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«Leggendo il recentissimo (e ormai già "cult") libretto "Un'estate con Montaigne", di Antoine Compagnon, ed. Adelphi, ho constatato con piacere che, a proposito dell'ozio, Michel Eyquem de Montaigne la pensava sostanzialmente come me. Scrive Compagnon, a pag. 41: "Ciò a cui aspirava, sul modello antico, era l''otium studiosum', una vita contemplativa dedicata allo studio, con l'intento di trovarsi, di conoscersi. Come Cicerone, Montaigne pensa che l'uomo sia veramente se stesso non già nella sfera della vita pubblica, mondana e professionale, ma nella dimensione della solitudine, della meditazione e della lettura. E dal momento che colloca la vita contemplativa al di sopra della vita attiva, non lo si può certo accostare a quei pensatori moderni secondo cui l'uomo si realizza attraverso le sue azioni, nel 'negotium', ovvero nella negazione dell''otium' . Questa etica moderna del lavoro è storicamente legata all'ascesa del protestantesimo, e l''otium' ha perso la sua primazia per diventare addirittura sinonimo di indolenza. "» |
Inserita il 26/10/2014 |
Fare dell’ozio il padre d’ogni vizio
all’assonanza rende buon servizio,
ma non è detto che sia redditizio
formare col proverbio un sodalizio.
Talvolta l’ozio rendesi foriero
delle più audaci scelte, veritiero
ambasciatore d’un nuovo pensiero,
d’inaudite proposte messaggero.
Quell’ozio che un po’ al sonno rassomiglia,
di cui la voglia pure al Padre piglia,
lì nella Bibbia, ah che meraviglia,
ha qualche antenna che a Assoluto origlia! |
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«Se ricordo bene, dopo sei giorni il Padreterno si riposò (e forse continua da allora a farlo, magari conversando con l’Assoluto...)» |
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