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Racconto di Natale

Spiritualità

Il giorno iniziò piovoso, erano passate le dieci quando Mario Celso si svegliò felice accanto alla moglie Renata, ai tre figli e all’ inseparabile Jumbo, il cagnolino senza razza definita che aveva recevuto questo nome per scherzo, perché si assomigliava di più ad un ninnolo da piccolo che era.

L’ avvicinarsi del Natale colmava il cuore di tutti, in particolare di quella famiglia con il manto della fratellanza. La domenica precedente montarono l’ albero, un pino naturale, il quale dopo le feste, sarebbe stato ripiantato nel giardino.

Maria Vittoria, la più vecchia dei tre figli, dall’ alto dei suoi otto anni insegnava ai gemelli Pedro e Fabio, entusiasti nell’ apprendere le prime lettere (precoci, non avevano ancora completato i sei anni) e a scrivere i bigliettini a Babbo Natale.

Renata la mamma, come tutti gli anni, era occupata nel preparare i biscotti decorativi, eredità della nonna italiana.

Attorno all’ albero non ci stavano tutti i regali!

La vigilia di Natale la famgilia era riunita attorno al tavolo per un pranzo speciale, in clima di festività, quando suonò il campanello. Mario Celso andò ad aprire. Alla porta c’ era una signora dall’ aspetto sofferente, accompagnata da 3 bambini, tutti figli suoi, il più grande doveva avere al massimo 8 anni, come Maria Vittoria! Vestiti di stracci, sporchi, con ciabatte di gomma, sguardi sperduti.

« Signore, può aiutarmi? Sono vedova, abito con questi miei figli, in una casupola di legno nella Favela Agonia. Oggi sono riuscita a racimolare solo questo.» disse mostrando un pacco di pasta, mezzo pacco di biscotti, un sacchetto di pane vecchio.

« I bambini hanno fame!»

« Se Lei può aspettare, stiamo pranzando, tra un po’ ritorno con alcune cose.»

Quando ritornò in tavola Maria Vittoria volle sapere chi era.


Il padre riassunse la situazione della famiglia, la bimba sgranò gli occhi e con un’ espressione di disapprovazione disse « Ma papà sei rientrato a mangiare e hai lasciato la famiglia la fuori? Non hai appena detto che hanno fame? La fame non aspetta papà!

La signora era seduta sul marciapiede con attorno i bambini che divoravano il pane vecchio.

« Signora entri! Porti i suoi figli. Venga a mangiare con noi.»

« Entri Signora, venga!»

La donna, sorpresa, disse dell’ invito ai figli.

Entrarono come chi all’ improvviso entra in paradiso. I regali, l’ albero meravigliosamente addobbato. Non avevano mai visto niente di uguale! Le candele, il presepe col Bambino Gesù nella mangiatoia di paglia, la giostra di angioletti, le ghirlande...

« Venite bambini, venite a mangiare!»

« Mi scusi signore? A casa nostra non mangiamo se prima non ringraziamo Dio. Mi scusi signora...»

E bastò guardare i 3 figli perché subito uno desse le mani agli altri.

Maria Vitó ria chiese « Mamma perché non abbiamo mai fatto così? »

La bambina non ricevette risposta...

« Figli miei, ringraziamo come facciamo a casa per il cibo che questa famiglia ci offre. Signora, se vuole, possiamo unire le nostre mani con Lei e la sua famiglia.»


Renata si sentì in dovere di accendere le candele, e chiese di aspettare un attimo prima di cominciare.

Sullo sfondo si sentiva una canzone di Natale diceva...

“ Sia ricco, sia povero, il vecchietto sempre arriva”...

Trattenne le lacrime, e chiese ai figli e al marito di darsi le mani.


Renata sentì le mani callose di quella povera signora...

« Figli miei» iniziò a dire l’ ospite « Come tutti i giorni diremo l’ orazione che Gesù ci insegnò...»

Tutti iniziarono a pregare...

« Signora, la ringrazio di averci ricevuto. I miei figli non sono mai stati in un posto così bello! Molte grazie, Gesù vi ricompenserà.» disse guardando la famiglia...

« Prego, serva i bambini.»

« Mamma, perché non preghiamo mai?» Insisteva Maria Vittó ria.

