Strisci lungo il bordo tra il muro e il pavimento
ti occulti nei luoghi più inaccessibili
negli anfratti più minuscoli e nascosti
Capisco la tua disperata voglia di vita
il desiderio di propalare la specie
ma ti devo uccidere per mia tranquillità
Perché non ti conosco e mi fai ribrezzo
perché non so se mordi o porti malattie
perché rosicchi e sfaldi i miei amati libri
Insomma sei un corpo estraneo in questa casa
e quindi ti schiaccio appena provi a passare
veloce da una parte all'altra della sala
O ti vengo a stanare nei tuoi angoli bui
dove non oso pensare che cosa fai
E infine a quale scopo ti serve la vita?
Se ti può consolare noi uccidiamo
tanti altri esseri viventi dicendo
che è soltanto una necessità vitale
Li chiamiamo animali per non vedere
che possiedono due occhi un naso una bocca
anche un cuore e una voce proprio come noi
All'occorrenza uccidiamo i nostri uguali
sempre per necessità alla stessa maniera
o anche peggio con il più perfido sadismo
Ora ripulisco il pavimento insozzato
dalla tua traccia immonda e poi ti scarico
da qualche parte nel water o nel secchio
Mi dispiace la vita è davvero crudele
perciò ho scritto questa poesia per te
per ricordarmi chi eri e magari piangere
Anche solo un po' sul nostro ingrato destino
In fondo noi non siamo così diversi
come vorremmo convincerci di essere