Ho sempre avuto un rapporto ambivalente nei confronti di Gessopalena, una specie di mix contraddittorio tra amore e odio perché inconsciamente ho sempre abbinato il periodo più bello della mia vita, passato tra le mura rassicurante di una famiglia prevalentemente matriarcale, con quello più terribile che coincide inesorabilmente con la dipartita di mio padre avvenuta il 26 gennaio 1974.
I miei ricordi legati al periodo d’ oro della mia adolescenza, passata a Gessopalena ridente villaggio di montagna che considero il mio paese nativo pur essendo nato in Borgogna, sono discordanti perché li ho sempre confusi dal punto di vista commemorativo.
I rari amori adolescenziali vissuti malamente all’ ombra di problematiche spesso insormontabili e abbinate a complessi sogni affranti, le lunghe passeggiate lungo la via Peligna, le discussioni politiche davanti alla Fontana Monumentale e le interminabili partite di calcio al campo boario del paese si mischiano e si confondono inesorabilmente con i ricordi negativi che hanno costellato la mia permanenza nel paese laddove i miei ricordi coincidono con le mie aspirazioni.
La dipartita dei miei genitori, la povertà, vissuta dignitosamente tra le macerie di una generazione che ha creduto fermamente nel Socialismo ed un’ infanzia sofferta sono stati il leitmotiv di un periodo che rimarrà per sempre nel mio cuore.
Mi rendo conto che, come scrive Giorgio Faletti, «andare a caccia di ricordi non è un bell’ affare. Quelli belli non li puoi catturare e quelli brutti non li puoi uccidere».
I ricordi più belli sono legati indissolubilmente alla mia difficile adolescenza e quelli terribilmente brutti ai lutti che l’ hanno costellata. Quando penso alle sensazioni più belle legate all’aria frizzante di Gessopalena, il mio cuore s’ impregna di una nostalgia restitutiva».
La bellezza rupestre, che funge da cornice alle scorribande notturne di un ragazzo disadattato e disorientato, suggella di vera magnificenza il suo passato perché, come scrive Virginia Woolf, «la bellezza del passato risiede nel fatto che nessuno capisce davvero un’ emozione quando la vive. Questa si espande più tardi, ed è per questo che non abbiamo emozioni complete rispetto al presente, ma solo rispetto al passato».
Il periodo della mia vita, vissuto all’ ombra della Majella dal 1968 al 1977, ha forgiato il mio carattere combattente e mi ha permesso inoltre di scrivere tre sceneggiature cinematografiche («Mandorle Amare», «Gessopalena» e «L’ ombra dei ricordi») ambientate sulla Linea Gustav durante gli anni 1943- 1944.
Sono Gessano d’ origine, anche se il nord Italia mi ha offerto la possibilità di lavorare in un Istituto Superiore e, soprattutto, mi ha regalato una grande visibilità dal punto di vista culturale e mi ha dato l’ opportunità di crearmi e vivere in una famiglia di cui sono fiero.
Vorrei concludere queste mie modeste considerazioni con una poesia che ho scritto qualche tempo fa e che rende appieno i sentimenti che mi legano a Lu Jè ssë. «Ho idealizzato il mio desiderio/di voler tornare a vivere/a Gessopalena./L’ unico posto al mondo/dove non mi devo chiedere/chi sono e soprattutto/cosa voglio realmente dalla vita./L’ uomo è alla ricerca/delle proprie radici./Le mie sono legate indissolubilmente/al luogo in cui i miei ricordi/coincidono con i miei sogni».