Primi raggi di sole
la finestra aperta,
i versi d’una poesia.
Attratta entrasti
nella stanza,
rondine mattutina.
Tre giri di giostra
intorno al lampadario,
una manciata d’allegria.
Insolito buongiorno
la musa e il poeta.
Un ultimo
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Fu sogno, lo so, ma pareva respiro,
una luce posata sul ciglio del cuore.
Tra rami di luna e parole mai dette,
vivevi in un tempo sospeso, d’amore.
Camminavi nel giorno con passi di seta,
un’idea di bellezza che sfiora e poi scivola.
Ti amavo in
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Abbraccerò le ombre
perché non sei qui
a vedere con me
la luce delle stelle
e parlerò d’amore
come non ho mai fatto
con qualche luna scura
che aspetta nel silenzio.
Bacerò le labbra
nel vuoto della stanza
e immaginerò la pelle
candida
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L’addio a quel gioco d’amor,
di sere ubriache tutt’une con la vita,
dissolve l’ultimo coagulo d’una falla del cuor
e quei tramonti vissuti in total subbuglio.
Crolla nel dolor la traccia di sangue vivo,
soffocata da stelle fioche e vinte,
perché or
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O Signore,
che hai tessuto il mondo con fili di luce e ombre,
e hai soffiato la vita nel cuore di ogni fiore e creatura,
ascolta la mia preghiera,
umile come la polvere.
La natura, tua tela infinita,
si dispiega in ogni alba,
un inno di colori
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Seduta l’alba
là sul colle mi aspetta,
si fa preghiera
ed il l’accolgo,
le foglie tutte
mi seguono,
quasi silenzoise
a me si affiancano
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Masticano valori come vetro nei denti,
predicano pace ma sparano in coro.
Sotto giacche stirate e sorrisi apparenti,
c’è fango che affoga l’umano decoro.
Guardano il male con occhi distratti,
tacciono in fila ben vestiti d’onore.
Sanno, ma fingono
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Ma non sarà mai domani
e oggi finiremo per credere
che ogni notte sarà infinita
e una vita non basterà
per parlare o per odiare
il giorno che scivola via
sui tuoi occhi distratti
dal mondo stanco d’amare.
Ma non sarà mai inverno
anche se il
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È un vero sentire
di abbagli e ingenue opzioni
il dibattersi in progetti arguti,
in un persistente inseguire
di effimeri vagheggi e ostinazioni.
È come il rincorrere
alte pianificazioni astute
e angustiarsi nel perdurare,
alimentando con
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Nell’orizzonte del mare aperto
domai le onde del mio deserto
ed erano tante,
che parevan mani sante.
Sovrastavano la mia pena
di voler sconfiggere l’arena
e nel profondo navigare
del mio lento naufragare,
il mio eroe ritrovare.
E chi era quel
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Il traguardo è superato
in pensione sei arrivato
ora non puoi più aspettare
ci sono denti da cambiare
la vista un po’ offuscata
cristallino in ritirata
l’acustica è da gestire
apparecchio da inserire
qualcos’altro da sostituire
forse è
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E tu m’he miso ‘e mmane ‘ncoppa a’ carta
‘mparanneme nu poco sta scrittura
ca mo’ turmiento e mo’ pe scagno n’arte
me chiamma m’accumpagna e m’ammatura.
E tu m’he miso ‘a vocca ‘ncopp’ ‘o core
‘mparanneme stu munno sfrantummato
ca mo’ buffone e
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Se ti chiedessi di me
sicuramente mi faresti dono
di uno di quei tuoi pensieri
carichi d’amore e meraviglia,
se ti chiedessi della tua vita
molto probabilmente mi diresti
che in fondo è nella semplicità
che ogni giorni ti ritrovi
a vivere il tuo
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Impossibile tenere a bada qualsiasi cosa
che senza permesso e senza farsi scrupolo
riesce ad inibire il momento
con la sua prepotenza sotto forma di ricatto
modo d’essere che non sempre riesce nel suo andare
occhi aperti per non cadere nel
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 | Vorrei adagiare sul tuo corpo
quel velo di seta,
un delicato sussurro
che con grazia vola
nell’aria leggera,
come un’ illusione
che si dispiega nel calore
di un abbraccio.
