata nell'ombra
troppo lunga da calzare intera
fuoriesce da te
cade leggera sui fianchi del tuo dolore
ricuce e taglia la figura che assale
e nel buio traversa il tempo che lasci
nei ricordi a passare...
e la mano crea quelle carezze
che nella stanza profumavano di cielo
e scoprivano il mare ad ogni tuo passo
e ti tenevano in braccio
per essere sicuri di non raffreddarti
nè il respiro
nè un tuo pensiero...
e nei cassetti
nascondevi matasse di baci
intrecciati nei sorrisi della sera
ed ora sconvolta
accusi il silenzio
di averli portati via...
un'anima viva
guarda una sagoma
che rimpicciolisce nel vetro
si spinge in quel precipizio
nessun pentimento
nessuno che si avvicina
ti guardi, ti piaci, non dici nulla
e quando poi, aprirai gli occhi
e dalla nave scenderai
- sulla terra -
saprai di essere sola
in quel lontano dicembre
il cielo Piccola mia
non lo senti?
è lui che ogni notte
sta in piedi per te
non parla
non avanza se tu non lo affronti
raccoglie i sogni di creta
li rompe nel vento
e al suo cuore li inverna
non vuole perdono
abbraccia quel naturale corpo
sei una fiaba per lui
ti protegge, ti culla, uccide l'assenza
la inginocchia in un altro sbadiglio di carta
straccia l'ombra precaria che ferisce la storia
i ricordi nei quaderni apparsi nella brughiera
tracciano lacrime appese a verdi fili di pioggia
e il cielo piange
negli occhi di una bambina sola
diventando per lei al tempo stesso di quell'incontro
una delle carezze più belle
...sul viso
la luce è di nuovo accesa
è bellissima
tutti le sorridono, le inchinano il capo
è l'Aurora...
qualche volta scende dal cielo
e mi abbraccia ancora... |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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