Pallida memoria
Regge lontano
Putiferio di foglie
Trasportati dal vento
Nel sole ormai spento
Da tristezza e incubo.
Arbusto gobbo
D’appannato
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Nasce vuota
salendo
inconsapevole di pioggia
da un sole acerbo
nel timido tepore di
mille impronte
lasciate impresse
sulle ombre respirate
appena.
Fatata
carezza silenti spazi
negli istanti in cui
la musica
matura tra i rami
le
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Fruscio d'ampolle e steli a sostenerli,
impercettibile suono ad affiorar sul fiume,
destar ascolto in fievol sospiro.
Il giorno evolve in chiaror di luce,
ombre ad affiorar ai margini del fiume.
Amplesso d'amore,
sogno in sospensione,
colori a
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Di colpo mi ritrovo dentro il bosco
e subito il respiro cambia forma
il pensiero rallenta, il piede pure.
La mano allunga decisa verso il mare
spronata dall'incanto di dune arrampicate,
dall’invadente sabbia sulla strada
che scivola impotente
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DaviD |
10/11/2015 07:12 | 1497 |
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Trasparente velo avvolge l'alba,
brezza marina dolcemente la sfiora,
canto del gallo spezza l'incanto,
nell'aria lo spande eco lontano.
Nuvole in corsa dell'infinito immenso,
tingon l'azzurro di plumbeo grigio,
pioggia d'ottobre i campi
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Due occhi nel bosco intenti ad ascoltare
di storie di gnomi, folletti e di fate:
“Quell’albero, vedi? Han fatto un disegno!”
“Così non si perdono, nel loro regno.”
“E guarda papà, in quel tronco c’è un buco!”
“Avranno una casa,
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DaviD |
26/09/2015 05:21 | 2135| |
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Minuta, sdraiata, lì da sola,
in penombra, semi nascosta,
ove di rado occhio esplora,
t'ho vista, con garbo
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In fila indiana
con un cappellino tutto rosa
violavano quel bosco incontaminato
alla ricerca della felicità
piccole creature indifese
trovavano la forza nella preghiera
punto di arrivo
in un mondo sempre più alla deriva
campanellini suonavano
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| Svegliarsi al mattino
trovarsi davanti
il paradiso
qualcosa di incontaminato
che si affaccia dentro il bosco,
bosco di faggi dove la natura
si rigenera per dare ospitalità
agli animali.
Il lupo sovrano s'accresce,
ma la sventura di
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| E’ arrivato il giorno più
Corto, dove i passi
dell’inverno si fanno sentire,
rumore sordo
frantuma il silenzio
nella valle tetra
fredda dal gelo
ramo spezzato dal peso
della neve
giogo insensibile
di un rumore
isolato.
La paura
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Nell’incedere a piccoli passi nel bosco
mi sentivo benvenuta, festeggiata
con gran tenerezza,
accolta ed amata dalla natura.
Leggero udivo
quel fruscio di risa, di foglie ingiallite,
quelle voci misteriose
che avvolgevano e sconvolgevano
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| Sotto un manto di sole
che pelle d’anima rinvigorisce
consacrando colui che vita m’ha dato
riconoscenza echeggia
tra monti di una valle
Sfera di luce relazionando
con mari e monti di fondovalle
ancora è Paradiso coi raggi cocenti
l’amata
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Ardua quest'erta di monte
rumore di passi rieccheggia,
nel qieto cantore di vita
arridono ciottoli rotolanti a valle
stanchi della stretta antica
d'una roccia madre, ormai corrosa.
Stecchi e arbusti macilenti
al mio passare divengono
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Cade una foglia,
cade lenta ...
abbandona il suo ramo,
cade di giorno o cade la sera
sul finir dell’ estate.
Madre,
che mi hai generata,
accolta e assistita
è giunto il momento
che tu entri in riposo,
ed io da te
mi stacco e m’allontano
in
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Sentieri solitari, di sassi del carso,
segnati da una luna bugiarda
che a volte di loro si scorda,
là, dove colonne di legno ornate,
scambiano ignare la felicità col vento,
sussurra la malinconia.
In notti dove il pianto si
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| In Lapponia in un bosco incantato
c’era un abete colorato,
tra tanti spiccava
di lui tutta la gente parlava.
Era l’orgoglio di gnomi e fate
lo avevano reso famoso tra monti e vallate.
Niente luci e palline a renderlo bello
i suoi rami erano il
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Tiepido passo
su rosse foglie sgualcite,
fruscianti
l’arco del tempo
nel sole immobile
a gravitare.
Nella mente,
i tarli s’annullano
rincorrendosi
in chiassosi silenzi di boschi
appisolati.
Colante suggestioni,
aspergo brividi
il
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intonsa
da grembo di madre terra generata
riconosco la vita
si pur piccola
tu goccia
dal grigio cielo scivolata
muti della tavolozza gli sbiaditi colori
un esile filo d'erba
quella fragile primula
occhieggia laggiù leggera trapunta
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| Dove è più fitto il bosco
nel breve spazio
lasciato libero dal muschio
tra un fungo e un abete secolare
spiega orgoglioso
le sue piccole vele
il moscerino.
E mentre tende in alto
ignaro dell'immenso
si sente simile a un Titano
che
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