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«Vorrei rendere un ulteriore omaggio a Giuseppe Fiammengo, il mio vicino di casa di mezzo secolo fa, (ri) proponendo una sua emblematica poesia ("Mia moglie") , inclusa (pagg. 142 - 143) in "I poeti pomiglianesi", antologia a cura di Giovanni Russo, Assessorato Pubblica Istruzione e Cultura della Città di Pomigliano d'Arco, 1990. Ho soltanto corretto, in pochi casi, la punteggiatura, e una sola parola: Sono io che scrivo, le sono vicino: sono suo marito; con lei porto il fardello, ora nel male, ora nel bene. Molti anni abbiam passato, l'amore vero è quasi terminato. Ora incredibile mi appare, quando il pranzo si accinge a preparare. Vedo i suoi capelli bianchi da vicino (di fronte a me un traboccante bicchiere di vino) . E tra i piatti e lo stufato si parla del tempo passato. Il pensiero corre nella mente: non abbiam sbagliato proprio niente! Mi risveglio e mi appare più piccina: lei è lì tra i piatti in cucina. Lavora così precisa, senza fretta: sembra un elettrodomestico perfetto. Mi aspetta col nipotino la sera, e quando ritardo diventa severa. Insiste sempre su questo, su quello: io mi arrabbio e faccio un macello. E quando finisce il temporale diventa mansueta, diventa normale. Così tace il canto di ogni giorno: si va a letto e si mette a me attorno. Russa che mi sembra un violino (io sogno il bicchiere traboccante di vino) .» |
Inserita il 02/05/2012 |
Ero bambino quando lo incontrai,
quell’uomo che io non scorderò mai.
Dal Veneto venuto, o dal Friuli,
in quegli anni di guerra tanto bui,
quando un lavoro od una occupazione
si trovava nel nostro meridione
che liberato dagli Americani
guardava con fiducia al suo domani,
fu lasciato da donna alquanto ingrata,
che poi cambiò con una più adeguata.
Persi di vista, e dopo ritrovai,
il re di quei poeti ed operai.
Adoperava tecnica inferiore,
ma ci metteva l’anima e l’amore;
poeta anche quando t’incontrava,
e calorosa traccia poi lasciava:
se t’offriva una grappa, un liquorino,
darti sembrava nettare divino;
capace ancora era a novant’anni
di voltarsi per una di vent’anni,
omaggiando bellezza femminile
con indomito spirito virile.
Quando morì, "poeta" ben poteva
legger sul manifesto chi voleva;
fu quell’uomo poeta veramente:
nei cuori entrò di numerosa gente. |
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«Quest’uomo quasi leggendario fu un mio vicino di casa negli anni Cinquanta e Sessanta, quando ero bambino; è deceduto da poco.
Qualche sua poesia apparve, una ventina di anni fa, su una pubblicazione del mio Comune, dedicata ai poeti locali.
Forse la sua era vera poesia: scriveva versi magari imperfetti, ma che stimolavano la "joie de vivre"!» |
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