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Le 37746 poesie pubblicate in licenza Creative Commons
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da solo giocava,
il bambino dal mondo dentro,
da solo parlava,
a chi non sa ascoltare,
solo lui rideva,
di risate non
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Cupo ed incombente dilemma
si offre alla mia ragione
nel tardivo momento in cui
prego quella mendacia luna.
E come un
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Ci si stropicciano le ossa
- ho fretta, passerò la mano -
senza curarsi delle pieghe
secche da non bastare il vapore di un treno
- scorre questo tempo
restringe il passo -
ci si lancia addosso
chi a se stesso chi a margine delle rotaie
- il
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| Gabbiani volano bassi
lungo la striscia di sabbia
che pare non aver fine.
Rivolta verso il mare
posso sentire il rumore delle onde
che si infrangono sulla scogliera
Bimbi a piedi nudi si rincorrono felici
costruendo immaginari castelli.
Il sole
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| Sarà freddo?
Sarà il morso
Di un ricordo
Che si scaglia
Sul mio stomaco
E mi stringo
Serro gli occhi
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| Scriverò
di ricordi soprattutto
ora che le speranze
sono poche
e le mie rime
balbettanti e roche
in questo mondo ostile così brutto
Conservo ogni illusione
però so che
il passato è sepolto;
canto il frutto dolce-
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| Attendono malta quest'occhi – corri!
Attendono a fornicare muri per le alte torri
Ché desueti seppur avvinti agli stami genuflessi
In attesa cucion cuori nelle fortificazioni
Ché follie al pericardio: immacolate.
Trasudate per
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EnzoL |
18/07/2013 19:35 | 3159 |
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| trovandomi qui dovrei saperne di più
ricordare di rammentare come
trovandomi qui dovrei enucleare
rischiando la contaminazione
a porte aperte
vorrei invitare uno scribacchino
trovandosi qui
si toccherebbe il naso
trattenendo un
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| Pelle e ossa,
affilate come lame
fendono l’aria
che a malapena sfiori,
ondeggiando
sul filo d’un tagliente rasoio.
Autolesionista
ferisci la carne,
brandelli di vita
strappi a morsi
dai lividi giorni.
Deperisci
nel corpo e nell’anima,
lento
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Se domani morissi
con tutti i rimpianti,
nelle ultime ovattate sabbie
di questa ingrata clessidra:
- che mi fu sempre prigione dorata
(e vaga speranza)
vorrei devastare e distruggere le iconografie
incendiare e strappare quella
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Conservami il respiro clandestino di
quei baci supplicati sulle guance innevate
dell’attesa.
Quel sudare muto di cespugli e mani
tra le genziane senza volto di quegli
indumenti sfilacciati -come aria sterile-
dalla prepotenza nuda delle tue
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Nudi i tuoi piedi
sui fiori di maggio,
sui petali a cerchio
che il prato ti dona
riposo guardandoti
fra i fili della luce
che fila svelta
davanti a te
ed io incantato
ti seguo come un colore
che fa sua l'alba
e ne cattura l'alito
e
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No
stanotte
no
niente
lamenti
o rimpianti
solo un piccolo
grande ricordo:
tu!
Tu
che mi vieni incontro
sorridendo
e mi guardi insicura
con il labbro increspato
ma
gli occhi
che dardeggiano allegri:
tu
solo tu
sempre
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Veglio te
buio nella solitudine
arroganza
nella risposta
dolcezza
dimora di malinconia.
Riconosco
l'odore intenso della
malattia
essenza dei tuoi
pensieri.
Eccomi
serva tua,
ridotta a contendere con te
poesia.
Vedo sul tuo corpo
i segni
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Di parole
ne ho scritte tante
amare
dolci,
confessioni mascherate in metafore
odi diretti senza un nome
L'amore
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In danza scenica
s’avvicina felpando i passi
note libere aleggiano nell’etere
nell’arte del divino amore.
La bellezza scultorea di un corpo
intravede luce riflessa nudo vinto
forme piegate, immaginate
alito ansimante, concubito.
Lontano onde
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Fallirò la mira
mi mancano le lettere chiare
mi si raggrumano i contorni
un sasso rotola
nel caos distinguo la fondina di un’idea
volata dal finestrino – legatela stretta!
non sarà un volo facile
in Kazakistan
vi perderete con
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E se penso quanti sogni avrò ancora da sognare
potrei definirmi peccatrice della notte
perché voltando le pagine del giorno
scrivo il cuore in versi per farli svanire all'alba dell'intimo sentire
in stagioni che non hanno fine
E
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Vola anima lieve
candida come la neve,
Mira alla luna lucente
Con il sorriso splendente,
Notte magica
Stella al centro acceca
E il riflesso negli occhi brilla,
Manto stellato
Cela magia del creato,
Disegno immenso
Firmato da mano
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| Ti desidero come l’aria che respiro,
o dolce mia speranza, sogno delle mie notti!
Più passa il tempo e più
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All’etere il suo scrivere rivolto,
affaccio in rime da dizionari aperti
la stilo sfreccia su ignudo foglio
ad imbrattare pergamenate parole.
Colora l’esistenza sillabando,
nel tinteggiare versi con etimologici scritti
col pensiero in poesia nei
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Gocce di luce dagli occhi
Incontro di sguardi come strale
Desiderio intimo si specchi
Bramano contatto carnale
Negli occhi suggerimento
Voce senza parole
Dal suo respiro l’alimento
Di quel connubio s’accende il sole
Quiete mani,
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| E tu scorri lenta
vita
inesorabile al passo
lungo le vie tortuose
all’orma e all’occhio
vigili eppure fragili
ombra di luna
fiamma di sole
impervia e fascinosa
la scalata
premio la vetta
al peso del respiro
aghi nel petto i gelidi sospiri
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| Se solo fossi accesa
- come faro sul mare
a guidare la tua strada -
tu sapresti volare
dritto al centro del mio cuore?
Non c’è acqua a dissetarti,
né ombre a ripararti,
ma ti offro le mie labbra
bagnate di rugiada
e la mia pelle
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Gli occhi dei gatti
sono straordinari,
enigmatici.
Rispecchiano la malinconia
di un cielo stellato.
Gli occhi dei gatti
scaldano
quella parte
del cuore umano
che rimane
sempre all'ombra.
Bisogna essere forti
per apprezzare
una loro
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| Quante accidentali vicinanze
non ci hanno riconosciuti
quanti sguardi diretti
irretiti da un "come stai" di
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| Partirò in ritardo farà caldo
correranno a nascondersi i gatti
qualche bambino dietro le tende, le prende
schiacceranno le prede con le ruote, forse quelli
del camion dei traslochi
uno scempio di piume e cristalli senza troppa
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| Quando il sole si fa mare
e tutto disteso lentamente balla
io preparo per te
i versi che non dissero i poeti.
Con le braccia che si allungano
con le dita che si bagnano
con la voce che si fa sussurro
ti faccio mia come leggera onda.
Non sento
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| Prove di forza
spazi perduti in riflessi di vita
feriscono abbaglianti.
Schegge in ferite di vetro
mostrano l’argento sul nero
l’occhio velato di un gattino
appena nato, non lo vede
si ferma in ascolto,
e fiuta solo odore di latte
da spremere
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Ho sacrificato l'intera infanzia,
il sangue imbratta ancora i vostri tappeti
eppure stoici giovanotti in canottiera
si arrogano il diritto di molestare;
sono stati sbagliati i modi ed i tempi,
le porte della percezione spalancate!
Quando io,
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