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| Terminata da poco, la grande battaglia
i feriti si potevano contare a migliaia
il silenzio, durò poco più di un momento
poi, con forza, si levò il loro lamento
la neve, aveva ricoperto il campo di papaveri
ma non l'orribile strazio dei tanti cadaveri
in sella al cavallo, a fatica, ero rimontato
in quell'inferno, non sarei più tornato
più che un cavaliere, parevo uno straccio
ma dovevo consegnare quel dispaccio
che annunciava, una grande vittoria
con troppi morti però, senza gloria
son partito, senza armi, ne munizioni
pensando bene alle mie azioni
mi si poteva vedere bene, anche da lontano
tra la neve, al galoppo, con le redini in mano
una macchia di sangue, comparve al'improvviso
una smorfia di dolore, mi deforma il viso
ero stato ferito di striscio, al torace
per quei morti, non riuscivo a darmi pace
giunto al villaggio, per le prime cure
compresi di essere in mani sicure
occhi profondi, sguardo innocente
di te, nessuno sapeva niente
mi hai curato, senza farmni soffrire
dopo un'ora, già pronto per ripartire
dovevo terminare quel compito ingrato
con il pensiero, di chi m'aiutato
di certezze non sapevo, se ne avevo
di una cosa solo, mi rendevo conto
pensare a te, con immane sollievo
ora che il giorno, volge al tramonto
la terra era tornata a respirare
la neve, ormai sciolta
con la mente libera di sognare
penso a te, ancora una volta | |
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