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Desiderio

Amore

Pomeriggio d’estate, vento caldo che viene da Nord poi eccolo che viene da Nord – Est e poi ancora da Nord Ovest. Io, come al solito, sono preso da questo vagare dentro di me, questa endoscopia che mi accompagna da anni. Prima ho tentato di vedere un film che ho abbandonato alla fine del primo tempo, poi la lettura di una rivista di gossip anche quella andata fallita e infine un libro di Barbery Muriel “L'élégance du hérisson” ovvero l’eleganza del riccio. Mi è piaciuto l’inizio, la Muriel cita un altro libro “l’Ideologia Tedesca” di Karl Marx e Friedrich Engels (1846) specificamente si ferma sulla frase "Chi semina desiderio raccoglie oppressione".

Sempre in quel libello, che mi è stato consigliato ieri sera in una passeggiata nella Lecce barocca dalla collega di mia moglie Gabriella, è citata l'undicesima tesi di Marx su Feuerbach,: "I filosofi hanno solo interpretato il mondo, in modi diversi; ora si tratta però di cambiarlo".

Mamma mia che paura! I paroloni delle frasi “interpretare il mondo ” o “cambiare il mondo” mi spaventano. Insomma mi sembra che sia una pensiero, qualcosa di artificiale, che vuole spaccare tutto, come feci io da piccolo, incuriosito dal funzionamento di una macchina della Polizia a pile che mi fu donata per la befana. Ricordo che c’erano delle linguette che entravano in delle fessure della lamiera, io le spostai e dentro trovai un motorino elettrico che alimentava una ruota dentata che trasmetteva il movimento alle ruote della macchinina.

Il costruttore del giocattolo mi aveva regalato la suggestione di una macchina della polizia e io la distruggevo per curiosità che determinò le indagini invasive che l’avevano trasformata in una lamiera e un piccolo motore elettrico. Che tristezza!

Ma c’è il desiderio? E quando c’è è vero che c’è anche l’oppressione? Studiai anni fa il triangolo del desiderio di Renè Girard, ne rimasi affascinato e ancora oggi quando mi accade di desiderare qualcosa o qualcuno ecco che vado alla ricerca di chi me lo indica, si hai capito bene, sto scrivendo di chi mi indica cosa desiderare.

Infatti per tornare a citare Karl Marx e Friedrich Engels “gli uomini, che si dannano dietro ai desideri, dovrebbero attenersi invece ai propri bisogni”. E’ la stessa identica conclusione a cui giunge per vie diverse Renè Girard.

Chi mi indica i desideri che oggi mi opprimono? Chi? Che poi, come dice Girard, è questo “indicatore” che di fatto io desidero, desidero cioè di divenire come la persona che fa da modello perché inconsciamente sono certo che se io fossi in lui o in lei, se io fossi lui o lei, sarei felice.

Insomma io nego la mia condizione di felicità, nego che io sia in una situazione in cui ho tutto ciò che mi necessità, nego di vivere felice. Lo nego a me stesso poichè desidero all’infuori di ciò che è qui e ora!

Eccolo che mi riprende, è desiderio e se fosse uno bisogno?

Io propendo per il bisogno. Il bisogno è la mancanza totale o parziale di uno o più elementi che costituiscono il mio benessere. Io dopo aver soddisfatto il mio bisogno sto bene, mi colloco in una situazione di benessere.

Nelle notti dopo San Lorenzo come quella di oggi sono portato a tenere il naso all’insù, e ieri ho visto una stella cadente! Ho espresso un desiderio che tengo nel segreto del mio cuore. Il mio amico Alfredo professore di latino mi ha spiegato che la parola desiderio potrebbe venire dal latino de-sidera, che è un termine legato a le stelle. Alfredo mi ha raccontato del De bello Gallico dove è scritto dei “de siderantes” che erano soldati che attendevano, fissando attentamente le stelle, i destini della battaglia dell'indomani.

Il desiderio quindi è una previsione di ciò che accadrà? Il desiderio è prevedere il proprio destino? Ognuno di noi ha una idea tutta sua del “suo destino”, ognuno di noi è sicuro di sapere quello che deve accadere e del come deve accadere. Ecco che il desiderio da previsione, si trasforma in profezia, una sorta di profezia che si auto avvera. Tutto questo impedisce di fatto il realizzarsi di ciò che davvero è il meglio per me e mi sono dato anche una spiegazione. In genere profetizzo di riuscire ad ottenere ciò che ho già tentato già di possedere fallendo nell’intento e allora, quell’oggetto del desiderio, diviene un’ossessione, una idea bislacca che tormenta la mia mente prendendo possesso della mia vita.

Ecco come sono giunto alla conclusione che l’unico desiderio desiderabile è l’Eterno! E lo sai perché? Perché è puro amore e desiderare l’amore non da problemi. L’amore dell’Eterno è infinito ed quando sono consapevole io percepisco che L’Eterno mi ama infinitamente, allo stesso identico modo di come ama te che mi leggi. Come posso “desiderare” l’amore che ho a disposizione perché mi viene offerto infinitamente?

È così, infatti, che nasce la passione: voglio qualcosa e non posso averlo. (Epitteto, Diatribe, I, 27, 10)


Antonio Bruno 14/08/2011 08:56 1039

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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