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 | Dopu n'annu di travagghiu
chinu i suduri e di fatica
veni l'ura di la vinnigna.
Cu lu cestu nta li mani e ddi rappi ndurati du suli
diventa na festa nta ddi filari.
E quannu la racina arriva a lu parmentu
u tinu tuttu cuntentu
chianci mustu di lacrimi filici e a tutti ci dici:
Ora spittati finu a San Martinu quannu io diventu vinu.
Finuta la vinnigna
c'è cu canta e cu si fa zitu
cu cori chinu d'amuri e culuri
a ogni fimmina rigala un ciuri.
A tavulata china
di piscistoccu a ghiotta chi patati
comu i iorna travagghiati
cu pani i casa e alivi salati
formaggiu pecurinu pasta ncaciata e ricotta salata
e a fatica e ricompensata.
E cu sonu da ciaramedda damu u salutu a sta iurnata
chi vva sempi ricuddata
picchi si travagghia si mancia e si tigna
lu iornu di la Vinnigna.
TRADUZIONE
LA VENDEMMIA
Dopo un 'Anno di lavoro pieno di sudore è fatica viene l'ora della vendemmia
col cesto fra le mani i grappoli dorati dal sole diventa una festa dentro quei filari.
E quando l'uva arriva al palmento il tino che accoglie il mosto e felice e dice:
ora aspettate San Martino quando sarò vino.
Finita la vendemmia c'è chi canta chi si fidanza col cuore pieno d'amore e di colori
alle donne si regala un fiore di campo ed un canto.
Poi si va a mangiare dove c'è una gran tavolata con ogni ben di Dio.
Usanza vuole il pesce stocco a ghiotta con le patate come i giorni lavorati, col pane di casa appena sfornato, olive salate, formaggio pecorino, pasta con le melanzane fritte, con la ricotta salata infornata, per ricompensare la fatica gioiosamente.
E col suono della cornamusa è delle chitarre si balla è si canta salutando la giornata appena trascorsa
Lavorando è mangiando e la sera si fa l'amore
Viva la vendemmia | 
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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