Elis era una giovane aquilotta nata sotto un Cielo di Cristallo - considerato da tutti il Tetto della Grande Montagna - da una nidiata dove il suo unico fratello, Masai, un pulcino fragile ed a suo confronto decisamente più piccolo, aveva continuamente bisogno di cure e di attenzioni che la loro mamma non gli faceva di certo mancare, nella convinzione che se l’avesse lasciato crescere senza le sue premure, non sarebbe sopravvissuto ai pericoli mascherati da amenità, che gli occhi di un cucciolo indifeso non sanno distinguere.
Siccome l’accudire Masai richiedeva un dispendio di energie non indifferente, mamma aquila decise di affidare Elis a “Ramiru il Saggio”, l’aquila anziana della Montagna, sulla quale i segni del tempo avevano lasciato cicatrici profonde, che prese Elis sotto la sua ala protettiva considerandola Cuore del suo Cuore.
Elis si affezionò ben presto a Ramiru perché percepiva in lui tutto l’Amore di cui era profondamente bisognosa, ed il loro legame divenne indissolubile al punto che quando Elis crebbe, Ramiru la prese in disparte e tenendola affettuosamente abbracciata, tra le lacrime, le disse:
“Piccola mia, ormai non hai più bisogno di me, segui la rotta che il Cielo ti ha tracciato ed alla quale tu stessa hai messo mano, orientati sfruttando le correnti e quando ti sentirai stanca, rifugiati nel ricordo di questo momento dal quale saprai che potrai attingere alla Forza.”
Quelle parole si impressero nell’animo di Elis come un marchio di fuoco.
Lei sapeva che Ramiru le voleva bene e che non avrebbe desiderato altro che vederla crescere forte e felice, ma nel suo inconscio credette che quelle parole stessero a significare che, se fosse rimasta sempre piccola, Ramiru avrebbe continuato ad occuparsi di lei.
Elis andava continuamente ad attingere a quel ricordo per farsi coraggio nei momenti bui, ma un’eco di disagio risuonava in lei mettendola di fronte alla sua insicurezza e manifestandosi nell’instabilità del suo volo.
Quando Ramiru morendo tornò a far parte della Costellazione Celeste, Elis fu distrutta dal dolore e per far chiarezza dentro di sè andò a rifugiarsi nell’anfratto più alto della Montagna dove, credendosi da sola, si lasciò andare ad un pianto liberatorio.
D’un tratto sentì un tramestio alle sue spalle e voltandosi, vide una donna dall’aspetto famigliare che guardandola negli occhi le disse:
“Non piangere Elis, quello che tu ora credi perduto, in realtà è parte di te dall’eternità, non ha mai smesso di abbracciarti né di Amarti e vive da sempre e per sempre in ogni tuo gesto”.
Elis la guardò stupita e le domandò:
“Chi sei? Come fai a sapere come mi chiamo? Chi ti ha svelato il motivo delle mie lacrime?”
La donna con aria compassionevole, in un moto di comprensiva accondiscendenza rispose:
“Non ha importanza chi sono, chiamami se vuoi con il nome che dai alla voce del tuo Cuore, perché è lui che mi ha parlato della tua sofferenza e che mi ha chiamata in questo posto per consolarti.”
Senza aspettare che Elis potesse controbattere incalzò:
“Elis, tu hai frainteso un messaggio, donatoti direttamente dal Cielo, per mezzo di Ramiru. Ti sei aggrappata alle sue parole invece di lasciarle fluire dentro di te e ne hai fatto un appiglio anziché trasformarle in un trampolino di lancio. Quello che lui intendeva era permetterti di trovare la tua Forza in un contesto a te famigliare. Rifletti sulle mie parole filtrandole attraverso la consapevolezza che ti appartiene e quando le avrai assimilate, le tue lacrime si asciugheranno nel Vento della comprensione, alla Luce di un Volo stabile ed equilibrato.”