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«Sul fatto che Napoli sia un teatro a cielo aperto non ci piove. Potrei citare parecchi casi di recitazione ai quali ho personalmente assistito, ma preferisco riportare quanto detto, uno o due mesi fa, in televisione da Christian De Sica, il figlio del grande attore e regista Vittorio. Una cinquantina di anni fa Christian era un ragazzino ed aveva accompagnato il padre, che doveva girare un film, a Napoli; avevano preso alloggio in un grande albergo del lungomare. Una mattina, uscendo dall'albergo, Vittorio fu avvicinato da un signore di mezza età, che gli raccontò tra le lacrime le sue disavventure: era stato licenziato dal lavoro e sua moglie era fuggita con un altro uomo. Vittorio si impietosì e stava mettendo mano al portafoglio per aiutarlo almeno un po'. A quel punto quel signore disse la verità: aveva un ottimo posto in banca e la moglie gli era più che fedele; aveva architettato quella messinscena solo per il gusto di trarre in inganno un così grande uomo di cinema! (Assisté alla scena anche un famoso regista francese, del quale non ricordo il nome. Egli commentò l'accaduto più o meno così: "Beati voi, registi napoletani, che trovate già bell'e pronto per le strade il materiale umano che vi serve, mentre noi, in Francia, dobbiamo sudare sette camicie per insegnare agli attori a recitare! ")» |
Inserita il 28/02/2014 |
Ccà ‘a vita è sempe sulo ‘nu triato;
nun ‘nce vulimmo bene uno cu ll’ato.
Tu tiene voglia ‘e chiagnere?
A ‘n ato tu ‘o faie rirere!
Si care ‘mmiezo ‘a via ‘nu sbenturato,
pecché quacche accidente l’ha pigliato,
certo te ne puo’ fottere,
nun c’è besuogno ‘e ‘o dicere!
Cammenammo pe’ strate separate,
ca forze maje se songono ‘ncuntrate:
quacche vota se ‘ntrezzano,
ma ‘int’a niente se sparteno.
Senza avé ‘nu biglietto maje pavato,
se ‘nzerrano ‘e pperzone ‘int’’o triato;
chiano chiano s’abbituano,
e d’’o ‘nganno s’abboffano. |
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«Napoli è sempre stata una città con la passione delle rappresentazioni teatrali, fino al punto di confondere la vita reale con uno spettacolo...» |
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