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Le 23187 poesie in esclusiva dell'argomento "Impressioni"
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Sono seduto, stanco,
presso uno stanco
incrocio di vie tristi,
anonime,
vuote d'ogni cosa
che non sia rumore
nessuna traccia di passato splendore,
soltanto
i muti nomi delle strade,
delle piazze, reboanti nomi
di morti
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schegge di metallo
tradiscono emozioni
barlumi d’incanto
spezzano sguardi marmorei
spettrale cambiamento
che distrugge l’anima
lavi il viso
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Placidamente l'àëre or diventa
un lapislàzzulo inatteso e chiaro,
perché le nubi svelte impallidìscono,
nel soffice mantello del nascente
sguardo del Sole;
e lento... e lento il tintinnìo svanisce
che
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Morirò dell'amore che non ho
dei baci mai più dati ...
-non lo so-
cos'è che mi farà morire
sotterrerà anzitempo
mentre aspettavamo si compisse
il giorno dell'assoluto vuoto
-passerà-
Gli
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Gli ultimi passi
erano sempre i più difficili
perché io vicino ai sogni
ero stato veramente
E tornare su quella terra
mi faceva male
aprivo le ferite ancora vive
rosse come l’alba
Respirare l’erba tagliata
era come tossire
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Chapeau
alle rimostranze
che vivono in me.
Io non ho altro da offrire
se non battaglie chiuse
in bottiglie gettate in mare.
Qualcuno le troverà
e come il vaso di pandora
inonderà campi
segnati di sangue.
È sangue di
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| Ho steso i panni al cielo
paura di essere nel vuoto, non ho più
e abbandonare il silenzio, adesso
sei tu, cuore stanco
del vivere disteso ai giorni
in un oltre di pensieri e inverni
colorato a tratti di profondità
che i mari
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| una ragione ci sarà
per andare via
come un fiume lento
che scivola oltre
l 'improvvisa follia
di saperti lontana da me
cosa sarà mai il mio mondo
senza le gemme dei tuoi occhi
dischiusi fra le mie braccia
nei giorni
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| Ritorno nella mia terra
luminosa come una dea,
la rivedo con occhi nuovi
cogliendone le sfumature
eternandone il ricordo.
Nulla sembra cambiato
riemergono ricordi
lontani,
ripercorro l'infanzia,
paesaggi unici
per singolare bellezza,
sospesi
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| Una primavera dispettosa
nuda di sole
morde le mie giornate
con una pioggia soffice,
insistente
falsi colori pettinano
l’incarnato di un cielo
dall'umore nero
avvolgendo
in una coltre di umidità
il mio cuore senza musica
Guizzi
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Madre
che di troppe
ingiustizie subite
testimone sei silenziosa...
distendi l'oscuro velo
così che possiamo
per l'eterno
oltre non vergognarci
del vivere nostro
che ha senso alcuno
se non che far posto
ad altri... al meglio
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Notte alle caviglie,
voce tremante, buio.
Coperto dalle macerie,
sotto il mesto Vesuvio.
Il cuore brucia in fiamme,
quasi all’impazzita.
La volpe in un pollaio,
il bue in fin di vita.
Come un beduino,
giro cercando salvezza.
L’oasi
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Dove ti porta il battito del cuore
tu che muovi esitanti passi
su un pavimento di marmo,
raccogli fiori dove non ci sono
muovi mani in cerca di maniglie
che aprano un vuoto senza trovarle.
Frantume di ricordi di un'altra vita
cento mille altre
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Provo ancora quella nostalgia
forse il buio
può fermare
il sapore lacerante e vivo
di oggetti che parlano
che dicono di noi,
non ti ho confessato
tutto il mio amore
e neppure le bugie,
il tempo ci ha preso in prestito
e gli anni
si sono
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Partire con liriche
purissime intonse
nel varcar soglie
indefinite da scoprire...
complesso riscontro
il mondo
che di fantasie
accudisce giochi
geometrici di specchi
in mente disincantata
da esperienze tristi...
sogno e realtà
sul
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Nulla sapeva
quel suo sguardo finto
ma era l'eclissi
di un vecchio dipinto
la stanza a colori
come teneri fiori
davanti allo specchio
agghindata di ori
Ma qual era il nostro sapore?
