D'altra parte come poteva pensare che ciò che di più inimmaginabile vi era nel cuore non dovesse trovare corrispondenza nella sua vita? Era dunque sufficiente il fatto che lei avesse difficoltà a prenderne consapevolezza a renderlo inverosimile?
O c'era forse qualcosa di indefinibilmente vivo che non le permetteva di accettare che una parte di lei, quella oscura, fosse morta per sempre.
No, sarebbe stato comportarsi come fanno gli struzzi ossia nascondere la testa sotto la sabbia dell'ipocrisia pur di non prendere atto della realtà dei fatti: una realtà che la vedeva profondamente ed appassionatamente coinvolta dal suo sogno.
Dio, quale meraviglia può nascondersi tra le righe di un cuore innamorato, quali pagine intrise di delirante assennatezza é capace di scrivere, se solo lasciato libero di Essere.
Era così felice...
Nemmeno si ricordava com'era sentirsi così, al punto che dubitò persino che l'emozione provata fino a quel momento non fosse che un surrogato di felicità.
Chissà se anche Liam sentiva, come lei, d'aver trovato finalmente la risposta alle proprie preghiere. Chissà se nel pregare avevano formulato la stessa richiesta, impregnandola della stessa essenza ed accompagnandola nell'Universo così come si fa con un bambino all'asilo: prendendolo per mano e dandogli la sicurezza che non sarebbe stato un abbandono definitivo, bensì un distacco temporaneo per permettere al destino di ritornare a prendere una risposta adulta. Chissà se anche lui aveva paura, paura di quanto totalizzante avrebbe potuto essere quella sensazione al punto da cancellare qualsiasi altra percezione all'infuori del loro Amore. Chissà se anche in lui vi era quella chiara e determinata presa di coscienza che se si fossero ricongiunti, la quotidianità di entrambe avrebbe cambiato istantaneamente sapore.
Quante domande si affollavano nella mente di Eileen, domande incapaci di riempire quel vuoto ricolmo dell'assenza di Liam.
Liam, Poeta del suo cuore, Voce della sua Anima, bagliore nella sua tempesta interiore: una cometa capace di rischiarare un cielo notturno, il cui passaggio agisce da balsamo lenitivo, assolvendo le laceranti ferite che da troppo tempo implorano d’essere rimarginate.
Liam, il Sole attorno al quale ruota l’eternità, la Luce che riversandosi nel mondo appiana le difficoltà semplicemente facendole risaltare, il canto di un desiderio capace di sfrondare l’ispirazione dalla proiezione delle aspettative superflue per rivestirla di discernimento e di sapienza...
Liam, il solo che abbia mai saputo dettagliatamente descrivere la sua più intima solitudine ed i suoi più reconditi sentimenti per farne un mazzo di profumatissimi e ricercatissimi pensieri con i quali rendere omaggio alla bellezza ed alla rarità del loro Amore.
Un Amore nato da circostanze normalmente considerate assurde, illogiche, improbabili ma che, proprio per la loro chimerica eccentricità, non potevano che condurli l’uno dall’altra.
D'un tratto la voglia di ridere s'impossessò di lei: "Ridere serve ad esorcizzare i propri demoni", pensò - e riempiendosi il cuore della propria risata, cercò di tamponare l'emorragia delle perplessità.
Ma trattandosi della parentesi di un attimo, ecco che subito i fantasmi, che da sempre le infestavano il cuore, riapparvero quali protagonisti incontrastati, sulla scena del delitto perpetrato ai danni del proprio sogno.
Eccoli, i suoi temutissimi fantasmi erano tornati a tormentarla…
Anzi da com’erano agguerriti probabilmente non se n’erano mai andati, forse era lei ad averli intenzionalmente ignorati, sperando che sparissero da soli.
Doveva affrontarli, doveva decidersi una buona volta per tutte e lo doveva fare da sola.
“Non so cosa fare” – pensò – “non so come rendere significato ad una vita che fino ad oggi sento di aver vissuto solamente a metà.”
D’un tratto una voce alle sue spalle la fece sobbalzare: “Includila nella tua vita!” – le disse.
Era Liam che era giunto in suo soccorso.
Eileen lo guardò con occhi interrogativi e gli domandò a chi si stesse riferendo.
“Se ancora non l’hai capito significa che Eileen è già morta e quella con la quale sto parlando non è altra se non la sua assassina.”
