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Un computer nero brillava dietro i vetri di una vetrina
Le persone che passavano per strada si soffermavano un attimo a guardarlo, ma nessuno entrava a comprarlo.
Compiuterino era triste e sconsolato desiderava ardentemente essere usato, lì dietro i vetri della vetrina si sentiva inutile, nessuno sapeva quanto era intelligente, lui era in grado di risolvere qualsiasi problema.
Un giorno una signora si fermò lo guardò non andò via come tutti gli altri, entrò nel negozio e lo comprò.
Computerino era felice diceva...” Finalmente sarò usato
Vivrò in una casa, qualcuno capirà quanto sono intelligente.”
La signora tornò a casa con il grande scatolone di cartone lo depositò sotto l’ albero di Natale, era contenta di aver fatto un regalo gradito a suo figlio Matteo di otto anni, lui desiderava da tanto un computer.
Era la sera della vigilia di Natale, dopo il cenone Matteo non vedeva l’ ora di scartare i tanti regali che sua madre gli aveva fatto, iniziò a rompera la carta ogni volta che apriva un pacchetto gli occhi gli luccicavano di gioia, mancava solo la grande scatola incartata con carta argentata e un fiocco rosso, con mani tremanti ruppe la carta, aprì lo scatolone non credette ai suoi occhi quando vide il computer nero che brillava di più delle sfere sull’ albero
Fu immensa la sua gioia, saltava esultando corse da sua madre, l’ abbracciò e la baciò sulle guance dicendo...” Non mi potevi fare regalo più bello.”
Prese il computer e lo portò nella sua cameretta
Restò a guardarlo, aprì il coperchio, vide lo schermo i tasti con sopra le lettere, disse dentro di se... Che bello!
La gioia improvvisamente si tramutò in tristezza, lui si rese conto che non sapeva accenderlo, ne usarlo si mise a piangere Matteo, sua madre sentendo il suo pianto accorato accorse...” Che hai figlio mio?
Rispose il bambino singhizzando “ Mamma adesso ho il computer ma non lo so usare.”
“ Non piangere non ti preoccupare farò venire Gianni il figlio del portiere è molto bravo in questa materia ti aiuterà a capire come si usa vedrai diventerai bravissimo.”
“ Grazie mamma.”
Passarono le settimane, i mesi, gli anni, Matteo era diventato bravissimo il computer era il suo più grande amico, con lui faceva di tutto, studiava, scriveva, faceva i conti, disegnava, giocava.
Compiuterino aveva trovato un amico era contento al massimo, si sentiva utilissimo il ragazzo viveva solo per stare con lui.
La sua famiglia, gli amici, il mondo fuori non esisteva più, Matteo era sempre incollato a quello schermo notte e giorno.
Un pomeriggio come sempre Matteo era bloccato con gli occhi fissi sullo schermo, da piu di cinque ore era preso in un gioco molto coinvolgente, a un tratto la testa iniziò a girargli vorticosamente, la stanza era diventata una giostra e lui stava in quel vortice roteante non poteva fuggire rotava all’ infinito, pian piano lentamente il movimento cessò, lui cadde svenuto sul pavimento.
Sua madre sentì un tonfo si precipitò nella sua camera, vide Matteo svenuto con gli occhi chiusi, arrivarono presto i soccorsi venne portato all’ ospedale, la diagnosi fu...” Suo figlio signora soffre della malattia da computer può guarire ma deve astenersi dal mezzo almeno per un mese.”
Matteo tornò a casa, la prima cosa che fece fu di andare a salutare il suo amato computer, provò ad accenderlo ma vide che faceva fatica ad accendersi, era lento si accendeva e si spengeva, aveva problemi.
Il computer faticosamente gli disse...” Ragazzo mio siamo stati insieme per tanti anni, ma per me è giunto il momento di lasciarti, grazie di tutta la felicità che mi hai dato, sono invecchiato il mio cervello elettronico sta morendo mi sto spengendo per sempre, ma voglio dirti qualcosa prima che la mia luce si spenga definitivamente...” Ragazzo la vita è fuori da questa stanza, guarda c’è il sole radioso nel cielo, i prati sono verdeggianti colmi dei fiori della primavera, ci sono gli amici, la famiglia, l’ amore, vai, vivi, addio.”
Il computer si era spento per sempre, Matteo chiuse il coperchio, uscì dalla stanza, andò ad abbracciare sua madre, aprì la porta di casa corse sul prato verdeggiante, laggiù c’ erano i suoi amici di scuola che erano diventati grandi, lui ormai aveva diciotto anni, i suoi amici gli andarono incontro quasi non lo riconobbero lo salutarono abbracciandolo, Matteo vide una ragazza che correva verso di lui salutandolo allegramente...” Ciao ma tu sei Matteo? Ti ricordi, stavamo nella stessa aula alla scuola media.”
Si mi ricordo, tu sei Marta? Come sei cambiata.”
“ Anche tu sei cambiato.”
Si guardarono negli occhi intensamente.
“ Vieni Marta, dammi la mano andiamo.”
“ Dove mi vuoi portare?”
“ Corriamo insieme, ci aspetta la vita, l’ amore.
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