Mi ricordo quella notte.
Ero giovane, carina.
Lui, giovanotto aitante.
Era estate.
Eravamo innamorati...
l'ammaliante chiacchierone,
(il mare)
e la bianca fata spiona,
(La luna)
ci sconvolsero gli ormoni.
Le sue mani erano audaci
il mio corpo accarezzava.
Lieve tocco, io tremavo,
anelavo la sua carne.
Eravamo sulla spiaggia
sulla rena ancora calda,
corpo a corpo finalmente
a donarci totalmente...

Ma la sabbia (accidenti
ancor oggi l'ho in mente)
non voleva far lenzuolo
come in talamo d'amore,
carta- vetro a scorticare
s'intromise tra di noi
terzo incomodo pungente.
In acqua rifugiammo
la pelle a rinfrescare.
L'abbraccio riprovammo...
la scalmana era passata.

Risacca imperterrita
il canto continuava,
stretti stretti guancia a guancia...
uno scroscio di risate.
Mai più sesso in riva al mare.

Ma passati gli anni sono
da quel dì per noi epocale.
Lui, anziano giovanotto.
Io, vetusta giovinetta.
Per le ferie di quest'anno
stessa spiaggia stessa luna.
E di sera a passeggiare
sulla rena a rimembrare...
con un telo sotto il braccio
per sederci in riva al mare.
Mio marito a ricordare
il giovanile ardore,
s'era un po' ringalluzzito.
Voleva far l'amore.
Le sue mani un po' tremanti
(per l'audacia, o... per l'età)
sul mio corpo rotondetto
trafficava sul corpetto...
esondate le mie forme
carezzava con ardore.
Ansiosa e stupefatta
trafficavo a tutto spiano
il carnale suo... cercando,
...anch'io un po' tremante.
Improvvisa una luce
noi due illuminò.
Un po discinti e scarmigliati
vergognandoci scappammo.
Mai più sesso in riva al mare.