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Ieri pubblicate 23 poesie e scritti 35 commenti.
Poesie pubblicate: 361’356Autori attivi: 7’478
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#Disperazione
Le 125 poesie pubblicate con #Disperazione |
Rabbia incombe con tutte le sue luci psichedeliche
niente si può dire niente si può fare
eppure la libertà è in vigore
strada senza sbocco
inutile rispettare il codice
ognuno tira l’acqua dove crede
non esiste margine
esonda il
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E’ triste il cielo
quando danza il male
intorno a vite svestite d’ogni bene.
Ho visto la fame negl’occhi d’un bambino
ed il cuore si è sciolto
come neve sotto il sole.
Spento è l’incanto
prima dell’età della
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Affronto la tempesta,
in mare aperto,
mentre la strada m’avvolge di vento.
Invisibile, respiro la notte,
sotto un cielo che mi è padre,
mentre pesante il passo
accompagna, il mio andare stanco.
Vagabondo, come sentinella, attendo
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Imbestialita questa sera
non riesco ad avere pace
tremendo quel colpo fustigatore
vorace ingoia
suppellettili guardano in cagnesco
amici nemici
che non riconosco
traditori
il perché da ricercare
in futili motivi
roditori di
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Si è fermato il tempo, dove angeli neri
m’hanno strappato l’anima,
sotto un cielo di cemento
che odorava di pianto.
Non c’è più pace dentro,
giorni scorrono quasi sfuggendo,
mentre, sento il peso del dolore,
millantatori calpestano il mio
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| Nel buio celata
anima succube trema
violenza insensata
l'incatena
- impossibile divincolarsi -
sospiro strozzato
stritola
speranze soffocate
trafiggono
urla terrificanti
s'arrendono
la paura annienta
ogni pensiero si ferma
nessuno
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| Notti insonni ad oltranza
consumano il vivere
piattole birichine
strusciano tra le coltri
estirpando quanto
dentro si agita
manette ai polsi
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Questa sera
oceani di pensieri
invadono la mente
verso altri sentieri
privo di sogni e mete
l’urlo mio s’incendia
l’urlo dell’anima sottomessa
l’urlo della coscienza che si ribella
l’urlo dell’uomo figlio del mondo
l’urlo represso
che
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| Marche por un pueblo
por mis hijos
mi pobre país
pidiendo trabajo
un pan pa’ comer
Grite, caí, me alcé
limpie mis rodillas
y volví a gritar
No obtuve respuesta
del asno
que con poder ultraja
Amargo padecer
queja sin llanto
implorando
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ciò che sembra chiaro
non è
respirar disagio
alimenta un'oceano di perché...
quando l'apparenza realtà diventa
smarrimento e desolazione straziano
vendetta e cattiveria
il cuor saccheggiano
da padroni dell'anima
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Come ruscello non trovando ostacoli
sgorgano le parole
una ad una s’immolano
per una causa
non da tutti ritenuta eclatante
roventi spilli insidiano
lacerando bestemmiando
per quel vivere ormai andato
in bellavista
non esistono chance
solo
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Si è chiuso quello sportellino
contenitore di gioia e dolori
comincia a fare i capricci
non facile trovare il rimedio
ovvero sarebbe semplice
se solo il coraggio avanzasse
non sempre questo è sufficiente
ben altro bussa alla porta
facendosi
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Uffa! Basta!
Non mi va di essere presa in giro
la pazienza è furibonda
come si può non rendersi conto
la vita sfugge fa come le pare
sempre più difficile condurla
un’incudine da distruggere
occhi bendati e singhiozzo distruggono
è mai
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Più non arriverà quel momento
quella visione non vissuta
che si ripresenta ad oltranza
rimpianto per quell’attimo
dolcezza negata
profumo cancellato
il perché
rimane chiuso nello scrigno
non basta la seconda volta
troppo breve quella
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| Como el polvo gris
que se posa sobre
un vidrio, quitándole
su transparencia y
lucidez, así entraste
en mi existencia
opacándola cada vez
que tu mirada fulminante
me roza y en ese instante
soy nada más que ceniza...
