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Impressioni
Le 31205 poesie pubblicate sull'argomento 'Impressioni' Poesie sulle impressioni |
Sarà giorno di festa,
come mare in tempesta
impazza la gente.
Svuoterà negozi e vetrine
farà a gara...
Per avere il regalo più bello.
La città si riveste
luci colorate...
come coriandoli.
E' Natale...
Un
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notte di volti
ubriachi di rime
colate di rabbia
uccisa di mai
virgola di storie
scritte d'abbracci
d'albe perdute
d'un fiato
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Si vola basso
se il vento
non t'accompagna
le ali giù distendi
per guardare in alto
Se la luna
ti prende per mano
in
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| Amabile
Cortese
è la ragione
menzoniera
Ed il vostro
non è
mai stato
mio
Deciso
tu hai
di posar piede
su menti
diafane
e
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| Il lago è fermo
nella sua pallida livrea
tra le canne che fremono
ed io vedo petali
che cadono.
L’inverno non è stato
così buono per la rosa,
solo un cattivo commiato
tra il rosso infuocato
ed il verde
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| Appese dalle spine delle rose
le mie vesti
tra gli arbusti
impediscono i miei gesti
negli spazi angusti
Alberi
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Un giorno uguale a che...
al rovescio di sé
fotocopia sbiadita d'un sogno
Niente
Un altro canto
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| La ragnatela
non è altro che un vizio
un modo come un altro
per rimanere tra i tuoi scaffali
come un libro che non leggi ma conservi
Anche se non si può mai sapere
quando sarà ora di farsi masticare
allora sarà
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| Spensieratezza
ormai straniera
appoggiarsi su una panchetta
fra alberi alti e tappeto
di foglie a colori
udire il sussurro del ponentino
a capir d'aver pronto il volo
la tra nembi accigliati
Al di la d'un racconto
senza fine
dove le
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Corpi indifesi
strisciano aldilà del filo.
Magri, spogliati di dignità
dormono in loculi per letti.
Con visi pallidi,
occhi socchiusi da vergogna,
denutriti e scheletrici,
con capelli rasati
vagano nudi come fusi
per il ghetto,
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The rose so perfect, so fragile yearly it grows freely.
A rose is given to family and friends,
A bond, a love that
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Podere abbandonato
e mai dimendicato,
avendovi persino un dì abitato.
Sul sito insiste ancor quella casetta,
non rifinita e sol per me non stretta.
Avevo un cane e coltivavo l'orto,
che poco dava, in tal materia
io non essendo
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Odorosa di alghe e di conchiglie
alle finestre una luce fioca
che colora la nebbia del mattino:
così la casa
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Non avevo capito quella sera,
anche se conoscevo il locale a memoria
solo il sorriso dei ragazzi attorno a me
mi facevo
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Soffia il vento, increspando in un bacio
carta zucchero viva
Spiaggiata giace sul fianco
la barca di legno
mentre l’aquilone volteggia
sembra gridi un tormento all’aria
E danza il dolore
nel profumo libero, arpionato al filo
Quel gabbiano
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o disperata cecità
di sciocchi tremiti
d'un cuore immenso
sconfitto di verità
sconfitto
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| Odio il dissolversi al rimandare del tatto
fiere implosioni pensili allungano la pelle
occhi lividi lancinanti empie
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Un'ondata di sereno mi ha coperto
come la polvere ricopre le macerie.
Azzurro, è azzurro il cielo
ma veste d'un grigiore
che attenua il sole ed ogni gioia vera.
Ho attraversato le insidie del maltempo
dentro le quali mi sono
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Le tue vie sono infinite
di te ci si può occupare
anche quando in mille cose
si è indaffarati.
Sei
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Poche cose
una foto e qualche canzone che mi viene in mente
semplice come la sabbia che mi accarezza i piedi
tutto procede nella follia
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| risveglia l'odore di minestra quel mescolar l'attesa
la sedia di paglia sorregge la porta
attenta al batter d'ogni
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Sùbito
mi facevi paura,
così nera
e misteriosa,
sotto il sole al pomeriggio
o nel tardo mattino.
Con la confidenza,
ho preso a rincorrerti
o mi rincorrevi tu,
ma nessuno vinceva,
sotto il sole al pomeriggio
o nel tardo mattino.
Da
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In piazza, il freddo della sera
mi accarezza il viso,
mentre il silenzio di strade antiche
mi riempie il cuore.
L’eco dei passi sul selciato
accompagna il mio respiro e
il profumo della legna nei camini
mi placa gentilmente l’anima.
Le luci
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| Mi hanno pregato
di tingere la mia vita
di tinte meno cupue
alle tinte stinte dei miei giorni
con altri colori pastello
Come chiedere al grecale
di spirar più lesto
in uno stagno d'acqua
ormai fermo dimeticato da tempo
Un catino
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struggenti derisioni di nero e bianco
rimuginano nelle beffe esistenziali
fanno annegare fremiti e ulcere
lacerano scorci
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| Bevo dal sacro calice dell'emozione
sull'altare della Vita
costruita su pietra antica
sotto piedi scalzi
solcati da rughe di dolore
impossibili da contare.
Sazio lo stomaco
nutrendomi di pane e sudore
masticato da gengive deserte
ché
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| Sei vento
di primavera
in tiepide sere inondate
d’effluvi mandorlati
Sei sole
che si tuffa a mare
e scompare
in onde dorate
Sei luna
che sorride sorniona
e canti di sirena
Sei splendore
di gesta
di padri normanni
e
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Il silenzio assordante
che per i vicoli del vecchio borgo
spande
mi concilia la veglia
e avverto il respiro
stanco e ansimante
del suo ultimo alito
È inverno
e la rigida quiete
vergine resta
Vaga solitario nella notte
Il mio
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Rigurgitò vento,
infine,
la bocca della notte.
Giustiziere,
spartano a masticare roccia,
a scrostare tartaro dall'anima ottusa,
annichilita
nell'impotente,
buia onnipotenza.
Dilaniarono,
i denti della notte,
slabbrati, comatosi sonni
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Ha rapito il suo cuore
entrando di nascosto
con dolcezza di uomo.
Ha parlato d'amore
ascoltato il dolore
letto dentro la poesia.
Adesso importante
si sente padrone
di un cuore
che prezioso conserva
chiuso dentro una pagina
la pagina della
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31205 poesie pubblicate sull'argomento Impressioni.
In questa pagina dal n° 18181 al n° 18210.
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