Nessuna risposta...

Pedro, uno dei gemelli che riconosceva il rumore della macchina del nonno, al sentirla, uscì correndo verso il portone assieme a Jumbo.

« Mammaaaaaaaaaaaaa è arrivato nonno!!!!!!!»

Altri regali, altri giochi, altri dolci.

La Signora Ignazia appena entrò in casa della figlia non capì quello che stava succedendo.

Il Signore Jairo neppure.

Abbracciarono i famigliari, salutarono gli ospiti.

« Nonna Ignazia, sapevi che si deve pregare prima di mangiare? La signora ce lo ha insegnato.» riferendosi all’ ospite.

« Quando apriremo i regali mamma?» chiese Fabio curioso.

« A mezzanotte!»

« No mamma, apriamoli subito dopo che la nonna e il nonno avranno finito di pranzare!»

« Maria Vittoria?»

« Sì mamma. La Signora Aline ha detto che se riceviamo più di un giocattolo dobbiamo dividere i rimanenti con chi non ne ha, se ci regalano più di un vestito, un paio di scarpe o altri regali di troppo, dobbiamo dividerli con chi è senza!»

Mario Celso, Renata, i nonni rimasero senza parole dinnanzi all’ atteggiamento della ragazza.

Dopo il pranzo, panettoni, frutta secca, dolci tipici – la manna degli dei!

Erano tutti riuniti come gli apostoli attorno alla Santa Cena.

Fabio accese la luce della mangiatoia, le luci lampeggianti dell’ albero.

Maria Vittoria mise il CD con la canzone preferita dalla nonna Iná cia “ Primo Natale”.

Appena iniziò a suonare, la sr. a Iná cia chiese all’ ospite il suo nome.

« Il mio nome di battesimo è Signora Maria, per servirla signora.»

« Si sieda qui figlia mia.» disse indicando il confortevole divano bianco « Si sieda con i suoi figli ad ascoltare la canzone.»

« Mamma, fermo la musica, aspetta! Chiamo i bambini che sono nell’ altra stanza.»

« Va bene, Maria Vittoria, chiamali!»

« Nonno, vieni con me?»

« Certamente mia cara nipotina!»

« Andiamo, dammi la mano, come se stessimo passeggiando nel bosco ed il corridoio fosse il sentiero che porta al torrente delle acque mormoranti!»

« Nonno, mi piacciono le acque mormoranti, i ciottoli! Ah! E l’ entrata del giardino dove c’è quel torrente, che bello nonno, un’ entrata immensa piena di quei fiorellini con molte spine! Come si chiamano?»

« Bouganville, Maria Vittoria. In Brasile Primavera.»

« Come la stagione dei fiori nonno!»

« Si mia cara.»

« Quanta magia!»

« Papà aspetta!» disse la bambina euforica al vedere il padre vicino alla mangiatoia « La musica è così bella!»

I gemelli si divertivano a giocare con i nuovi amichetti. L’ innocenza non conosce le classi sociali.

Quando tutti si accomodarono nell’ immensa sala, con le luci delle candele colorate accese prima delle sei del pomeriggio, ascoltarono in comunione la bellissima canzone. La bambina convinse i genitori ad aprire i regali prima della mezzanotte.

La richiesta della figlia di donare i giocattoli in eccesso toccò profondamente il cuore dei genitori.

Alla fine della canzone gli ospiti sentendosi a loro agio, avevano un aspetto felice!

L’ ospite un po’ per volta si rilassava, parlava con la Signora Ignazia, i bambini si sentivano in paradiso, ben trattati, rispettati, amati!

« Figlia, ho preso gli asciugamani! Usate i tre bagni, così farete più presto! Scegli i vestiti per le tue amichette, e mettiti in ordine anche tu!»

« Ma mamma e i loro fratellini?»

« Telefona a tua zia Eliana, lei abita qui vicino! Chiedile se ha dei vestiti di Pedrinho ed Enzo da dare ai bambini, hanno la stessa taglia!»

Meravigliata con l’ attitudine della figlia Renata andò ad aprire la porta.

Arrivarono i vestiti.

« Signora Maria, vuole fare il bagno ai suoi figli?»

« Se Lei mi permette, sono così riconoscente signora! Volentieri!»

