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Ieri pubblicate 23 poesie e scritti 35 commenti.
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#Bosco
Le 49 poesie pubblicate con #Bosco |
Il sole sbircia in lontananza,
assopisce e s’addormenta,
lasciando un tiepido calore,
avanza il buio e notte ne fa gloria.
Tramontano nuvole ed il ciel non si ribella,
l’allodola dorme,
e la cerva coccola la prole nella tana,
dormono farfalle e
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Paffutelle come bimbi si aggirano per i prati
quasi a richiamare chi per loro si è fatto in quattro
assaggiando ed assaporando in compagnia
leccornia insostituibile
comportandosi da vera calamita
piccole verdi foglie colorano cestino
desiderose di
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Andammo vigorosi ed aitanti
per viali boschivi e prati immensi,
ad inebriare la vita furon colori e
l’aria lieve ad accarezzar il viso.
Andammo come guerrieri al fronte
senza pistola e baionetta,
un canestrino di paglia ed un bastone,
orgogliosi
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Novembre: Assonnato, intirizzito,
trascini la scorza come tartaruga.
Stormi di uccelli migrano nel mare,
oltre il grigio cielo in terre lontane.
Un Fringuello canta,
incanta sulla paglia del sotto bosco,
saltella su ghiande e foglie
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Pullulano gentil anime nel ciel in canti ed incanti,
un vociferar d’amor gioviale,
colorate libellule, capinere e cicale canterine,
ed un orchestra di grilli malandrini.
Rondini a virar veloci e pipistrelli appesi ai muri,
stormi di gabbiani a volar
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La valle si apre allo sguardo
cucita al cielo da una cerniera di monti
ora innevati.
Al fondo il fiume
e sui pendii scoscesi abeti e pini secolari.
Alle sue spalle
invisibile agli occhi
un’altra valle
legata anch’essa al cielo da una cerniera
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Un bisbigliar solerte a tacito richiamo,
essenze di profumi a riempir le nari,
son attimi gentili a soffiar su noi.
La natura parla e sospira i suoi malori,
paure e gioie alle sue creature.
Anime canterine e sprazzi di colori
fogliame a tappezzar
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Fiocchi di neve
aleggiano la vista,
come cristalli
scendono,
ricamano in volo
Piume bianche d’ angeli,
fiori di nuvola svolazzano,
leggermente
si posano
incredibilmente morbide
Il sole disegna
magicamente
ghirlande di
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Scivoli sul corpo,
viscida, fredda, perversa,
sulle rose, le viole,
sulle foglie secche,
negli ulivi e nelle vigne.
Strisci sulla terra,
sui verdi prati,
nell’aiuole, su un ramo a riposare.
Velenosa forza,
paure, insicurezze,
ad attaccar
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Strade in logorio di anni e
vecchi vicoli d’amor consunti e calpestati
un camminar di vita tra nascere e morire.
Imponente e sontuoso Palazzo Odescalchi,
muro di cinta a protezione di paure e pericolosi spazi.
Paese natio, dimora con amor cresciuta.
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Lassù, sui monti innevati il vento tace e
guizzi di nuvole rapaci fan da ritratto al mondo,
specchio maldestro, dinamico e stravagante,
opera divina e opera terrena.
Quassù rimbalza la voce e fa eco,
un rotolar per valle in languide promesse,
quassù
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| Alice non sarebbe stata più felice
seppur dirupo facesse paura
quando tra i boschi nel buio più completo
lampiridi in lontananza coprivano battiti
luna piena illuminava i cuori
tracciando strada a chi a lei si ispirava
persino volpi
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L’ombra non s’allontana
sembra un nero fantasma
rami sono intrecciati
non danno spazio al sole.
Nel cuore un vetro rotto
qualcosa s’è spezzato
è smarrita la strada
tortuoso è il cammino.
Son doloranti i piedi
è cupo l’orizzonte
il vuoto
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| Nel viale del tramonto i colori si fanno
brillanti.
Esce entra il desiderio,
infuocato dalla passione e
rosso mattone è
la foglia che giace.
L’estate degli amanti
è infuocata
d’ardore,
pecca senza accorgersene,
prega il tempo che fermi
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| Descriverlo è semplice.
Complicato viverlo.
Un po’ come abbracciare un albero
Senti l’essenza, la ruvidità della corteccia.
La linfa che scorre,
le fronde che lasciano il loro pianto.
