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«"...chi bene condusse sua vita, male sopporterà sua morte..."
F. De Andrè» |
| Inserita il 17/01/2011 |
 | -Così m'arrischio di nuovo con la fortuna,
burlami signore, con la tua fatalità-
-Perché credi che abbia paura?
Perché è vero ho paura,
paura di viaggiare
una vita da passeggero,
con gli aforismi che sfrecciano accanto
sulla tangenziale dei ricordi,
e visioni e collisioni di trapassati e futuri anteriori
nella mente multiformi,
con gli arcobaleni dell'indefinito in ossa
e spettri di colore,
con un piangere rauco,
ingoiato,
sottovoce,
-E a voi, che vi accalcate sulle mie rive,
che rincorrete la vita come falene crepuscolari,
adolescenti troppo inermi con reti pesanti,
intrecciate dagli affanni,
pensionati che compran la noia a poco prezzo,
signorine da riviera, soubrette di successo,
Certo a voi che non credete,
certo a voi che temete,
dirò solo che ho tempo
per un altra partita,
dirò solo che invero,
la sera è più di me, antica
-E il mattino allora, che accende il desiderio?
Nube d'oro che penetra i polmoni,
quando il respiro è vita,
e la libertà, la libertà,
ci apre gli occhi alle emozioni?
Giovani apolli accendere i tramonti
come fuochi di artifizio,
e galoppano,
e le lancette ora, più non si muovono,
ed anche le fiamme diventan più tiepide,
e ci si volta indietro,
come Orfeo,
avendo già dato il cuore,
avendo già avuto illusione
-E a te, che canti ancora il sognare,
con il tuo assurdo pensare superi a destra la vita,
disegnando paesaggi di altri mondi lontani,
ed inventi poi uomini, e demoni,
-Che non siano banali,
che non siano reali-
dirò solo che il sogno è già passato,
dirò solo che un altra ora è arrivata,
l'aria della notte in cui il sole muore,
e così deve il sogno,
e così il sognatore | 
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| Nero |
19/09/2010 12:26| 901 |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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