« Scelga i vestiti!» disse mostrando una borsa enorme, colma. Regalo ricevuto dalla solidale Ivone.

Maria si affrettò a fare il bagno ai piccoli.

« Se Lei non si offende, Signora Maria, vorrei regalarle qualcuno dei miei vestiti. Non deve discordare, lo consideri un regalo.»

« La ringrazio Signora Renata, Mille grazie! Non so che dire! Grazie Dio mio!»

In meno di un’ ora erano tutti vestiti a puntino per la festa dell’ illustre anniversariante!

Perfino Jumbo fu vestito a dovere!

« Sa signore» disse Maria a Mario Celso « abbiamo camminato tanto per arrivare fino a qui!

Quando passai davanti al suo portone, sentii una voce divina che mi disse: “ Bussa a questa porta che riceverai più del solo cibo”. Non capii bene, ma obbedii. E ora vedo i miei figli alimentati, trattati così bene come mai lo sono stati, così felici!. Lei sa che per una madre la felicità dei figli è il bene più importante! Vi ringrazio veramente tanto per tutto quello che Lei e la sua famiglia avete fatto per noi. Questo è il più bel Natale che Dio ci ha concesso! Ma noi abitiamo lontano da qui, in un quartiere povero, la luce solo quella delle stelle, le vie sono strette. Abitiamo in cima alla collina, così vicino al cielo che quando la finestra è aperta di notte mi sembra quasi di poter toccare le stelle. Ma la salita è dura, non posso andare molto lontano.»

« Come si chiama il posto Signora Maria?»

« Vila Esperanç a signore, abitiamo nella Favela Agonia.»

« Ma lei non può andare via adesso, appena la musica finirà apriremo i regali!»

Mario Celso sapeva che i suoi figli avevano molti regali da aprire e che Maria Vittoria aveva promesso di dividerli con gli ospiti.

Erano le sei di sera passate.

I bambini applaudirono!

Attorno al pino illuminato le famiglie erano unite, tredici persone!

Per mezzo dello spirito di natale tutti erano in armonia, come vecchi amici.

La Signora Maria chiamò i figli e disse loro di stringere le mani a quelle persone, a quella famiglia benedetta!

« Vorrei dire qualcosa papà!»

« Va bene, Maria Vitó ria!»

« Sarebbe bello leggere una pagina del Vangelo. Lo vado a prendere!»

La bambina si mise di fianco alla mangiatoia, le luci dell’ albero illuminavano il suo viso.

« Fate attenzione, è molto bello!»

Tutti guardavano quella bambina solidale.

« Leggerò il Vangelo di San Luca (era medico e fu uno degli apostoli di Gesù, il testo che parla di noi bambini.»

Il classico passaggio di Gesù con i bambini:

[15]Gli furono condotti anche dei fanciulli perché li toccasse, ma i discepoli, vedendo ciò, li rimproveravano.

[16] Allora Gesù richiamandoli disse: “ Lasciate che i fanciulli vengano a me, non glielo impedite perché il Regno di Dio è per quelli che rassomigliano a loro”.

[17] In verità vi dico: Chi non riceverà il Regno di Dio come un fanciullo, in nessun modo vi entrerà”.

Alla fine, applausi.

« Bambini, adesso apriremo i regali!»

« Mamma, vorrei aprire il primo!»

« Sì figlia, la nonna Iná cia sta aspettando!»

Nel frattempo i gemelli si sedettero in braccio al nonno. Renata e Mario Celso si occupavano degli ospiti i quali portarono molta allegria!

Quanti giocattoli! Maria Vittoria ricevette sei regali. I gemelli quattro ognuno!

I bambini ospiti osservavano ogni movimento meravigliati, senza capir bene quello che succedeva.

All’ improvviso, la più grande guarda la madre chiedendo « Mammina, questa è la casa di Gesù Bambino?»

La Sgnora Maria con la voce emozionata disse... « Sì, figlia mia... Tutte le case dove regna l’ amore e la solidarietà sono le case del Figlio di Dio.»

In seguito tutti si abbracciarono scambiandosi gli auguri di Natale

Maria Vitoria portò i gemelli in camera con come se volesse svelare un segreto.