Rugiada repentina.
Fragranza che toglie il respiro.
Eppure
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| Con passi lenti
camminavamo sereni
lungo quel viale ombroso
che già in gioventù
amavamo percorrere,
mano nella mano,
fino a raggiungere
la grande quercia antica.
Ritrovammo sul tronco,
quel cuore inciso
trafitto da una freccia
con
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| Ricordi quando in mezzo al bosco
gustavi quella fetta di pane e cioccolata
che alleviava lontananza
tremavano le mani
rivolte verso il cielo
in preghiera
.
ancor oggi senti il suo profumo
seppur ti sia vietato assaporarla
devi rassegnarti ormai
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| Ovunque fa capolino quel battito
nascondendosi onde non intralciare attimi
sa bene quanta sofferenza si cela
un vero intreccio di rami
in un bosco capace di catturare sentimenti
.
come non avventurarsi in quel sentiero
ove ogni ciottolo è pronto
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Sole a trafigger alberi e
colori ad investir il sottobosco
a tepor di foglie rosse,
ombre e luci a colorar come pittore.
Vuoto da colmare ed attender che
il ramo le lasci cadere,
silenti foglie attorcigliate
a tesser un manto di tepore,
per
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Ti piaceva assaporare davanti a quel grande schermo
profumi di bosco
quasi impacciata la natura si riversava su di te
montagne colline prati in una danza senza confini
aiutavano a sopportare quei momenti di solitudine
una vera medicina senza
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Ogni jornu cummattinu
umori e sintimentu
puliticanti illusori
passanu li jorna
a lu so commentu.
Piglianu u futuru lu jettanu
nni rutai d’un trenu ca drittu
comu un filu senza bulluna
portanu luntanu la furtuna.
S’inghinu a panza li
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S’ode bussar alla porta ed apro.
Ah finalmente arrivi. “Primavera”
Arrivi con fragore e nel cuore posi ogni qual fiore.
Profumi di ogni tiepido calore e
nell’immensità in ogni angolo ti poni.
Benvenuta Primavera nella mia casa,
gradita e ammantata
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Onor a te che ogni tuo petalo
forma un macro,
corollario ad aggirar se stesso
e fiore a fiorir in simmetria vegetale
colori smaglianti d’avvenente mistero.
Onore a te Dio della quasi perfezione,
agli occhi di beltà vestita,
fierezza fioritura
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| Caduche foglie,
abbandonano il ramo
nell’ultimo palpito d’autunno
planano e ondeggiando,
scivolando al suolo
come morbido tappeto
ad ovattare passi dei viandanti.
Malinconiche foglie,
senza più linfa,
desiderose dell’umida terra
in attesa
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| Potessi vedere quello che i miei occhi vedono
vedresti quello che i suoi occhi vedono
talmente grande è la gioia che si scatena
seppure quel neo rimanga ben radicato
piccole zampe si mettono in posa
in quell’intreccio d’arbusti
solleticando la
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| Neanche gli afidi intaccano le foglie
degli alberi piantati in vari anni
con gesti premurosi e calibrati,
concimi e diserbanti utilizzati.
Neanche aliti sporchi ad appannare
la verde clorofilla che traspare:
quel bosco l’ombra fresca dagli
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| Sono loro sì
sperdute là in mezzo al bosco
nell’attesa di quell’antipasto
che programmi loro la vita
affinché niente possa rovinare minuti preziosi
piatti di portata particolari onde
allontanare quel bisogno di grana
seppure nelle loro tasche
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| Mi piace osservare
essere assorta nei miei pensieri
che cavalcano il momento
racchiuso dentro emisferi fantastici.
Ombre si celano dietro alberi
secolari, appaiono e scompaiono
e il loro fruscio si confonde con il rumore
di un
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| Perché imbrigliare il suono
nei flauti che vendono
illusioni?
Perché ostentare l’avidità senza cercare
la meraviglia negli scaffali della mente
dove il cuore entra in punta di pedi
e sottrae la nebbia?
Perché non
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Rammento con gioia quel bosco in me,
fatto di chiome autunnali, quasi spoglie
e la diligente ricerca di funghi e tartufi,
o di floride fronde di mille colori
che donano frescura al vagabondo
cammino, di chi vi trova pace.
Vive però il
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49 poesie pubblicate sull'argomento Bosco.
In questa pagina dal n° 1 al n° 30.
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