Cerco spiragli luminosi e uscite d'emergenza che possano condurmi in degli spazi aperti dove respirare ossigeno renda vivi veramente.
Sono luoghi lontani da qui, invisibili all'occhio scrutatore di materia, si possono nascondere fra i versi di una poesia, nei testi di alcune canzoni, fra gli accordi suonati da un piano situato al centro di un bosco, al chiarore della luna che in mezzo ad un cielo stellato rende la notte incantevole... quei luoghi possono esistere dentro ognuno di noi, basta saperli sentire.
Le strade per giungervi sono innumerevoli: sono quelle del brivido che accarezza la pelle e fa rizzare i peli sulle braccia, sono il caldo richiamo di profumi distanti che inducono il viaggiatore a proseguire il cammino, sono la direzione imprecisa avvolta dai folti muri di nebbia, sono l'accesa e viva speranza che da qualche parte possa esistere qualcosa che ci somiglia, qualcosa che ci faccia stare meglio, qualcosa che non ci renda diversi perché in fondo siamo simili e abbiamo analoghi bisogni, sono il cero che illumina la tenebra e farà tornare a vedere, sono il superamento di ostacoli e tagliole di ferro, quelle strade, sono tutto ciò che è necessario attraversare, per giungere a toccare un orizzonte magnifico che sia di pari bellezza a quello che abbiamo dentro.
Mi sembra già di sfiorarlo, è di un'incandescenza tale da farmi vibrare le corde del cuore, non fa male, non brucia, ora lo noto con più chiarezza, è laggiù in fondo, dove l'orgasmo è perenne e la libidine pure, là, disperso fra le onde, è un punto che si sta ingigantendo; con le mie ali supersoniche mi avvicino a gran velocità, potrei fare la fine di Icaro ma vale la pena rischiare: è là, dove il mare e il cielo diventano un tutt'uno col sole, là, dove il giorno e la notte si fondono in un'unica cosa e non permettono al tempo di esistere; così il tempo si ferma, da ampio spazio all'eternità e in mezzo a tutto questo, la mia anima prende a volteggiare.
Oltre ai limiti del possibile, ai cancelli, alle sbarre, alle staccionate, alle inferriate e alle porte chiuse, oltre alle leggi stabilite dall'uomo, là, riesco ad essere quello che voglio, capite, riesco e anche se sono solo assaggi di quello che fra cent'anni potrebbe essere il mio per sempre, in quegli attimi sono terra, aria, fuoco, acqua, sono il raggiungimento del mio vero ego, mentre qui, abituato alla solita minestra, lotto contro sciacalli, iene, lupi, squali, avvoltoi e fatico dalla mattina alla sera
per avere qualcosa, qualcosa che devo fare per vivere anche se mi sembra di morire, qualcosa che mi lascia perplesso, non coltiva il mio spirito e non riesco ancora a capire:
è come se la vita terrena che lega l'anima al corpo mi tagliasse in due o dimezzasse giusto il tempo di una vita.