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Le 37747 poesie pubblicate in licenza Creative Commons
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Fanciulla, tu sapessi che tristezza
provai quella lontana primavera
quando m'accorsi che la giovinezza
per me stava finendo! Infatti c'era,
dentro quei giorni, una nuova atmosfera
che uccise intorno ogni mia gaiezza
e sgretolò l'eterna
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Foglie dal vento son spinte
Prati dorati di esse son dipinti,
Aria sottile fresca
dall'albero gia pende una pesca,
In pianto i poveri la mano prostrano
In cerca di cibo da tanto non mangiano,
Cielo sereno rondini ronzano
Coppie sui prati felici si
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| E poi mi sei accanto,
...lo sento il tuo respiro,
le sento le tue mani,
il fiato è ansante, caldo,
ti tremano le labbra,
mi sale un ansia dentro,
vorrei prenderti adesso,
vorrei farti gridare,
contarti quei brividi sensuali...
E poi
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| Perché
dare la colpa al tempo,
se il tempo
trascorre perenne
in un passaggio
dove ci si accorge
solo alla
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Aride gote che ambiscono d’esser
nutrite da gocce di lacrime amare in
stanze fluviali, ferme senza arretrare.
Scendere gradini d’erosione di tempo,
essiccato da sole coperto che irradia
soffi d’ombre malate, che agognano
d’esser colorate,
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Il corpo non contiene
s’espande;
sostiene un giro di valzer equilibrio alle punte
– fortuna – fratello
evapora, e dolori fanno spezie;
nero e lucido
scivolava, occhi gialli
vegliava la donna dietro ai vetri:
una fortuna! – esattamente – né
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Vi tenevo per mano, percorrendo
quel viale ombreggiato dai platani
secolari, immensi e ai nostri occhi
indistruttibili.
Io giovane giunco che mi piegavo
al dolore senza spezzarmi, e voi
piccole rondini appena uscite dal
nido, in attesa di
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Coro di nubi diradano
L’amaro pungere
d’ardenti spine nella notte
E in dolce canto
elevano
L’ebbrezza allegra del mattino.
Dentro un brivido caldo
Il cielo esala tiepido risveglio
di cuori intorpiditi
Mentre fiore di primo
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Mi sono specchiato nello stagno troppo presto:
cosa ho visto?
cosa ho potuto immaginare...
la
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Io che provengo da ambiziosi palazzi
e covo le più cruente voglie - ho
deciso anzitempo di abbandonare questo
corpo, sono sfuggito alle orrende gabbie materne
per ritrovarmi sempre nella stessa miseria;
giustifico le vostre accuse,
rigetto
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L’alba in attesa
Dolce raggio del mattino
I ricordi in resa
Avere lei vicino
Confondersi nel suo respiro
Nel silenzio di parole
Quel delicato sorriso ammiro
Le anime non più isole
Pensieri si affollano
La tristezza scende
Immagini si
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Teatrando le nuvole
ci seguono dall'alto
io e te attori dell'amore
che il cielo non conosce
più tardi ti ascolto
quando si alza il vento
spinto da loro a farci urlare
il nostro sì sussurrato
stravolgi le carezze
quelle che
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Taluni portano pressato sul viso
un marchio a fuoco bruciante,
ombreggia in stigmate aggregativa
che raduna folle in follie di piazza.
Non si riesce ad eradicare
sono i postumi tentacolari
dell'accettazione sociale
ove l'antico l'umano
-nel
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| Le piogge scesero sul mondo
e d'acqua violarono la terra
Nella tenacia degli atomi
che abbracciarono la polvere
Le piogge sopra i monti
e sulle spoglie mortali
punzecchiarono le fronti
Alte nello sguardo
dritto verso il cielo
Giove e Marte
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EnzoL |
07/06/2013 18:29 | 1966 |
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Quante vorte to’ penzato drentro ar
core to’ portato, te ce porto puro mo’
anche se nun’ ce sei più.
Diceveno nun'te rattristà, adesso sì che
te po’ aiutà, lasciaje n’posto voto, sempre
a te vicino.
A vorte penzo a
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Ora sei
come pioggia
senza gocce di nuvole,
come notte buia
senza stelle.
Ora sei
come il mio più
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Cicaleccio.
Ahi, che mal d'orecchio!
Trasporta
odore marcio sotto foglie di pero
– vermi
a guardarsi negli occhi, riconoscendosi
sotto il melo
tovaglie di pizzo – doti da sposa
imbottiture (di sedie, certo)
in tiro tra cenci – un bambino
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| A volte sembra tutto
e altre poco e niente
eppure quando c’è
di sole e fragole è la linfa
che ai girasoli
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| Lo sguardo si perde
sull'orizzonte lontano
d'un mare agitato.
Il vento di libeccio
smuove le onde
formando
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mettiti in posa
effetto fume
quel mimo dopo
la sulla valle il Sole cocente
uova sode cucini
tu togli un po di trucco
capelli biondi ossigenati
siediti
alzati
innamorati
famolo strano
in mutande in piazza
leggi il giornale mentre urini
sul
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| Voglio scrivere,
quando l'insopportabile peso
di antiche tristezze
mi opprime,
come a Cuma la sibilla i miei versi
su foglie che il vento disperde
e la corrente larga del fiume
porta alle rive.
Si chinerà su di esse
curioso
un
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S’incontrano le parole,
quasi fossero mani di gesso
a lavorare i sorrisi di una stessa stoffa,
tra la credenza di un sogno
e la maniglia gelida di un desiderio
che ha smesso di cucire i nostri occhi,
su un telaio imbrattato di vita
che si scava
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A volte trovo
capelli lunghi
per casa.
Capelli di donna.
Dimenticati o fuggiti
ma che non sono
per restare.
Mi chino a raccoglierli.
Sempre.
E quando li avvicino
al viso
mi chiedono
sulla mia solitudine.
Li lascio cadere
allora.
Piano al
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Tu stendi le tue ombre
sotto i miei passi,
io incendio il mio essere
in un'alba per noi due.
Su fasci di luce
senza misure
e senza le ore
che frenano l'amore
ti porto appena oltre
le solite nostre cose
e ti apro fiore
petalo dopo
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Ho chiesto al cuore
"Dettami del bello!"
ma non m'ha risposto
stanco del suo dare.
A tanti ho domandato
parole di speranza
ma hanno scosso la testa
e lo sguardo era vuoto.
Alla rosa vicino
sono andato allora
e niente le ho
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Menta e basilico
spostano le tendine
- crescono.
S'alza la sottana
fin sopra al lume
- non rischiara.
In
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| Segnali di vita
nella deriva verso un fondo oscuro
dissonanze perpetuano i timori,
ma il canto delle onde é
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| Donna, vorrei che il tempo si fermasse
tra il suono del dolce tuo sorriso
le gote del tuo viso
donna,
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un fiore al centro
acquarelli su tela unita
grattacieli in costruzione
una gatta fa le fusa
un topo col formaggio
una lavagna bianca
una nera seppia
dodici vergini
un patibolo
la fede
la giustizia
correre in salita
sulla neve un angelo
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| Riflette specchio corpo levigato, in
sprazzi d’ombra, appena ambrato.
Riflette con occhio privo di pupille,
con lunghe
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