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Io ho già deciso
Di riavere il mio sorriso,
di riveder il tuo viso
fresco come nuova vita
in una sera di maggio.
Tu lo sai quello che penso,
basta solo il coraggio
per poter cambiare...
Lo scrivere mi uccide l'anima,
lo senti l'affanno del cuore mio
quando immagino un mondo diverso
e inizio a buttar giù
qualche verso,
e ti allontani tu,
quando sono teso e sento
nell'animo uno smarrimento.
Non è la vita quella contenuta
Nelle parole poetiche,
sono solo idee di una patologia
dell'uomo, il sorgere di un'utopia
nelle menti sopraffatte dalla realtà,
persone alla ricerca dell'assoluta verità
in un arco di cielo
mentre negano una carezza
ad un bimbo nel cortile.
Cos'è il poeta, se non un triste messaggero
Di una vita che non si trova
Perché non esiste qua sulla terra,
dove siamo ancorati
come i girasoli in un campo,
ogni sogno di volare
si perde nelle profondità del mare,
ed io ho paura del mare,
così lontano l'orizzonte,
così infuocato nei tramonti
che avvicinano alla notte.
Cos'è il poeta se non un finto gabbiano
Che vuole sconfinare, andar lontano,
oltrepassare ogni limite dei sentimenti,
ma i suoi son solo patimenti,
non esistono unguenti
in grado di poter curare
i malanni dell'immaginazione.
Voglio saper tornare
Dal deserto in cui ho camminato
Nella speranza di aver trovato
La purezza del cuore.
Ma non c'è amore che tenga
Una notte, un giorno che venga
Senza una sfiducia per la propria sorte.
Spero di esser guarito
Dalla malattia dello scrivere,
spero non esser più rapito
dalla voglia del non vivere...
Il poeta è colui che non gusta
Appieno la fragranza dell'esistenza,
il suo sorriso è sempre una gioia a metà,
una sorta di penitenza.
Io ho già deciso
Di riavere il mio sorriso,
di riveder il tuo viso
fresco come nuova vita
in una sera di maggio.
E tu, che credi che la smarrita normalità
Sia l'abbandono di una viltà,
pensa che la straordinarietà
risiede nel cuore di chi non vuole notorietà,
ma ha tanto coraggio
per poter cambiare
rimanendo nella semplicità
dello spirito... | |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
«è una poesia che chiude un periodo della mia vita. non scriverò più fino a quando non conoscerò nuovi modi di intendere la vita, non vedrò nuovi posti, non avrò nuovi stimoli.» |
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