L'emozione più bella
sono mandorli in fiore
l'occhio
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Sempre più vivo sempre più chiaro
è il cielo che canta specchi di voli
piume e fragranze al primo salto.
Tutto mi dice d’odore, prodigio
non v’è segreto in questo sgorgar di strofe.
Un lampo sull’uscio: sospiri a frotte
come polline bianco di là
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La luna
scombussolata,
girata perenne.
Essa è il bimbo
in piedi,
al di là
delle transenne,
lontano
dalle stelle.
Seguace delle orme,
delle forme,
del prodigio,
che si appoggia
piano - piano
riempiendo
le belle
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abbiamo giocato con il fuoco
contemplando la magnificenza
dei frementi corpi
al mutare delle maree
che scivolano al di là
delle costellazione di Sirio
cosa potrei raccontare
alla luna che mi prese per mano
nelle idi di marzo
quando
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| Coriandoli di luce
ridestano l’alba,
muore la notte
e l’orizzonte degli eventi
si schiude in questa mattina
di primavera.
Una speranza cammina
col passo lieve del coraggio
e la luce ampia arriva
portando un messaggio:
l’amore brilla nel
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| Un canto si leva in Rue Gallimard
al numero 33 si veste di rosa
le note si perdono nel vento
da quando tuona e mugghia la tempesta.
Nella notte ho lasciato ogni clamore
mentre si quietava ogni rumore
e tornava a stendersi la pace
in quell'angolo
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Ancora un filo di vento
ha varcato il tuo confine
sulle alture dei mattini
dove l'albero del ciliegio
germoglia troppo in fretta
Per questo tempo breve
alle stagioni l'incertezza
e nessuna mite promessa
che resti accesa nei
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Origami di stelle,
la luna fascia d'argento le case.
Un richiamo di quiete...
Senza corpo né
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E se cadeva l'amor
cuor sperdeva, provar
di spine l'anima punge
campestre sonno,
al divenir dell'ora.
Or che sera infocar
le stelle al mento, sfumar
oltre l'era, passeggiar
nel pargoletto petto
al soffiar del vento.
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Riduci l'interlinea
ché non possa esprimere
questo spazio
di apparenze senza sostanza.
Riduci l'interlinea
e il bianco che implora verità
negherà la sua esistenza
sul nero che simula eleganza.
Sono fiori recisi questi
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Mi accorsi di te
dall'armonia dei tuoi gesti
su di me
un cucciolo impaurito
con gli occhi sempre bassi
sentendomi perso senza amore
Mi accorsi di te
quando la vita mi sembrava inutile
senza la presenza del brano ardore
come se mi mancasse il
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Ovattato tocco riempie l'insieme
sussurra all'orecchio la pioggia
con linguaggio incostante
liquido che lava la terra
fertile disseta
gustano i fiori
in silenzio aprono i calici
brindano
è festa.
Mutevole busso
insiste alla finestra
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Cerca
di tenere lontani i sogni
la notte può far male
se esiti a dormire
La luna sembra
troppo vuota stasera
nascosta dietro alle nuvole
può tornare a colpire
E ti pentiresti
di non aver colto i fiori
quando era il momento
con
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si affacciano peonie
sul confine dell’essere
sfumature di viola
nell’abusivo silenzio
che sbrana l’intimità
spolpando certezze
con le spalle al
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Fortemente scura la notte senza luna,
scrutar non si può forma alcuna.
Triste sgomento invade dentro il cuore
che spossato attende l’avanzar
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ritagli d’anima
code di ventaglio
sul volto segnato
da solchi d’espressione
silenzi sanciti
dalla noia che sfocia
su mari perennemente piatti
soffitti deragliati
in pupille cucite
lampade bruciate
dentro occhi colmi
di giorni spesi
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23187 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 5431 al n° 5460.
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