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Violenza senza limiti
Le 22 poesie pubblicate sul tema " Violenza senza limiti "
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| Lo vedi
sul muro del parco
di oleandri
a sfondo del passeggio
quel gran segno
rosso
C’è
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Mentito arcobaleno rivesti,
non serpi in seno da cui fuggire,
ma annunci di venti primaverili
cromati da turbinio di sole,
ed occhi catturi in risposta
agli strali del tuo falso splendore,
lo chiami amore ...
Lungo la turbata strada del
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Io sparo,
guarda che ci vuole,
premo il grilletto e miro dritto al cuore!
Ti arrabbi, che dici? sono inermi...
sono solo dei dannati vermi.
Io sparo,
Si, faccio una strage!
Chi se ne frega se qualcuno piange,
sempre ancorati a queste stupide
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Vive la terra
in un assurdo furore bellicoso
senza i venti caldi d'estate
e senza il ritorno
di delicati profumi di fiori
le strade si bagnano di sangue
saltano i treni dai binari,
dal cielo
precipitano gli aerei
muoiono nelle
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A volte il pianto degli occhi
scorre nel dolore di un tempo
senza fine.
L'uomo avanza,
arcigno, prepotente, feroce
aggiungendo atrocità agli olocausti del passato.
Religioni, potere, denaro
per scalare quella torre di babele
dove si
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Prono, sulle ginocchia arrossate,
pregai sullo scalino di quell'altare sconsacrato
che il tempo avea per sempre rovinato.
In quell'aere muffata
trovai però quella pace dimenticata.
Il tempo e la sacra ipocrisia
avea ormai abbandonato quella
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La forza della persuasione inesistente
fallimenti ed incertezza
cerca un equilibrio
in ogni genere di bassezza
come dell'abbandonarsi inopportuno,
comprendere non salva la debolezza
l'impotenza davanti al male è sconveniente,
il male muove
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Ed ecco la fenice allontanata
tornare dalla terra degli inganni
rossa e più avara
ombra disperata
decisa a trionfare sugli agnelli
con tutto il fuoco in armi e sempre vivo
segnata dalla febbre travolgente
dal giorno che rinata
si cala sulla
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| Ho il volto privo e orfano del sole
bruciato dalla mano più vigliacca
ma gli occhi come dardi in faccia al cielo
stravolgono l’orgoglio e l’orizzonte.
Ho visto la paura e la sua mole
l’affronto delle onde e la risacca
e sopra la mia testa
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| Venditori di rabbia
su l’intero mondo,
sacrificano il bene
su l’altare dell’odio.
Sono sorgenti di sangue
rubato agli amori
che germogliano ovunque
in tutte le età.
Piange la terra
nel grido del dolore,
non c’è più speranza?
E’ l’ora della
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| Il mare è in cancrena.
il cielo rovesciato in overdose di nubi violacee
che copre tramonti dolenti di spettri
Vampate di luce sollevano
un vento di membra sparse
versando il sangue nei cristalli rotti dagli spari
che sprofondano le arene
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| Legato e imbavagliato
sfregiato e picchiato
sparato e colpito.
Buttato nella stiva
coperto nella melma
gettato nel mare.
Sopito dal sonno
freddato dai
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Non ero così!
Quando mascheravo
indifferenza e noncuranza
Non erano gli occhi miei
a togliere il sorriso dal tuo viso
e la mia bocca a salutare
le tue labbra senza il pianto,
a richiamare l’attenzione
e il desio dei sensi
su di
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Ancora morte e orrore
per le tristi vie della città.
I viali inorriditi percorre,
la violenza,
ovunque sangue e dolore
sparge
senza tema né pietà.
Le piazze attraversa
e le chiese e i giardini
e le case
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Si confondono le acque nei passaggi ciechi,
come guizzi di fulmini nell'orrore
s'arresta il flusso tra le dighe.
E' il prezzo dei detriti l'esondazione
nei deserti programmati, calcolati.
Un vero uomo piange
là, dove tutte le iene
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Natura sopita sotto il gelo,
al sospirare di acque ferme
e cristalline.
Sotto la neve si piegano le
siepi, resta il silenzio cupo
degli uccelli.
Sono memoria, le rose del
mattino, pietà di foglie morte
dentro i viali.
L'anima scopre
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Perversa mente in respiro altero
col cuore di Caino
dalla notte dei tempi senza amore
e immonde mani
che uccidono fratelli
sporcandosi del sangue innocente
dentro lo sguardo torbido di padri assassini.
Non si placherà rumore
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A fiumi e a fiotti
sgorgherà il sangue
di un’umanità sgomenta.
In contrade isolate
nelle case dei poveri
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Vestiti di nebbia
come le torri esposte e protesi
verso il cielo grigio dei novembri stesi
Non so
Se esista il cielo cupo su di voi
Imprecare il giorno
nel suo crescendo
Non so
Se vedrà l'ombra
portare con se l'aurora
in quel
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| Oscurità buio
i miei occhi
non vedono
frugano cercano
le piccole ombre
svanite nel buio
come in un sogno
appartengo
al seme della terra
mi nutro del suo fluido
remoto vuoto viscerale
in me penetro nella
luce
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E dentro me c’è il vento della morte
il nero mio piacere della sorte
che sradica la vita con la rabbia
di chi nasconde il capo nella sabbia.
E dentro me non trovi che tormenti
niente rimorsi né ripensamenti
votati a sgominare il bene
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Il volto sfigurato è ormai già vecchio
firmato dalla furia sua dannata
e tu ti vedi sola e disperata
davanti alle rimesse dello specchio.
Il sole che sembrava risplendente
all’improvviso ha messo i suoi vestiti
più neri
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