Che la nonna Erminia fosse pienamente in grado d’intendere e volere, nonché dotata di sottile arguzia, lo dimostra che un mattino d'estate, quando tutti i bagnanti erano in spiaggia, venne a visitarci un vigile del Comune per verificare il numero delle camere denunciate. Mia madre che aveva dichiarato un numero inferiore di quello effettivo (6 su 11), sconvolta da quella visita improvvisa, al fine di prendere tempo, raccomandò alla nonna di dire che non c’era nessuno e scappò dalla porta della cucina che dava sulla via Trento.
L’ingresso principale dove entravano familiari e bagnanti e da dove entrò il vigile era sulla via Nazario Sauro. La nonna lo fece accomodare, gli offrì un caffè ed ascoltò quello che aveva da dire. Questi fece capire che correvano voci fra i vicini (una spiata) che in casa c’era troppa gente affinché le camere fossero solo 6, come quelle denunciate per l’affitto ai bagnanti.
La nonna non si scompose e gli rispose: “Venga pure a vedere che le mostro tutta la casa”. Così fece e cominciò col dire, mostrandogli l’ex legnaia: “Questa è la prima camera” – poi proseguendo – “L’appartamento al piano rialzato che dà sulla via Trento è regolarmente affittato dalla famiglia Mancini che lo abita per tutto l’anno.” – facendolo entrare nell’ex garage: “Questa è la cucina, questa è la saletta dove mangiano i bagnanti, questo è uno sgombro (in bella mostra c’era un asse ed un ferro da stiro e biancheria varia su un letto camuffato da divano) e questa è la seconda cameretta.” – salendo le scale gli fece vedere i 2 bagni e le altre quattro camere, dicendo: “Questa è la terza camera singola, questa è la quarta camera dove dorme il bambino (indicando me) con un giovane ospite, questa è la quinta dove stanno moglie e marito ed una figlia di Torino e questa è la sesta camera singola dove riposa la donna di servizio nel pomeriggio.” – poi arrivata sul terrazzo che dava accesso alla Casa grande che occultava il resto delle camere come già descritto in precedenza, si fermò e disse: “Qui è privato, abitano le mie tre figlie con i mariti ed io.” Il vigile rimase un attimo pensoso, poi disse: “E dire che mi avevano riferito che…” – solo allora la nonna, capendo che l’aveva in pugno, lo interruppe dicendogli: “Purtroppo al giorno d’oggi ci sono tante malelingue… ma chissà perché…” – “E’ l’invidia” – rispose pronto il vigile! “Bravo!” – chiosò la nonna. Il vigile ringraziò la nonna per il caffè e nessuno si fece mai più rivedere.
Mia madre tornò a chiedere notizie col cuore ancora in gola dall’emozione. La nonna le raccontò come si erano svolti i fatti e concluse: “E che ci vuole?”.
La nonna era un tipo molto tosto, gli amici di mio fratello mi raccontarono che un giorno visto il nipote, appoggiato all’enorme colonna della cancellata di via Cormons dove abitava, gli avesse detto in malo modo di scostarsi perché l’avrebbe fatta crollare. Giorgio era forse grosso ma non un Sansone!
La nonna era fatta così, ma anche talmente abile e scaltra che “nessuno la metteva nel sacco”.