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Le morti bianche
Le 56 poesie pubblicate sul tema "Le morti bianche"
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| Caffè bollente condito d'amore
una carezza ai gigli addormentati
un bacio alla stella della casa
e la corsa al cantiere
gustando il ritorno al nido.
Spalle incurvate dalla fatica e mani segnate
illuminate da tiepide perle di
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| Come funamboli
sul filo
in precario equilibrio sfiorando
la morte
Come funamboli vivono
incerto
il momento
tendendo all'altro capo
Come funamboli
pazienti
ripetono il loro esercizio
logori
di una vita troppo uniforme
E come
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| E ti alzi
già stanco!
Più di venti anni...
La stessa strada,
tutte le mattine
alla stessa ora.
Vorresti cambiare la tua vita...
Ma sarà lei di lì a poco
a cambiare te!
E nel riposo eterno
sfilano le notizie.
Parole
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| Cappelli di polvere
gelo d'inverno
nuvole nere
Rose pungenti
in algida terra
di cipressi gementi
Bianche farfalle
sull'erba bagnata
rosse mura di pelle
- Secchi sono i fiumi alla deriva
tra urla di lacrime
che muoiono la riva
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| Un bimbo senza padre
sulla porta piange
qualcuno prega
una donna
si dispera
una pressa impazzita
ha investito
la
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| Il silenzio concitato
è rotto
dallo strazio della
sirena.
Per terra un corpo
sghembo, contorto
ferocemente morto.
Ancora la dama bianca
ha falciato una vita operosa,
facendo vedova una sposa.
Il cantiere è in
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| L'ultimo dì
prima delle sospirate ferie,
il sole si svegliò tardi
ma tu eri già andato via
senza lasciarmi l'ultimo sorriso
per finir lesto
la tua opera incompiuta.
La rugiada ti baciò il viso
al posto mio
e i
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Vite spezzate
da negligenza
da cupidigia
o da intransigenza
che sole od insieme
in te che dai lavoro
sono il grembo
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Abdullah, il marocchino
pregava il suo dio
cinque volte al giorno
con il viso rivolto
verso la Mecca.
Non bestemmiava
neanche quando lavorava
dall'alba al tramonto
per trenta euro al giorno
in uno squallido cantiere
di periferia.
Cadde
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| Fievoli occhi
in smorzato grido
spuntano il cielo.
Un corpo esanime
sul ciglio di un precipizio
cela splendore
di identità svenduta in bilico
ad un misero salario in nero.
Ingrata fine ... da chi
svuotando vigore
di poderose
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| I domani
furono
bianchi nomi da scrivere
che non conoscono memoria
- Voci appese a un filo di luna
Che in una mano, hanno silenzi
nell'altra il paradiso.
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| Ho visto Marco volare
ma non aveva le ali.
Ho visto sua moglie Kurda
non piangere
e non lamentarsi:
Ho visto i suoi figli
al funerale
tenersi per mano
e guardara la luna di giorno
nel cielo di Milano.
Ho visto Marco volare
la mezza
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LAVORARE PER VIVERE
aver due soldi in tasca
pagar l'affitto e il mutuo
mangiare e potersi vestire
metter su famiglia
comprar l'auto
andar in vacanza
crescer bene un figlio
VIVERE PER LAVORARE
tre quarti dell'esistenza
passati a sgobbare
a
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| Come ogni mattina
un caldo abbraccio
un saluto dolce
a chi ti ama ed aspetta
la sera il tuo ritorno
insieme al chiaror della luna -
un bacio al figlio
sereno dorme
ignaro che mai
ti conoscerà...
Fischiettando vai
in bicicletta
verso il
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Cent'anni
di coraggio,
cent'anni
di sfida
e dolore,
cent'anni
sotto il duro
giogo
del vile,
del potente,
ingiusto
al male
inflitto
indifferente
e assente...
Cent'anni
son passati
da quel
bastardo,
maledetto,
giorno
fra
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| Alla sera,
ascolto il pianto del mare
che inghiotte i suoi figli
anime torturate
abisso di dolore
in lacrime d'amore.
Di duro lavoro
l'umile vita dalla tuta blu
dipingo di rosso vernice,
monotona estenuante fatica
di sfamate mascherine
e
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Decapitati ed amputati,
arsi e soffocati.
Assassinati sul Lavoro!
La dispensa
di Politici conniventi
per un fattuale perdono.
Morti bianche:
comunità ferita
dal lancio di una pietra...
Morti sul Lavoro
come acqua sulla pietra...
Il
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e vorrei dire basta!
e non ho più la forza
per oppormi al silenzio
di vite spezzate
bianca la falce in un giorno tiranno
mai più vorrei infilarti
fascia al braccio
nera come la notte
che è scesa sulla tua semplice
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Quante speranze, chiuse in scarpette di lana rosa.
Quante ne hai dette al mondo, usando lacrime ed urla.
Hai aperto gli occhi sorpresa per ogni cosa,
svuotando i tuoi respiri in mal sigillata ampolla.
Ti ha tradita l'infame! Trafiggendoti il
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Figlio mio
non volevo morire
sfracellato sull'asfalto
di questa terra straniera.
.
Nella città che
dopo avermi
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Angela |
29/01/2011 00:41 | 1481| |
Poesia segnalata
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Ancora con le nude mani.
Stringere viti e bulloni
nell'equilibrio precario
della tua precarietà
è marchio del disinteresse
di chi non dà voce
alla tua voce.
Presto è dimenticato
l'ultimo volo
senza
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Pagine ostili solcano feretri bianchi
nella gelida quiete senza sosta
non c'è alcun Dio tra le vite sciolte
in polvere di stelle e croci
prive di nome, uomini nel baratro
cavalieri di un'epoca senza luce
ombre mai nate in terra
tra spille
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| Si è spezzato il respiro
è caduto il destino
con un piede in fallo
è uscito di casa
ma non è più tornato.
Si è spento il giorno
si son dissolti i colori
ha visto sfilare davanti a sè
immagini della
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| Accoglie i figli
la terra nei giorni
del pane
Quella terra
chiamata paese
a sé li riprende
donando la morte
come ad una cane
Una democrazia
non può confondere
sangue e sudore
Per quattro soldi
di sopravvivenza
si
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| nonostante tutto non fu mai reato
nessun funerale di stato
forse è andata meglio a Nasiryya
la stessa famiglia
la stessa masseria
un figlio dà del suo
come gli conviene
forse era destino che
dovessero ambedue cadere
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56 poesie pubblicate in questo tema.
In questa pagina dal n° 31 al n° 56.
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