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«Dico subito che il testo è un continuo riferimento a Dante, il viator del poema del bene e del male, ed è farcita con termini presenti nella Divina commedia e che hanno avuto, nei secoli, problemi di "esegesi",di comprensione del significato.(il "Cui",la mensa conviviale, gli occhi teologici (e salvifici) di Beatrice, le serene, etc...).Per il toscano, ed anche per me, nella "decifrazione" del significato allegorico risiede la strada maestra... questa è stata la "spinta",se così vogliamo chiamarla... La stele di rosetta è una chiave di lettura, un'invocazione a una corretta "visione" sul mondo, al fine di poter tenere caro, sempre, il suo andare... Grazie mille per l'interessamento, spero di essere stato esaustivo...» |
Inserita il 21/05/2010 |
Una stele di rosetta
Schiudo l'intelletto alle serene,
mentre il dolce maestro ci dona
chiavi nascoste per versi strani
Impressionista rigoroso di uffici,
d'inferni contrappunti dai peccati,
di purgatori e divini occhi teologici
Il Cui sfondo con gioia da mensale
l'ignota bolgia in- mensa esegetica,
tenendo caro il senso del tuo andare
Nel fine alcun che gli astri smova,
battezza drappi setati di pietate
e perdona l'umana e oscura selva |
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Nero |
09/05/2010 11:31 | 984 |
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«...Al prediletto cantore del sacro e del pagano...» |
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