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Irenae Amicae
Avverto l'esigenza di scusare
ciò che ho causato l'altro dì, mia Irene,
quando ti soffocai con greve fare.
Grande tormento il cuore mio trattiene
ché mai avrei sì pensato di ferire
la tua persona e le tue flebil vene.
Da te m'è d'uopo flesso convenire
per cercar comprension nonché perdono:
le parol mie affido al rimato dire.
Tu sai che l'indole mi volle buono
e non capace di turbar l'affetto
delle persone che vicin mi sono.
Vo' che tu sappia che per te arde il petto,
nostra compagna, amica e confidente
a cui certo non manco di rispetto.
Di quel che ho fatto sono sì spiacente
che mi rammento quanto stronzo sia,
d'onesto dire, ma in agir serpente.
Per amar non ci vuol filosofia!
Ragioni ha il cuor che la ragion non prova:
d'ora in avanti, questa è la mia via.
Segreti scanni l'amicizia scova
dove più sono impulsi che pensieri:
ragion tra nulla amicizia che giova?
Quiete e pace tu di trovar speri
ché pei tuoi pianti se' ormai fuor di testa,
ma io t'assillo e tu dunque disperi.
In seno ti ritrovi a gran tempesta
e presso me ricerchi scoglio ad essa:
vorrei che più oltre non ti sia molesta!
Io prego per trovar bufera stessa
ché d'esser solo n'ho carche le palle
e questo il mio agir presto lo confessa.
Deh! Amicizia sa d'un arduo calle
che in due s'affronta e mai lo s'abbandona
a costo di portarsi sulle spalle.
Di poi un sorriso l'uno all'altro dona
e pel segreto calle si riprende,
mandando i mutui sforzi tosto in mona!
Quest'amicizia celere s'apprende
all'uman cuor gentile e comprensivo
e mai per torto quello poi s'offende.
Non volle il mio parlar sembrar cattivo
e per i rozzi modi chiedo scusa
nonché per l'interpello sì ossessivo.
So che tanta bontà sta in te rifusa
e scioglierai il viluppo a me dolente
che t'ha cantato la gentile Musa.
Risposta attendo inquieto ed impaziente. |
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