Amelia e la tartaruga di mare
Amelia era una ragazza che amava camminare lungo le spiagge, le piaceva raccogliere dei sassolini a forma di cuore. Le sembrava che queste pietre dalla forma particolare fossero un segno venuto dal cielo. Spesso si fermava più a lungo a guardare l’ orizzonte, durante il crepuscolo, con i suoi meravigliosi riflessi che il tramonto del sole sapeva creare sulle acque calme del mare.
Lei era una ragazza speciale dal cuore grande che sapeva interagire con ogni elemento della natura, animali e quasi le pareva di sentirli parlare tanto che quando le succedeva innescava un dialogo con loro o almeno così le pareva.
Spesso ascoltava il ritmico flusso dell’ acqua che buttava sulla spiaggia per ritirarsi in una sorta di fruscio e poi nella sua serena solitudine iniziava a parlare con le onde e con la risacca che le rispondeva abbracciandole i piedi in una tiepida e leggera carezza. Parlava anche con le conchiglie che la risacca del mare aveva trascinato a riva e dopo aver detto loro di non avere paura le ributtava in acqua, lontano, in modo che non dovessero morire sulla spiaggia all’ asciutto.
Una sera guardando lontano vide un gran movimento nell’ acqua, inizialmente non capì che cosa stava accadendo ma poi si ricordò che in un particolare momento dell’ anno le testuggini ritornavano nel luogo dove erano nate per deporre le loro uova già fecondate. Incuriosita dell’ evento a cui stava per assistere, si nascose dietro un cespuglio per poter guardare senza disturbare. Vide una grande tartaruga avvicinarsi veloce alla spiaggia.
E nuotava, nuotava veloce quella grande tartaruga di mare, era venuto il momento di deporre le uova appena fecondate e lei sentiva l’ istinto inconsapevole di tornare nello stesso posto dove era nata .
Finalmente arrivò alla spiaggia, era tempo, la tartaruga con grande trepidazione iniziò a correre sulla spiaggia. Scelto il posto iniziò a scavare trepidamente un buco profondo circa mezzo metro almeno con le grandi pinne, poi finito il grande buco ci si mise sopra ed iniziò a depositare le sue uova. Erano proprio tante ma così doveva essere per garantire la sopravvivenza della sua specie. Rimase fortunatamente indisturbata e dopo due ore circa aveva già depositati sicuramente all’ incirca sulle 100/120 uova, una volta finito con le sue pinne ricoprì di sabbia il buco e le sue uova. Amelia era rimasta silenziosa e ferma tutto il tempo, adesso era un poco infreddolita ma la sua curiosità risultava più grande del freddo che stava sentendo e continuò ad osservare senza far rumore.
Ora la grande tartaruga aveva assolto il suo compito, si rilassò e con grande tranquillità si diresse nuovamente verso il mare fino ad immergersi e scomparire tra le acque per ritornare da dove era partita.
Amelia aveva deciso di seguire l’ avvenimento al quale aveva assistito per cui nei giorni successivi andò in biblioteca a fare una ricerca sulle testuggini perché le sarebbe piaciuto tenere sotto controllo la schiusa delle uova ed era importante sapere quanto tempo doveva intercorrere dalla posa delle uova alla schiusa delle stesse. Scoprì in mezzo ai libri che ci volevano dai 50 ai 60 giorni circa prima che le uova si schiudessero.
Ogni tanto Amelia si recava alla spiaggia per vedere che tutto fosse normalmente tranquillo poi, passati i primi 50 giorni, iniziò ad andare la sera alla spiaggia per osservare le sue uova pazientemente.
Finalmente il cinquantacinquesimo giorno vide un movimento tra la sabbia, capì che le uova stavano schiudendosi ed allora rimase lì vicino nascosta in silenzio. Finalmente i piccoli uscirono e iniziarono a correre ad una velocità sorprendente verso il mare guidati dallo scintillio del riverbero dato dal chiarore della luna sull’ acqua e si immersero velocemente nell’ acqua del mare.
Amelia era ammaliata da ciò che stava osservando e fu proprio l’ evento di quella sera che le fece prendere la decisione che si sarebbe iscritta ad un corso di biologia marina e che si sarebbe occupata degli ecosistemi marini, delle loro biocenosi e degli organismi che svolgono la loro vita nel mare che comprendono specie submicroscopiche fino ai cetacei, gli organismi più grandi del pianeta.
La sua passione per le spiagge, il mare e la fauna che lo occupano si stava concretizzando in qualcosa d’ importante e di certo quella sera oltre alle piccole tartarughe era nata una futura appassionata ricercatrice.
© Maria Luisa Bandiera