Certo l’ invito era stato molto esplicito, ed era giunto nel preciso momento in cui mi stavo chiedendo come fossi giunto in quella casa e stavo riepilogando mentalmente il filo del discorso che mi aveva convinto a entrarci… ma a pensarci bene era stato veramente un bel discorso a condurmi in quella situazione alquanto scabrosa, o avevo risposto con un sì e con un no a tutte le domande senza badare tanto all’ argomento perché ero fortemente attratto da un corpo sinuoso e statuario?
Comunque ormai c’ ero… e mentre ero seduto su un divanetto a due posti, con la cravatta allentata per il caldo e mi detergevo il sudore, lei venne a sedersi accanto a me e portò le mani alla nuca sollevando un po’ la vaporosa chioma per rinfrescare il collo, facendo così scivolare dal ginocchio la vestaglia semitrasparente che aveva indossato con la scusa del troppo caldo.
Era bellissima. Fili d’ oro i suoi capelli, magnificamente scomposti e illuminati dal sole, nascondevano maliziosamente parte del volto roseo e invitante. Con lo sguardo studiatamente basso, per esprimere un accenno di pudore, dopo il suo esplicito invito, attendeva il bacio, consapevole di aver fatto colpo.
Dopo il bacio sapeva che sarebbe stato tutto più facile e conseguente, e tutti gli atteggiamenti e le movenze erano studiate per raggiungere quello scopo. La sua esperienza le suggeriva che se il primo passo l’ avesse fatto lei, questo avrebbe sminuito la mia foga in quanto sarebbe stato come farmi trascinare, mentre lei voleva lasciarmi l’ impressione di avere conquistato ed espugnato la fortezza, cosa che di solito ringalluzzisce i maschi.
Invece per me, che ero già sposato, c’ era l’ atroce dilemma della scelta tra il corpo e la mente; una battaglia furibonda tra gli ormoni ed il cuore. Cedere sarebbe stato un salto nel vuoto o un primo passo verso un cammino che poteva portare dovunque.
Per l’ afa, le ore della canicola erano una vampa e quella vestaglia che bastava un soffio a farla scivolare giù lasciava già poco all’ immaginazione.
Tutto il viso era un quadro di un maestro della pittura; occhi, naso e bocca erano un trittico tra i meglio riusciti della natura, la pelle serica e chiara sembrava ambra delicata creata apposta per donare piacere mentre fremeva sotto i baci ardenti.
Il mio sguardo per l’ ennesima volta cominciava dalla sommità del capo e scendeva piano analizzando e ammirando ogni singolo particolare di quel viso perfetto incorniciato da una chioma bionda che il sole faceva sadicamente risaltare nell’ aria calda che ci avvolgeva, e poi scendeva gradatamente verso il resto del corpo, la cui descrizione è censurabile. Davanti a noi c’ era l’ eden e sapevamo che c’ era una mela che aspettava solo di essere addentata.
Conscio del fatto che la battaglia tra ormoni e sentimenti poteva andare avanti, decisi di usare la solita bilancia: su un piatto depositai il profondo appagamento dei miei ormoni impazziti; sull’ altro poggiai il volto di mia moglie, il suo sguardo ansioso di baci al tramonto, i suoi abbracci al risveglio col capo poggiato sul mio petto; poi misi sul primo piatto la considerazione che ogni lasciata è persa, che mia moglie mi ama e che mi avrebbe perdonato, che ero stato provocato e non l’ avevo cercata io.
La bilancia altalenava e non mi dava una risposta precisa. Poi volli aggiungere un altro elemento: immaginai una leggera lacrima sulla guancia di mia moglie, provocata dall’ immancabile mia futura confessione. Una volta poggiata sul secondo piatto, benché leggera, questa goccia di dolore fece scendere decisamente la bilancia dalla sua parte.
Farfugliando scuse di circostanza mi sottrassi, seppur malvolentieri, a quell’ imminente abbraccio erotico e uscii frettolosamente nel vento caldo che mi avrebbe asciugato il sudore.
Mentre camminavo verso casa pensavo al modo di raccontare la cosa a mia moglie, in quanto la nostra unione era fin dall’ inizio basata sulla sincerità; cosa insolita per i nostri tempi ma che aveva i suoi vantaggi, infatti la nostra vita era priva di rimorsi, sotterfugi, segreti, bugie, scuse e tutte quelle situazioni che rendono precario il rapporto tra marito e moglie.
Certo quella lacrima immaginaria che era stata decisiva per risolvere il dilemma non sarebbe esistita se io avessi taciuto, ma solo l’ idea di sopportare per il resto della mia vita una bugia, un segreto frapposto tra noi che ci vantavamo di aver creato un rapporto completamente trasparente e perciò molto forte, avrebbe rappresentato un peso insopportabile, con conseguenze disastrose.
La trovai sulla veranda che sorseggiava un tè verde godendosi un bel tramonto. La salutai con un bacio e le sedetti accanto con la sgradevole sensazione del ragazzotto che va a confessarsi. La scena fu breve e concisa, come era nelle sue abitudini.
Posando la tazza sul tavolo si girò con la sedia verso di me e poggiando il gomito sul tavolo ed il mento sul palmo della mano, mi scrutava con i suoi grandi occhi per capire il motivo del mio mutismo.
- Oggi pomeriggio stavo per tradirti.
Alzò il mento dalla mano e stette un attimo con gli occhi fissi nei miei metabolizzando quel che aveva sentito.
- Stavi per tradirmi o mi hai tradito?
- Non ti ho tradito, anche se le circostanze mi hanno fortemente tentato.
- Allora non mi interessa altro. Non voglio sapere dov’ eri, con chi eri e quali erano le circostanze. Capisco l’ altra perché dimostra i miei stessi gusti, ma sono contenta che è rimasta a bocca asciutta, anche perché il motivo della sua attrazione è profondamente diverso dal mio.
Al mattino dopo arrivai in cucina mentre lei stava già bevendo il latte tenendo la tazza con le mani ai due lati, a piccoli sorsi, ma scorsi uno sguardo che non sapevo definire. Non capivo se era indagatore o di ammirazione o semplicemente affettuoso.
Attese che mi sedessi e guardandomi da sopra al bordo della tazza mi disse:
- Ieri mi hai tradito - e continuò a bere impassibile.
- Ma ti ho detto di no. Credi che ti mentirei? - ribattei cercando di essere più convincente possibile.
- Non mi riferisco a ieri pomeriggio, ma a ieri sera tardi.
- Ma se siamo andati a letto insieme… Ti ho tradito con te stessa? – risposi senza capire.
- Sono anni che facciamo l’ amore e ci conosciamo profondamente. E ieri sera ho notato una foga insolita… forse dettata dal ricordo di qualche scena osé vissuta nel pomeriggio… Posso comprendere la danza degli ormoni maschili, ma se tu pensi ad un’ altra mentre fai l’ amore con me… questo è vero tradimento.
- Non so se hai visto giusto… Ti assicuro che non avevo intenzione… -
Non sapevo cosa dire. Forse non aveva torto.
- Allora ti avviso. Spero che domani avrai dimenticato completamente il pomeriggio di ieri, altrimenti se mi accorgo che si ripete la cosa, farò l’ amore con te pensando ad Alain Delon.
Ancora una volta mi perdonava dimostrando di amarmi. Ma non avrei mai pensato di poter tradire in differita…