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Ruggero di Azar Rudif(14 poesie)
Il Pirata di Dio |
1314 prima della battaglia di Bannockburn (Scozzesi contro Inglesi).
E' l'ultima di 5 poesie (le altre 4 non le ho ancora ritrovate, ma non dispero, le carte da sistemare sono ancora tante) che narrano la storia parallela di alcuni cavalieri (probabilmene non scozzesi e di arte guerriera diversa) che decisero le sorti della battaglia e indirettamete si collegano alla storia principale delle altre poesie sul Pirata di Dio. |
Nere nubi venivan dal mare
solcando cieli come vascelli.
Già lasciavan cadere il mare
dalla pianura agli alti merli.
Fin dentro la città, sulla pianura
e sul fiume, grosse gocce cadevano
nell'oscurità del giorno.
Il giovin principe e novello cavaliere
vagava nei vicoli dove giocò
condottiero dei suoi coetanei.
Perso nel suo passato era, ma
una mano lo riprese al presente.
Era il fabbro delle armi,
era il saggio consigliere del re,
era il mago, era Elkam.
Vuota gli porse la mano,
una lancia, disse, stava dando.
La tua mente deve ideare,
il tuo cuore deve forgiare.
Sol una tal lancia potrà
il cuore trafiggere
del nero dragone
custode carceriere
della luce viva.
Dalla torre guarda
quando il fiume tornare vedrai
allora partirai.
Sull'alta torre dalla pioggia battuta
il fiume guardava e, bagnato,
assaggiò quella pioggia caduta
sulle sue labbra.
Era dolce, sì era dolce come il fiume.
Come quel fiume che scorreva lì avanti
lungo la pianura e giù fino al mare.
Fino a quel mare salato ove il fiume
vi fondeva le sue dolci acque.
Ed ancora oltre correva lo sguardo,
fino a quell'orizzonte ove le nuvole
sembravan nascere e da lì verso terra venire.
Dalle nuvole del salato mare
la pioggia dolce scendeva
su prati e valli dolce bagnava,
dolce come quel fiume che al mare scendeva.
Or quelle nuvole dal mare venute,
sul fiume e sui monti stavan cadendo.
Lì su quei monti dove il fiume nasceva dolce
or le nuvole del mare salato piovevano dolce.
Un fiume scorreva tra monti e pianure
fino al mare ed un altro fiume sulle alture
scorreva tra aria e nuvole.
Era il segnale: era il fiume che tornava.
E vide quel cavaliere venire dalle colline
e gli altri che l'attesa era al fine.
Solo uno in quella città rimarrà
dalle alte mura e di loro narrerà.
Il ponte lavatoio si aprì sulla valle
ove il cavaliere attendeva.
Tutti si avviarono verso valle,
l'ultimo si voltò a guardare ancora
quella città che l'aveva custodito finora.
Sull'alta torre il suono antico e amico
di chi amico gli era stato finora.
Suonava per lui, suonava il canto dell'addio,
il canto del ricordo di ciò che fù.
Nella città il pianto di due donne.
Una l'aveva generato
ed una bianca tunica gli aveva dato,
l'altra ne custodiva l'ultima rosa
e quel fiore mai colto.
Ma il cavallo portò via quel giovin cavaliere
con il pianto dei suoi ricordi
e si fermò là,
avanti quel cavaliere
che altri ricordi aveva lasciato sui monti.
Ma or li avrebbe condotti da altri
come loro e contro un tiranno
andavano in armi.
Le sue vesti di tela erano di acqua
e battuto da nordica aria,
era fermo nell'umida terra
con nel cuore il fuoco.
Prese le sue armi or forgiate
e partirono lungo il fiume
e nell'acqua di quel fiume
che dalle marine nuvole cadeva. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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