In silenzio, scriverei
le mie parole d’amore,
tratteggiando pensieri
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Il mare d’inverno ha un volto severo,
grigio e profondo come un mistero.
Sbuffa tempeste, ringhia dal fondo,
un cuore che batte selvaggio e rotondo.
Urla nel vento, si gonfia e si spezza,
spaventa la riva con la sua altezza.
Ma poi viene l’estate,
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Ogni sera
avrai per me la tenebra
e fiori morti
sui capelli intrecciati
di qualche speranza vana
come il dolore
che scorre come un fiume
verso il mare del buio.
Ogni notte
implorerò altre lune
e non avrò carezze
da coltivare
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Il mare d’inverno ha la voce del tuono,
s’infuria, si torce, s’abbatte e si spezza.
Si chiude nel grigio, si gonfia di suono,
spaventa la riva con tutta durezza.
È un mostro che urla, che morde la sera,
che rompe gli ormeggi, che scuote le
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Dimentico
che dovevo morire
e ti raggiungo
nei miei incubi
sei così reale
Dea che non ama
e che non lascia
parole al suo ritorno.
Mi sveglio
al tuo fiato d’inverno
e non torno
sui passi d’argento
che la luna
ha tremato per noi
ai piedi
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Nell’aria la festa
di un giorno che nasce,
ha con sé
una sacca vuota,
la deve riempire
e va ‘n cerca
dei vati più pazzi,
loro giocano con Dio
e frustano l’uomo,
cerchiano il tempo
perché non fugga
dall’arte che maturano,
aspettano la
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Ora che tutto accade
tu a occhi chiusi
fai finta di non vedere
e coll’anima intrisa di sangue
distogli lo sguardo
nel momento in cui laggiù
cadono bombe,
e poi innocentemente
compri un gelato
a tuo figlio o a tuo nipote
come se tutto non
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E’ il filo rosso
della Memoria viva
a unire i nostri cuori,
è sempre quel"dolore di Passione"
a sprofondarmi muta
al Tuo mistero,
a
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Passivamente accettare
la legge del più forte
non è abbeverarsi alla fonte
vivere senza rumore
senza tumulto
adagiarsi nell’indulto
non cancella la pena
è un abbagliante insulto.
Nella pacata indifferenza
marcisce ogni frutto
di questo pianeta
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Cristiani e cristianucci in questi strani mondi
vanno girando a caso coi piedi appesi in aria
e ignorano di avere in cuore l’orticaria
un male acuto e strano che esplora i bassifondi.
Babbani e babbanucci nocchieri assai giocondi
misteri
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E il sole prima della notte
rimane a dipingere il cielo
poi il buio tutto copre col suo nero velo.
Monotono il rintocco d’una campana
solo silenzio nelle piazze vuote
lacrima lenta una fontana.
Tra i vicoli s’insinua la tramontana
schiumeggia
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Ti porterò nel cuore, dolce respiro,
nel sogno eterno dove mi ispiro,
sarai la luce dentro il mio cammino,
il mio destino, il mio più bel destino.
Ti porterò nel brivido d’un abbraccio,
quando il silenzio si stringe in un laccio,
saremo fuoco che
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 | Nostalgia per quel manto
nel bel mezzo del pomeriggio
accarezzavi sotto un sole cocente
da far cuocere un uovo
su quelle panchine bollenti
.
eravate in due tra le mie braccia
con il nasino esploravate colori
quando alla finestra distolte dal
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| E di nuovo è tornata primavera
ma il sole lassù in cielo non risplende,
la luna è ancora pallida bluastra
e le stelle son tutte taciturne.
I campi e i prati han perso tutto il verde,
le rosse zolle odorano di fumo,
lugubre e torvo è il canto
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Prenderò il tuo tempo
tutto sarà compiuto
quando la pelle arrossata
si arrenderà alla notte
e non avremo carezze
ma ferite di nostalgia
guarite da un sogno
ruvido come il legno.
Prenderò il tuo respiro
e ne farò ricamo
senza alcun
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--Impermanenza
La vita è un racconto sospeso, senza finale, comincia per caso, quando qualcuno — o qualcosa — ti chiama a essere.
Essere corpo è un compito immenso. Ti svegli in un universo che ignori, eppure ti abita. La tua anima è fatta di cellule,
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