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Le 34 poesie pubblicate il giorno 29/11/2018
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Quel piangersi addosso
non lo sopporto più.
Stringono una maschera tra le mani
quando si dirigono tese, con larghi
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E giace inerme
la mia stanza stanca
ebbra di rime ritagliate
ad un fioco chiarore di luna.
Le strofe
si vanno a incastonare
nel tessuto fervido delle idee
sotto un languido
pallore di stelle.
Io, stanco, mi rifugio
nelle spire del buio
dove
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ci fu un tempo in cui inseguivo le parole
e m’immergevo in un mare di nuvole
appagata senza nulla ricevere
ero ebbra di sete
e di me così compiaciuta
che non vedevo gli altri
che m’inseguivano
mi amavano
un saggio mentore mi tirò fuori da me
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Era un tempo lontano
e tu amavi cucire le favole
con qualche parola
presa dai sogni
I mattini avevano il sapore
del pane caldo
appena sfornato dai passi
e tenuto segreto per ore
Tra le nostre carezze
qualche ombra
celava le lune
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Il cielo un acquarello
d’un pallido celeste
il mattino una luce leggera
come il lume di una candela
le nuvole
dentro una
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| Non assomiglia
più a niente questa poesia
come se al largo
ci fosse un fiume
o una cascata
su cui sbattere le
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| Piove su me il mio passato
come una goccia color sangue.
Ma io, io amo il rosso
e vi ritrovo la primavera come in
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Il mio terrazzo, a volte
è come un volo nei sogni.
Nel silenzio e nel buio delle notti d’estate
chiudo gli occhi e mi siedo ad ascoltare
nel respiro del cielo
melodie di ricordi
e tra i sospiri del cuore
risento quel calore dolcissimo
quando,
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Mi viene incontro
il fragore dell’onda spumeggiante,
un arido sorriso di foglie secche,
nel silenzio della sera.
Odor di
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| Eri sceso dall’ultimo vagone,
le spalle curve come un peso addosso,
il treno in lontananza,
la stazione.
Lo sguardo a indicarle l’obiettivo:
un tratto di cammino,
e via con gli aghi appuntiti
dentro,
circondati dagli aghi
di pineta
e rabbuiato
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| Un défilé dopo l’altro,
per scegliere annoiato,
un vestito che fosse quello buono.
Credere ogni volta di esserci
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| Sono felice, di non scordare mai
le parole che mi sussurravi
lungo il sentiero del rientro
sotto una coperta di stelle,
dentro quel sorriso di gioia
che illuminava il nostro sentiero.
Sono ora felice sulle tue labbra
a pronunciare ancora una
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| Quando ti sarai rialzato dalle libagioni
e dalle danze baciate sui tramonti,
bevendo gli occhi suoi di fuoco,
attraverso
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Nell’immensità del blu,
nella profondità del mare,
si tuffa un cuore per
racogliere un fiore.
Non ci sono più confini
all’orizzonte solo il
ricordo di un tramonto.
Dove il sole, nel mare
si immergeva, e quel calore
lentamente si spegneva.
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Lo speglio bacia i tuoi capelli d’oro,
oh nobile figliuola del Wallhalla!
Forse l’argento suo ora ti desidera,
vedendo che
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respinti come cristi malati dei sogni da bambini
gassati ad un passo dal sogno da poliziotti della terra dei sogni
laggiù vicino al confine soffia il silenzio di famiglie spezzate
oh fratello deserto che riposi i nostri fragili corpi
respinti da tutti
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Da sola
cammino su marciapiedi
coperti dalla neve,
nascondendomi negli anfratti,
di portoni distrutti
dalle tempeste.
Da sola salgo
su vorticose giostre,
mantenendo un equilibrio precario.
Mi incammino tra silenzi
straripanti di suoni
e
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Ho un piccolo orto nel cielo
dove coltivo i miei sogni
frutti di acerbe illusioni
tra tralci di stelle e vendemmie
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| Scrivo perché la vita
mi dona istanti di lucidità
col canto che la voce modula
il tuo nome sulle soavi note
di un solfeggio che un giorno
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| Quello che dico è un attraversamento
il luogo dell’incendio, la prima scintilla dell’oblò.
Qui sgretola il cielo, si fonde il tesoro dell’acqua e della luce
la pioggia spacca le antenne:
dico che sono dietro l’assedio, con fratture alla voce e occhi
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| Quando io vidi questi fatti Eternia sinistramente scintillante sembrava e di luce accecante: acciaiosi uccellacci con le teste lucide e ribrezzanti markavano l’aria a morto in formazione romboica a tratti silurando l’aride rocce con le penne oscene Ora lo
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Canta il vento
più di una sirena,
tra stelle che brillano
come cristalli frantumati,
guidano i marinai
tra onde
che abbracciano l’arenile
come le tue
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Ombre di parole, gli sguardi
si affacciano verso sera
stanchi di luce, di troppi occhi
si posano sugli oggetti inanimati
cerco il confine dello sguardo
quello che non vedo mai
si inarca il giorno nel tramonto
è sempre lo stesso dolore,
la
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Ti ascolto
su non farmi attendere invano
fammi gustare sensazioni emozioni
quel vento nostro amico
sicuramente saprà adagiarle nel cuore
gradita sorpresa da tenere ben stretta
suvvia non giocare a nascondino
aiuta quella brezza
assicurando
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Albeggianti alberi m’ attendono
ovunque vada scalzo
come viandante sospeso
in cerca dei profumi
ancora sconosciuti
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Perdo lo sguardo
nel blu profondo di quiete
che cela tua immagine.
Libero soave pensiero
in volo oltre le nuvole,
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| Era lì, a Villeblevin,
che beffardo ti attendeva l’eterno oblio
tra inaudite fatalità,
forgiate da un assurdo onnipresente.
Non c’è stato il tempo di capire
che la vita stava per dirti: addio.
Corpo vilipeso, tra rottami contorti.
Dov’erano Dio
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| Scopro passi d’una triste danza
s’associano a non rari pezzi di storia
amara, come battaglie inconsistenti
al peso, per un
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Fluisce il tempo,
scorre,
lancette d"orologio, meridiane
o clessidre,
a scandire momenti d’eternità
o movimenti incessanti
di un fluire senza soste.
Come l’attimo che si perde
nel cuore, nello sguardo,
tra le mani,
in un sentire, dove
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Eolo |
29/11/2018 08:49 | 1401 |
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Come corvi sulla diga del Liscione
stanno gli sciocchi a guida del Paese
altro non sanno fare se non gracchiare
e due
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34 poesie pubblicate nel giorno 29/11/2018. In questa pagina dal n° 1 al n° 30.
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