Oggi, ho guardato la luce del Natale attraverso i miei occhi, brillavano di piccole faville, pensieri, e si immergevano nei ricordi, lasciati al gelo di una lacrima, sospesa ai gesti inermi di un sentiero. Sembrava che tutte le incoerenze, abbracciate al sapore della tristezza che, ancora, si deve affrontare in questi giorni. Non era tutto tranquillo nel cuore, pensieri di gioia si alternavano alle giornate ancora da vivere per assaggiare i piccoli enigmi di una verità ancora da sapere. Quelle luci a intermittenza, lasciavano spegnere le emozioni di un periodo difficile, fermati attimi di infinita solitudine. Ecco, guardando i giorni, ho scrutato un verbo che ad ogni situazione guariva le parole, rinchiuse nello scrigno della vita.
Quanta fatica! Quanta fatica a renderle migliori, le onde della marea agitavano l’ anima ad ogni scroscio di pioggia. Bisogna avere fede di speranza per abbracciare gli attimi distanti in un periodo difficile da affrontare. E tu, vecchio, nella mia scrittura di ieri, hai lasciato una riga sopra ogni arrancato pensiero! Potessi ignorare i tempi del disgelo, il dolore ogni altra sorte, camminare tra i passi di un freddo fiume di acque gelide d’ amore…
Dorme la notte in ogni ombra di poesia, alle strade deserte del vivere comune, alla perplessità di ogni istante perso per coerenze.
Tutto si ripete, ogni piccolo gesto di fede dietro una nenia di speranza, pioggia bagnate nella sere della speranza. Piccoli spazi appesi di felicità remota, colorano i bisbigli silenziosi di un passato- recente di ieri, quando a scrivere le pagine di vita, era la voglia di vedere, dietro ogni oltre … il sole.
Il Natale, colorate emozioni, ricercate sensazioni di bianche giornate di neve, in uno scenario, ove lo sguardo ammirava il bello! Quel bello, che si rispecchiava negli occhi del mondo immersi nei miei. Adesso tutto è relativo, si aspetta qualcosa che deve esserci dietro un orizzonte di luce, ove i pensieri ricorrano ai migliaia di domani nel buio. Sì, ho guardato l’ immenso, nell’ incavo di un diario di niente.
Cosa sarà di noi? Ogni tanto si riesce a dare poco, si ritorna a guardare l’ intermittenza di luci colorate che si spengono di gioia, per riaccendersi, poi, di un copione e di una maschera nell’ atto più delicato del dare amore. Un uomo porta a casa il suo albero, addobbato di pensieri che si rinchiudono nella valigia, pesante, dopo un lungo sentire, ne ricava del suo dare, poca e felice tristezza.