Ritornarono rapidamente con una notizia « Doneremo alcuni giochattoli!» dissero tutti e tre allo stesso tempo!

I genitori non riuscirono a contenere le lacrime davanti al gesto dei figli.

Così tutti i bambini presenti festeggiarono il Natale. Tutti radiosi per il magico momento. Gli ospiti non avevano mai ricevuto giocattoli!

La Signora Ignazia dette una botticina di profumo a Maria che cercava di riunire i figli. Doveva ritornare a casa. Prima però, aprì con cura la borsetta di panno usurata dal tempo dove teneva i documenti dei figli.

Cerco, cercò... E sorrise al trovare quello che cercava... « Signora Renata, vorrei fare un piccolo regalo a lei e alla sua famiglia, spero che lo accetti di buon grado.» Detto questo ritirò una piccola medaglia della Vergine Maria con in braccio Gesù Bambino.

« Fù un regalo di mio padre quando feci la prima comunione nel sertã o dove abitavamo, insieme c’ erano il libretto di catechismo e il rosario, che però si persero nell’ ultima inondazione quando abitavamo vicino alla mangrovia, cinque anni fa. Non mi sono mai separata dalla medaglia!»


« Assolutamente Signora Maria, essa è importante per Lei. La metta via, accetto l’ affetto del suo gesto, è come se avessi accettato il regalo.»

« D’ accordo allora.»

Così Maria rimise la reliquia nella vecchia borsa di stoffa.

« Non vorrebbe dare un bicchiere di latte ai bambini prima di andarsene Signora?»

Come loro stavano per partire, Renata preparò due grandi borse con i vestiti e gli alimenti.

Mario Celso propose di portare gli ospiti vicino alla loro casa, che secondo l’ ospite era vicino al cielo. I bambini si salutarono, e si misero d’ accordo per rivedersi a Capodanno.

Maria Vittoria li accompagnò assieme al padre. Più di un’ ora in macchina! Il cammino era insolito, poche case, tutto buio come pece.

« Senta signore, noi ci fermiamo vicino a quell’ albero in fiore.»

« Ma... Lei dove abita?»

« Non si preoccupi, abbiamo ancora un lungo cammino da percorrere... Grazie signore, grazie ragazza, molte grazie. La sua famiglia ci ha ricevuti come se fossimo i figli di Dio!»

« E lo siete Signora Maria, si ricordi dell’ orazione fatta a casa, non ce la scorderemo mai!»

«È vero papà! Siamo tutti fratelli in Cristo! Siamo tutti figli di Dio.


Dallo specchietto retrovisore Mario Celso poteva vedere i bambini saltellando allegramente, sotto la luce della luna piena che all’ improvviso illuminò il posto...


Mario Celso aveva già percorso metà del cammino, quando vide dallo specchietto retrovisore della macchina un pezzo di carta bianca piegata sul banco posteriore del veicolo vicino a Maria Vitó ria. Appena arrivò a casa, curioso, lo prese .

Tutti li aspettavano per continuare la festa...

Appena rientrati a casa, chiese alla moglie « Renata, amore mio, sei stata tu a lasciare questo biglietto sul banco posteriore della mia macchina?»

« Io? No amore, non so di che cosa si tratti. C’è un messaggio scritto!»

« Posso leggerlo mamma? Posso?»

« D’ accordo, leggilo allora...»

Maria Vittoria iniziò la lettura... “ Famiglia benedetta, tutti quelli che accolgono uno dei miei, accoglie Me. Tutti quelli che dividono il pane, la solidarietà, l’ amore, la pace e il perdono sono i veri figli di Mio Padre.”

Lacrime di commozione rotolavano giù dalle guance di tutti, ancor prima che l’ illuminata ragazza terminasse di leggere.

“ Questo pomeriggio quando avete accolto quella povera signora e i suoi figli, quando anzitutto avete condiviso l’ amore fraterno, ho visto l’ allegria sul viso di Mio Padre. Ho potuto sentire i clarinetti angelici suonare una sinfonia tra le nuvole. Grazie a tutti, un grazie speciale a Maria Vittoria che così bene pratica la fratellanza.


Un Buon Natale a tutti!

Vi saluto nella Pace di Mio Padre.

Firmato: Gesù”


Ana Stoppa 24/07/2018 00:31 811

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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