Mi trovavo seduta su un grosso sasso in riva al mare. Guardavo le onde che nel loro andare avanti e indietro, mi cullavano come una ninna nanna. Era l’ unico momento della giornata che riuscivo a rilassarmi, a godere della pace di quel mare che adoravo.
Le casette colorate che sembravano una sopra l’ altra, davano l’ impressione di vivere in un presepe, un posto tranquillo che a volte però sentivo come una prigione, avevo bisogno di spazi aperti, di non vedere nessuno e di non dover rispondere a tutti i saluti e domande che inevitabilmente, mi facevano amici e conoscenti.
Tornavo qua tutti gli anni per passare le vacanze e per scrivere. Mi piaceva scrivere romanzi d’ amore che cercavo di creare con la mia fantasia. Scappavo dalla città proprio per poter spaziare con la mia mente e inventare storie che facessero sognare, ma questa volta, non so perchè, non riuscivo a scrivere niente, mi dava fastidio la gente, mi dava fastidio tutto, cos’ era cambiato in realtà dall’ anno scorso?
Una domanda alla quale non volevo rispondere perchè sapevo anche troppo bene la risposta...
Chiudo gli occhi, e lo vedo. Seduto sulla sabbia a pochi passi da me, bello come il sole, e cosa strana, nessuna ragazza in sua compagnia. Subito il mio interesse si fa così evidente che lui gira la testa, mi guarda e mi sorride. Io vorrei sprofondare dalla vergogna, infatti, l’ avevo osservato troppo sfacciatamente, e ora lui chissa cosa pensava di me!
Pensasse quello che vuole! mi dissi. Così, ricambiando il suo bellissimo sorriso, scesi dalla pietra, e mi avvicinai a lui.-
-Ciao, dissi io
-Ciao, rispose lui
-Sei di qua‘? domandai
-Si. Però lavoro a Roma, e mi concedo raramente un po’ di relax.
-Io sono di Bologna, e vengo qua per scrivere romanzi, sai, in questo magnifico posto è più facile che mi venga l’ ispirazione.
-Io ti avevo già notata, ma camminavi così svelta che non ho fatto in tempo a dirti niente.
-Perchè? Cosa volevi dirmi?
-Niente di speciale, solo conoscerti e chiacchierare un po‘.
-Allora ti sei venuto a sedere qua vicino a me apposta?
-La verità no, non ti avevo vista.
-Bene, adesso mi hai vista. Che cosa vuoi sapere?
-Per carità! Mica ti devo interrogare!
-Allora t’ interrogo io, va bene? Me lo permetti?
Lui, rispose con una risata, che non lasciava capire quale fosse la sua risposta. Io comunque, la presi come una affermazione. Ero stupita di me stessa, da dove tiravo fuori quella spavalderia e sicurezza? Io, che ero timida e chiusa con gli estranei? Ma non persi tempo a farmi delle domande stupide e gli domandai se avesse una fidanzata o se fosse sposato. (anche se avevo già visto che non portava la fede, ma alcuni uomini se la tolgono molte volte!)
Lui mi rispose che era libero come l’ aria, e sperava che lo fossi pure io.
Incominciò così una storia tra di noi, una bellissima storia. A me sembrava di essere in paradiso. Le mie mani battevano in fretta sui tasti del computer facendo nascere un racconto d’ amore molto coinvolgente.
Arrivò il momento di tornare a casa, Francesco a Roma, ed io a Bologna. Ci lasciammo con la promessa di rivederci presto, senza aspettare le prossime vacanze, ci scambiammo i numeri dei cellulari, ma lui non mi chiamò mai e nemmeno rispose alle mie chiamate.
Per fortuna il mio lavoro di scrittrice andava bene, avevo pubblicato il romanzo che ero riuscita a scrivere qui quando ero con Francesco, e stava avendo un discreto successo.
Ora ero lì, seduta sullo stesso sasso, nella spiaggia dove ci eravamo conosciuti. Ero arrivata da una settimana e ancora non avevo scritto niente. Avevo la mente altrove, mi domandavo perchè Francesco fosse sparito così senza nemmeno una parola, almeno una scusa, niente, e mi saliva una rabbia che se lo avessi avuto vicino lo avrei...
Stavo pensando queste cose, quando vidi arrivare da lontano una figura maschile che assomigliava a Francesco, zoppicava, ma no, era troppo magro e poi non sembrava lui. Quando fu arrivato a pochi passi da me, con mio grande stupore, vidi che era proprio lui! dimagrito, pallido, gli occhi scavati, i capelli rasati, ma che cosa gli era successo?
Si sedette con fatica sopra il sasso dove mi trovavo io, e con una voce che non riconoscevo, mi raccontò che era vivo per miracolo! La sera stessa che partì, in una brutta curva, uscì di strada con la macchina, e cadde giù per un burrone rovesciandosi varie volte, rimase incastrato tra il volante e il sedile spaccandosi la testa in vari punti. Lo soccorsero dei ragazzi che erano dietro di lui che per fortuna lo videro quando uscì di strada, altrimenti sarebbe sicuramente morto!
Stette all’ ospedale molto tempo tra la vita e la morte, fu operato e quando si svegliò non ricordava nemmeno chi fosse. Solo poco tempo fa aveva ricuperato la memoria e la prima cosa che fece contro il parere dei medici, che non lo avrebbero ancora dimesso, fu tornare da me...
Marta si mise a piangere, e lo abbracciò fortissimo, dicendogli:
-Amore mio, perdonami, ho pensato male di te! mi puoi perdonare?
Lui la abbracciò a sua volta, sigillando quelle parole con un lungo bacio, le disse:
-Ti perdono solo a una condizione...
-Quale? domandò Marta.
-Che mi sposi subito!!!