Scavo nel profondo del mio Cuore, andando a stanare il dolore, lo trovo nascosto tra le pieghe dei giorni felici, dove mai sarei andata a cercarlo.
Mi basta osservarlo, prendendolo tra le mani, per smascherarne la vera natura: è fragile e vulnerabile come una menzogna che, messa di fronte all’evidenza, si sente scoperta, sgretolandosi su se stessa come una manciata di friabile e sfuggevole sabbia.
li parlo dolcemente, come fosse un amico di vecchia data che non vedo da tempo e gli chiedo: “Ma tu che ci fai lì?”
Lui, di rimando, mi guarda stupito, come se gli avessi posto la domanda più stupida di questo mondo alla quale non può che seguire una risposta altrettanto banale e scontata: “Perché? Dove altro dovrei essere?”.
Allora mi rendo conto che non sa di essere “dolore”, probabilmente è stato vittima di uno choc talmente forte da averlo condotto ad una crisi di identità che gli ha fatto credere di essere il sentimento giusto, nel posto giusto, al momento giusto.
Cerco di svegliarlo come si fa con i sonnambuli, senza spaventarlo, un po’ per volta, sottovoce: “Guardati intorno e dimmi cosa vedi.”
- “Vedo tanta Luce che quasi mi abbaglia, non riesco nemmeno a tenere gli occhi aperti”.
- “Aspetta” gli dico, “Ti presto i miei occhiali da Sole, così puoi renderti conto di dove ti trovi. Ora guarda di nuovo e dimmi cosa vedi”.
- “Vedo persone che distendono le labbra in una smorfia che non conosco mentre si stringono in un gesto a cui non so dare il nome".
- "Quella smorfia si chiama sorriso mentre quel gesto a te sconosciuto si chiama abbraccio: stai osservando delle persone che si vogliono bene."
- "Ma nel fare questo mi stanno mettendo da parte: io dove sono, non mi vedo. Perchè non mi vogliono? Cosa gli ho fatto?"
- "Non ti stanno mettendo da parte, guarda meglio: tu sei quel velo sugli occhi che offusca il loro sguardo rendendolo malinconico. Ti stanno rendendo partecipe del loro abbraccio, vedi, ti coinvolgono nei loro gesti. Dimmi adesso cosa senti."
- "Le sento emettere strani versi con la bocca, come quando le piego in due dal mal di pancia, ma di solito quando lo faccio, sento tanto freddo, ora mi sembra quasi che il freddo sia ... come dire .... meno freddo".
- "Non hanno il mal di pancia ... stanno ridendo, e nel farlo si scambiano un'energia gioiosa e vitale che si chiama Amore e che tu percepisci come calore".
- "Oh, capisco! Sembra tutto così bello ... Ma allora perchè mi sento così a disagio? Mi sembra di essere di troppo. Secondo te, devo andarmene?"
- "Tu hai conferito a quelle persone una Bellezza tale da renderle speciali ai miei occhi, ma adesso il tuo compito è assolto e quindi, secondo me, non serve che te ne vada: è sufficiente che tu riconosca di non essere mai stato escluso ed anzi, che la tua "diversità" è sempre stata accettata con Amore."