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Le 846 poesie in esclusiva dell'argomento "Festivita'"
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| Se avessi un po di vita
ne farei dono
quella vita che si colora di fiori
e ti porterei a rotolare sull’erba
con la melodia di una risata.
Mai più
precipitare giù in un vuoto abissale
ma accompagnarti con la mano nella mano
insieme vicini con
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| Ancora Natale
a scuotere i cuori
a perdersi dentro la misera quiete
nel freddo odoroso
fra vecchi abeti ornati ed accesi.
Ancora Natale...
a donare l’amore
a gente confusa da mille pensieri,
ai freddi camini di povera gente
al
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| Sarà comunque Natale,
lo scopriremo guardandoci negli occhi io e te da soli,
stringendoci le mani per sentirne il calore,
aspetteremo che anche quest’anno
in questa notte
si compia la magia.
Il piccolino,
figlio dell’Eterno,
verrà,
si donerà
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| Oggi la pioggia
è stata per tutto il giorno
con la mia anima
lasciando alla notte i suoi silenzi.
Odora di pino il camino
mentre brucia con allegria
la sua porzione di vita.
Ha occhi neri e labbra chiuse
una madonna greca
nel suo sguardo
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| Non si compran
né si spacchettan
come un’osmosi arriveran
Scaldan l’animo
illuminan lo sguardo
tanto coraggio sapranno dar
sian essi un sorriso o una carezza
un abbraccio o un’attenzione
o una parola che arrivi dritta al cuore
Aggiungili
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| Sorgi Natale sorgi
come un fiore
da una terra infetta.
Dà luce alla mia piazza
che impazza di solitudine.
Nelle lunghe sere
pure il vento è buio
e la preghiera è stanca.
La luna si nasconde,
il sole è assente,
la campagna è morta,
il rumore dei
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Sprazzi di ricordi,
ad apparir soventi e cari al cuore
vecchi Natali, in vision d’amore,
giochi e fati, a donar allegria.
Natale nascita del Signore,
piccoli gnomi di facili risate,
spazio a crear atmosfera
serenità ad unir genti e
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E all’improvviso è Natale
qui, in fondo alla Fossa delle Marianne,
ove il nero avvinghia ogni cosa
accartocciata in fetale postura.
Liquefatto il cielo
tracima senza sosta
- pesano le lacrime trattenute -
l’acqua riempie ogni
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E la neve cade sui cuori,
sulle bocche coperte, dai baci
nascosti sotto un telo
umido, azzurro, bianco.
E la neve cade sulle mani,
non possiamo stringerle,
né accarezzare, né raccoglierci
dentro gli occhi che cadono con le lacrime.
E la neve
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Spasmodico vapor di giubilo,
lattiginoso imbrunir funesta
crini argentini di pudico gelo,
di calici brandir a festa,
su clivi di neve aspersi
consuma una breve candela,
sfolgorio di occhi dispersi
ribollir di nappa viva svela
di convivio al
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Fiocchi freddi
di un natale sbiadito,
racchiuso in un cuore gelido,
danzano senza sosta
tra il silenzio lucido
dei miei pensieri.
Cosparse di ricordi
di morbidi abbracci
e baci di cioccolato,
di profumi antichi,
di panettone e risa,
in una
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"Festa dei morti"
origini antiche
accomuna usanze
stranieri epoche e distanze.
Qui non festività civile
come a tanti si sente dire
ma ricorrenza cattolica Chiesa
nei popoli del mondo in guisa!
Italia tra cipressi al cimitero
fiori ad anime nel
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Ti scrivo, mentre un silenzio lontano,
che mi respira dentro, annuncia l’inverno.
Il freddo opaca le ore,
e il vento non calma i pensieri,
quando a sporgermi a un davanzale triste,
anche un piccione mi canta la tristezza.
Caro Babbo
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O nonni, i custodi voi siete
degli unici e veri valori,
ai quali con forza credete
poiché hanno del cielo i colori.
E voi che siete già grandi,
per noi tornate bambini,
e giammai ci date comandi
poiché siamo i vostri pulcini.
Con noi giocate
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M’aggrada c’allindomani di ieri,
il prodigar c’al nome mio, s’allude.
Ch’io, manco a rimembrar, ebbi sentore,
d’ella, ch’ebbe a gestar, di me,
il pater familias.