“Perché mi tratti così Liam?” Cosa ti ho fatto? Pensavo che tu mi amassi, pensavo che il nostro fosse un Amore speciale…”
E’ proprio perché ti amo che mi comporto così. - pensò – ma quelle parole non potevano essere proferite senza interferire in quella che doveva essere la scelta di Eileen e di nessun altro.
“Includi la tua anima nella tua vita e rendila partecipe della tua esistenza. Possibile che tu non la veda? Ti sta implorando d’essere guardata per poterti rendere la tua metà mancante e trasformarti in una Eileen completa.” Questo fu tutto quello che Liam le disse, ma non certo tutto quello che avrebbe voluto dirle.
Avrebbe voluto abbracciarla, avrebbe voluto che lei si abbracciasse, che si prendesse il viso tra le mani e cominciasse a sfogare tutta la rabbia repressa, avrebbe voluto rassicurarla dicendole che lui non se ne sarebbe andato, e che tutto si sarebbe sistemato per il meglio, avrebbe voluto placare il suo disperato bisogno di conferme … ma se l’avesse fatto, non l’avrebbe aiutata, avrebbe semplicemente contribuito ad instaurare un rapporto malato, basato sulla reciproca dipendenza…
E non era questo ciò che lui aveva in mente per loro. Voleva che fosse lei a passare attraverso se stessa e la sua anima, affinchè potesse incontrarsi con quella parte di sé che aveva abbandonato molto tempo fa, in un momento che, allo stato attuale, rischiava di trasformarsi in per sempre.
Fu così che senza nemmeno salutarla, s’incammino nella direzione opposta rispetto a quella da dove era arrivato ed evitando intenzionalmente di voltarsi, se ne andò.
Annientata dal dolore Eileen cominciò a piangere di un pianto inconsolabile, quand’ecco che all’orizzonte apparve il suo più acerrimo nemico: il senso dell’abbandono.
Lo vide da lontano, questa volta indossava gli abiti di Liam … Si asciugò le lacrime con il palmo della mano, e facendosi coraggio, si diresse verso di lui decisa ad affrontarlo guardandolo dritto negli occhi.
Man mano che si avvicinava quella figura diventava sempre meno spaventosa e cominciava ad assumere un’aria vagamente familiare, fino a quando riuscì ad identificarla chiaramente…
Con suo sommo stupore notò che il viso del suo conclamato nemico aveva i suoi stessi lineamenti, la sua stessa fisionomia nonché le sue stesse espressioni.
Esterrefatta e sbigottita, improvvisamente, tutto le divenne finalmente chiaro: pensava d’esser stata abbandonata anche questa volta ed invece era lei che si stava ritrovando.
Quando furono l’una di fronte all’altra, si guardarono con estrema circospezione, dovevano capire con chi avevano a che fare per non lasciarsi ingannare da loro stesse e dalle apparenze travestite da aspettative.
L’alter ego di Eileen prese dunque la parola e con la voce rotta dalla commozione la subissò con una serie infinita di domande mirate a farla riflettere:
"Perché mi sorridi anche se la tua tristezza non sa giocare a nascondino?
Perché fingi di prestarmi attenzione anche se è evidente che non ti interesso?
Perché fissi nel vuoto quando ti racconto le mie giornate piene dei tuoi sguardi?
Perchè non ti interessa sapere a cosa penso mentre il tuo parere per me conta come indiscussa verità?
Perché ti estranei quotidianamente dalla realtà e non ti accorgi della vita che ti passa accanto e soprattutto perché non ti accorgi di me e delle mie lacrime che salgono con il diminuire della tua presenza. In fondo non ti chiedo altro che un minuto del tuo prezioso giorno…
Perchè io ti vedo come l'essere straordinario che sei mentre tu mi sminuisci minimizzando quelle qualità che sai essere anche tue? Perché mi guardi malinconica come se fossi quella bambina che vorresti essere mentre io mi specchio nei tuoi occhi e vedo quell’adulta a cui non vorrei assomigliare, ma che so essere parte di me?”
Ad Eileen parve di trovarsi di fronte a sé stessa da bambina: una bambina curiosa, vivace, attiva, volenterosa, desiderosa di conoscere e di imparare attraverso tutte quelle domande le cui risposte erano implicitamente contenute nel loro stesso "perché".
"Perdonami se puoi" - le disse infine - "Sono stata sorda all'unica voce che avrei dovuto veramente ascoltare. Vieni qui e lascia che ti abbracci, lascia che ti accolga come fossi quella figlia che non ho mai avuto, ma che potendola immaginare, vorrei che ti assomigliasse".