Tu me quemas,
me
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| Quella valvola di sfogo che non riesce a sfondare
si materializza in un fascio di apprensione
che solidale si estende a quel grappolo
capace di convogliare come imbuto
margini d’intesa
sofferenza atroce palpita
cercando rifugio
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| Tremendo quel ricordo
ritorna sovente
piccola solfeggiavi immagini
quando alla fine di una rampa
come regina sedevi
non sapevi che presto
tutto avrebbe avuto fine
pochi mesi per vivere nell’oro
il futuro brandiva la spada
porgendo su di un
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| E’ scappato
non riesci neanche a prenderlo per la coda
si è volatilizzato
erano parole incandescenti
una vera bomba
forse giocano solo a nascondino
torni sui tuoi passi
niente vive mannaggia
come fare
se non rifugiarsi in altri
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| Tutto ha un limite
e quando non se ne può più
non se ne può proprio più
occorre solo tapparsi le orecchie
onde non lasciarsi infliggere quegli aghi
capaci soltanto di far soffrire
basta vedere un movimento della bocca
perché si riacutizzi il
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Sorte funesta a contornar vita,
tradito amor in
folle cantar su rio, e
sentenziare bramosa pena,
solerte musa
ad ispirar tragedia a corte.
Ti rinnegò l’amore che bramasti,
invano incidere sul cuore,
plagiata e disillusa.
Oscura ombra a
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Come può il tempo
cancellare il male
quando, ferito il cuore, si veste di dolore.
Candidi vestiti
ricoprono, come foglie la terra scura,
i lividi, d’un corpo martoriato, di un’anima prigioniera,
che senza colpa, subisce, tace e non si
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Amor profuse
ciglia accostate a labbra...
strinse una cintura di stelle
d'ali d'angelo in preghiera, il velo.
Volse la mente a Romeo e Giulietta
virgineo il trasporto
dimora d'un compiersi agognato.
Nella tetra alba
l'ombra d'un
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Chi siamo, se non creature manchevoli
custodi in seno del soffio del Creatore,
spesso nel dolore riavvolgiamo la vita
lasciando scivolare dall'anima il suo Verbo.
Lo malediciamo proprio perché esiste,
rendendo giusto per noi
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Non serve cogliere le fragole
quando nel cuore tutto si uccide
non vale la pena confondersi
onde ritrovare falsa felicità
basta un niente
e quello che dentro attanaglia
torna senza remore
ad infliggere quei sentire
che in un attimo lasciano
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Disperazione in quegli occhi
chiedevano aiuto
un castello veniva abbattuto
uno ad uno
pezzi del puzzle di una vita
venivano scartati
nuovo alloggio un vero rebus
spazzatura a bocca aperta attendeva
stringeva il cuore
in breve
il passato
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Bisogno impellente di confessione
no non può rimanere nascosto
vergogna
un osso duro da depennare
su e giù in quella stanza
appesa ad un filo
memore d’insegnamenti
non riuscivi a gestire l’evento
anni ed ancora anni
non cancellano
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Che follia!
tra fiori di mare
e lo spettacolo del sole
oltre splendida luna
la guerra
si sfila
la sofferenza
davanti al cielo
spumeggia
sulle vele stanche
fiume di lacrime
in colori mischiate
verso est
una speranza
d'abbracci,
sai ...
il
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| Stanchi, pallidi, smarriti
dentro un sordo dolore
scendono dal treno, rimasto
fermo alla stazione.
I profughi
con le loro occhiaie profonde
narrano un dramma senza fine.
Laggiù le case vuote
tremano al boato delle bombe.
Le messi non danno
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“Donna, ecco tuo figlio!
...Ecco la Madre tua”.
Scese sul tuo silenzio, come un soffio,
l’ultimo suo alito di vita
con l’ultima goccia del suo sangue,
qual stilla di rugiada
nel mare ardente del tuo inenarrabile dolore.
Ci fosti consegnata
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125 poesie pubblicate sull'argomento Disperazione.
In questa pagina dal n° 61 al n° 90.
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