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Le 37747 poesie pubblicate in licenza Creative Commons
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E' come un gran cono
di panna montata,
la nube che s'alza
da dietro del Campo.
Di botto si oscura,
travalica 'l monte,
incute paura
di danno repente.
Guizzano lampi
seguiti da tuoni:
non rassicuranti
son le previsioni.
Ti sembra
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| Cicuta fitta e penetra
olio solidale - morte
balsamica e liberatrice
Cicuta sulle strade rotte
Dai marciapiedi frementi
alle Colonne grasse nei Fori
Cicuta le vene arse
le torsioni polmonari
ed ogni scricchiolo malsano
della mia mente
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EnzoL |
29/04/2013 17:41 | 2163 |
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| Noi siamo noi stessi
nascosti
nella nostra idea di essere.
Siamo il nostro destino
ospite nella casa dell’uomo.
Di quest’oggi
questa forma,
nell’indomani
dentro il vestito del nemico.
Noi siamo noi stessi,
raminghi di casa in casa,
esuli dal
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| Non mi basta sedermi a osservare i cieli
non mi basta onorare le vette dei molti
non mi basta più una lingua senza peli,
per accovacciarmi nei simulacri
e travestirmi così di nuvole segrete
percependo le rovine dell'essere.
No, non
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| Non temere.
La notte delle fate sta per arrivare.
Vieni mia cara stella del mattino,
non mi lasciare.
Vorrei volare via
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| Ho una voglia che somiglia
a parapiglia in mezzo a un prato – artiglia di soppiatto
come gatto con il topo
gioco, nudo ansioso: assottiglia di già il senso
in fessure colorate; fedifraga l’estate
ridipinta tutt’a un tratto da chi invece
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| e dico:
sei la prima che non capisco
la cosa mi interessa alquanto
cavalco l'onda dalla riva
non arriveremo da
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Imperlate sfumature accarezzano i sogni
un battito di ciglia per al divenire momento
di petali ansiosi cosparsi su linee d’amor bisogni
a deliziare l’attimo, le rime in fermento.
Rosse labbra si spingono nell’osare
d’ogni atto fatale godimento in
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Di pioggia che non c’è
ma solo di assenza ha il profumo
come la luce.
Di tigli che non vogliono fiorire,
e del sole che corruga le ciglia
su di un tappeto che non vola,
è il ferro che il vento
trasporta tra gli specchi delle vie crucis.
Ti ho
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Succosa
alle papille gustative
alito e vento
scendo
giù, più giù
bocca e lingua
a
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In quell'attimo
invasi da
una stupenda
emozione
ci siamo fusi.
Presi dal desiderio
i nostri corpi
si stringono
la
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| Un ricordo
una voragine s'apre dentro me,
crepe antiche mai sanate
sgretolano il cuore
l'anima precipita,
silente schianto nel
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| Quando l'inverno si poserà
sulle mie chiuse palpebre
e la neve decreterà l'assenza
posando le
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Sono il poeta del dolore.
Dai miei occhi scorrono
le lacrime degli addii
e degli animali abbandonati
sul ciglio delle strade deserte.
Sono il poeta della malinconia.
Dentro le mie pupille rimangono
impressi gli ultimi raggi del sole
al tramonto e
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In tutto il lungo tempo
senza te, la nostalgia non
mi ha mai lasciata, mi ha
seguita quasi come un’ombra
mi è stata accanto come la
tua essenza.
In tutto il lungo tempo
senza te, la nostalgia non
m’ha abbandonata, ma è stata
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Trasporta la mente
scene di travolgenti passioni
incontrando delicate emozioni
in sempre ardite e spudorate visioni
a corpo levigato che si pone
nel giaciglio della lussùria
assaporando occhi languidi, scrutanti
invitati allo sfrenato
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| Di tutto questo, odio la Pantomima
l'indeterminato genuflesso dei sospiri
dell'ora
O quell'unica traccia d'uomo
che ancora riaffiora nelle notti
sdrucciole d'ànimo
Il respiro della selva, odio;
E l'animale estinto,
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EnzoL |
28/04/2013 15:15 | 1759 |
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| Scagliamo sassi in fossi convessi
gli evanescenti eccessi di questa mano
sentenziano l'evoluzione dell'essere umano
e imprimono amplessi al cervello rettiliano,
suonando i sommessi suoni dai fondali abissi;
violenti sbuffi lì, dal basso
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| Lo aspetto al varco
primo maggio
che festeggia il lavoro
quando c'è.
Che spinge a meditare
quando è da sfruttato
quando non è tutelato
quando è negato.
Sarà in piazza il sindacato
con gli striscioni e il
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| Ripenso ai giorni di tenero incanto
quando la gioia scoppiava nei cuori
scorreva vita intrisa nel canto
si sconosceva
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| Soffio col mio pallido alito
su questa snella altura.
Essa confina con l'oceano
che visto da qui sembra il cielo.
E più in là un gran fiume:
lo confondo con l'orizzonte.
Ma non è. Che confusione.
Assisto alla fusione dei
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| Io sono vecchio e per definizione
un capisco una sega e qui l'ammetto
ma voglio ragionà d'un ber casetto
in cui, mi sembra a me, d'avé ragione.
La mì ognata, incinta e cor pancione,
mi vienze a dì che ir mì
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| Fulmine improvviso
illumina un angelico viso
splendido sorriso
mite che rasserena,
luce accecante
che folgora in un istante,
ma che da pace
in un modo audace,
desiderio avverato
che da un sonno si è plasmato,
spiana una strada
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| Subito dopo il vento; tra le rovine e l'edera
sfiorando il pianto d'un bambino: solo.
Solo un istante dopo, l'ultimo dei santi
si piegò sulle ginocchia intonando un'antica litania.
Dalle fontane zampillarono lacrime e sangue
dalle
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svesto il mio corpo
d'ogni decenza
è fiamma selvaggia
il fuoco che arde,
lava incandescente
avvolge umide intimità
spudorata
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Gocce inebrianti
scivolano in oscuro anfratto
d’accaldata carne
e arpeggiando
solenni note di delirio
schiudono
l’umido fiore
in solitario ardore.
La mente tratteggiando
ovoidali giochi d’eros
avvampa
in spasmodica passione
di luccicanti
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di più di più di più e ancora
replicami
la fame il tuo volto l’alito
fammi un giro intorno – lascia che io guardi
che ne sanno
venti e altopiani battuti
usignoli - quel loro canto rabberciato
che ne sa la nuvola sconcia
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Il suo raffinato erotismo
infiamma la mia fantasia
e i miei sogni d'amore.
La sua incontenibile passione
diventa sete e fiamma selvaggia
che scorre nelle mie vene
come argento vivo.
Solo la sua pelle vellutata
riesce a spegnere quel
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| zoppica anima stanca
incredula
esausta ma non rassegnata
s'arresta il battito
cuor sincero piange mentendo
scoppia in lacrime
tristezza dipinge
ma accanto al baratro si convince
basta maschere
non serve soffrire
solo di falsità non
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| Sono come tangenti, certi amori:
s’avvicinano all’anima, la sfiorano,
e proseguono dritti poi
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