Indi, seppur ignaro, ma tanto grato,
avverto, oggi, ch’il mio nomen diei, a voi è
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Un giorno antico un giorno del passato
Odoravano i prati sorridevano le vette
Nel silenzio della conca squillar ecco
Di campane un festoso suono in fondo
Una chiesetta solitaria un animarsi poi
Verso quella da più punti da alpegggi
Viottoli sentieri
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| Tra venti di guerra
e venti di pandemia
si snodava il cammino
tracciato su orme d’amore.
Alle intemperie la quercia s’irrobustiva
intrecciando i rami alla Croce
e alla sposa prescelta.
Viaggiando in coppia sotto l’arcobaleno
di gioia
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| Ritorna oggi bimbo il vecchio
ritorna commosso a quel paese suo
Motta Visconti era questo il giorno
la festa cittadina di San Giovanni Battista
il santo protettore il vestito nuovo rosse
ciliegie in mostra la sagra del porcino
la messa granda con
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| Quiete domina
la valle silenziosa.
Tamburi e pistoni attendono
che il tempo porti via
il morbo virulento.
La brezza spira lieve
per le deserte strade,
non accoglie i figuranti
al Duomo il sagrato.
E resta nel cuore l’eco
delle passate
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| Sciogli i lacci del virus dai capelli
e l’acqua versa sulla fronte fresca:
domani è un’altra
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| Da ora non solo quelle date segnate
sul calendario in rosso saran speciali
che dopo la gran paura per quel morbo
subdolo che morte ha seminato presto
ogni giorno a venir sarà come dì di festa,
ed ecco come la natura piante fiori arbusti
muore nelle
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E riderai sul bordo dell’estate
così come conviene al vecchio andazzo
di chi sostiene essere il signore
delle scommesse vinte e quelle perse
il giorno dì ventuno e appresso ancora
col vanto che si attesta sopra il tetto
avendo un giorno vacuo e
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Riporteremo quel sorriso
in vitalità col cuore
e con gaia beatitudine
decanteremo alla vita
ogni elogio della riconquista
del proprio fato,
via lontano dal dolor.
Con le mani benedicevoli
verso il ciel
con occhi
colmi di fiducia,
poiché
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Verrà l’autunno
con la sua festa dei colori,
e alla sagra del Santo,
come sempre,
col vino novello
faremo il brindiesi
alla campagna
che tutti paga
per il nostro sudore.
Ci saranno gli abbracci
attesi e rinnovati.
Tornerà il ballo
sulla
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Oggi di maggio è proprio il 1°
nel mondo intero a casa si sta
cortei, gite, qualche comizio
ancora a memoria di tanti anni fa.
Il lavoro, che l’uomo nobilita
dà dignità, da mangiar, vitalità
seppur a volte per troppo subir
triste e sfinito ti fa
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Se avremo un bambino
lo chiameremo Licio
e non avrà mai paura
di alzarsi al mattino
Se avremo un bambino
so che avrà il tuo nome
e il coraggio delle voci
che gridano la verità
Se avremo una bambina
la chiameremo Licia
e non avrà mai
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| Libertà noi chiediamo al tempestoso vento
libertà a pensare, libertà a volare,
libertà a sognare.
Libertà d’esser noi stessi,
liberi dal contagio del maledetto virus.
Voglio correre libera nei campi,
ammirar di buon mattino i fiori
dipingere i
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Quella mattina il tempo si è fermato
sorpreso dal fragore della vita
coi figli crocifissi e la bandiera
che sventolava sulla ciminiera
e il sole risplendeva
mirando questa terra dilaniata
con corpi e il sangue messi in copertina
sul trono di una
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Venti cinque Aprile
Tuoni lampi di morte
querce d’altri secoli
ora rimbombano
con magiche parole
unte di morte
e rassegnazione.
Giorno da ricordare
nella storia della pace
ove il mondo in festa
per la fine della guerra
un virus della
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| Sospeso è il tempo
in attesa d’un abbraccio
a scaldare anime spaurite.
Sospesa è la spesa
per bocche affamate
anelanti un tozzo di pane.
Eppur nell’ angoscioso rincorrersi
di vita e di morte
lentamente fluisce la speranza.
Si staglia
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Ascolta, Vivida Notte
brulicante di stelle lucenti:
or si desta il Re dell’Amore
e l’universo irradia
col Suo immenso Splendore.
Ascolta, Giorno di Festa:
il Re della Pace
per te si ridesta.
Con Lui tu sarai Giorno di Luce
nel Dio che
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846 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 121 al n° 150.
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