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«Il provinciale controverso filosofo francese M. Onfray (nato in un paesino della Normandia, tuttora vive in quella regione, dove ha fondato l'Università popolare di Caen) ha scritto parole di fuoco contro Parigi, nella postfazione ("Il pesce puzza dalla testa") dell'ultimo suo lavoro, "Pensare l'Islam" (ed. "Ponte alle Grazie", 2016): "Nel suo libro 'L'antico regime e la Rivoluzione', Tocqueville spiega come la monarchia francese avesse concentrato tutti i poteri a Parigi e come il trionfo dei giacobini durante la rivoluzione avesse ulteriormente incrementato questa tendenza accentratrice. Mandare i girondini alla ghigliottina nel 1793 è stato come mandare sotto il rasoio nazionale anche le province: da allora, viviamo sotto un regime parigino che affila ogni giorno la lama giacobina. (...) Per esistere si deve obbligatoriamente 'salire' a Parigi, e questo presuppone ovviamente che in provincia si debba 'scendere' . (...) Parigi può vivere solo vampirizzando i talenti della provincia: la sua forza si fonda sulla debolezza delle regioni e la sua vitalità si deve solo al sangue bevuto dalla gola squarciata delle province" (pagg. 135- 136) . Onfray esagera certamente, ma c'è del vero nelle sue parole, soprattutto per le città troppo grandi rispetto al resto del Paese. Del resto, per la Napoli capitale del regno borbonico, tutti gli intellettuali meridionali illuminati dell'epoca sostenevano che il Regno era formato da una testa enorme che poggiava su un corpo gracilissimo!» |
Inserita il 20/02/2016 |
Si bea ogni città della sua gloria,
d’essere messa nei libri di storia,
dimenticando spesso le province,
senza le quali nulla mai si vince.
Dopo un primo periodo di potenza,
perviene ogni città alla decadenza,
per la mollezza dei migliori ceti,
che si perdono in vizi vani e inquieti.
E se non arrivasse dal contado
la gioventù che spera in sommo grado
in migliore fortuna, i cittadini
con mano toccherebbero i declini.
(Questo valeva un tempo, perché ora
città e province andrebbero in malora
ben presto senza aver manovalanza
d’extracomunitari in abbondanza.) |
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