c’ erano una volta due merli, un maschio e una femmina che vivevano un un bel parco sempreverde di una tranquilla e ricca città italiana. Si chiamavano TOBIA e TINA.
Erano veramente felici, avendo tutte le comodità: tranquillità, cibo in abbondanza, un comodo nido nel mezzo di un albero sempreverde.
Tobia passava le giornate a trovare semi e bacche da portare a Tina, la quale rimaneva nel nido ad accudire i piccoli.
Tobia e Tina erano molto amici di un vecchio giardiniere, TOMMASO, piccolo un po’ curvo, con barba e capelli bianchi ed un cappello un po’ sgualcito. Tommaso era il giardiniere del parco conosciuto da tutti, era un po’ il papà di Tobia e Tina, perché li nutrì fin da piccoli, essendo i loro genitori stati uccisi da un malvagio cacciatore.
Tommaso era abituato ad alzarsi molto presto. Iniziava la giornata di lavoro sistemando le siepi, curando le aiuole, falciando l’ erba del prato. Poi, verso metà mattina, si sedeva su una panca per fare colazione. Apriva la bisaccia e tirava fuori pane fresco, prosciutto, acqua, una fetta di torta e una mela. La panca diventava una piccola tavola pronta per gli ospiti che puntualmente arrivavano: Tobia e Tina.
“ Ciao Tommaso” salutavano felici i due merli. “ Buongiorno signorini” rispondeva Tommaso. Così tutte le mattine! Una vita semplice, bella e spensierata quella di Tommaso, Tobia e Tina.
Un giorno, però, i due merli raccolsero sul prato una rondine sporca, sfinita, stanca. Talmente stanca che non riusciva più a volare. La portarono nel loro nido e Tina l’ accudì come faceva con i propri piccoli. Finalmente la rondine si riprese ed aprì gli occhi dopo un lungo sonno. Tina le chiese “ da dove vieni?” “ vengo dall’ Africa” rispose la rondine. Tobia e Tina rimasero molto colpiti dal racconto della rondine. Parlava della fame in Africa, dei cacciatori che le sparavano, del lungo ed avventuroso viaggio pieno di pericoli. I due merli, lasciarono riposare la rondine nel loro nido ed insieme volarono su un ramo. Quando furono soli si guardarono con occhi molto tristi e a Tina scesero le lacrime. Tobia sussurrò “ noi siamo veramente molto fortunati” Tina rispose “ Fortunati e molto egoisti”. Tobia non rispose ma chinò il capo come se stesse pensando a qualcosa di molto importante. “ pensa quanti altri soffrono come la rondine” aggiunse Tina. Tobia restò muto, poi disse “ ho un idea, non credi che donando un po’ del nostro cibo, un po’ del nostro spazio e un po’ della nostra fortuna potremmo aiutare e fare felici tanti nostri fratelli?”. Il cuore di Tina si riempì di gioia . Insieme volarono verso Tommaso per raccontargli della rondine e per proporgli la loro idea. Tommaso seguì con attenzione il racconto dei due merli. Addirittura quando Tobia e Tina gli proposero di fare qualcosa per aiutare chi ne aveva bisogno, Tommaso fu entusiasta come se avesse già quella idea in testa ma non aveva trovato nessuno disposto ad aiutarlo. In un attimo a Tommaso vennero in mente tutti gli sfortunati protagonisti che vivevano nel parco, a cui lui aveva dato un sopranome. Si ricordò di:
MICIO- MIAO, un vecchio gatto persiano abbandonato, sporco, affamato e quasi senza denti. Magro da non reggersi in piedi, al quale piaceva cantare delle bellissime serenate.
POCALUCE una talpa un po’ vecchiotta per poter scavare gallerie, per cui faceva sempre fatica a difendersi dai suoi nemici e a ripararsi dal sole cocente. Quando aveva una vista migliore le piaceva leggere poesie.
SALTARELLO lo scoiattolo del parco, a cui un cane aveva mangiato la cosa per cui non si reggeva più in equilibrio sui rami degli alberi
BASSO- BAU un cane bassotto di una nobile e ricca famiglia, molto istruito, sapeva anche dipingere. Era stato abbandonato sulla strada dai padroni partiti per una lunga vacanza all’ estero.
CHIACCHIERONA, un’ oca che era stata vinta in una pesca a premi di un Luna Park e poi era stata abbandonata dai vincitori
DOREMI’ un vecchio barbone, con vecchi abiti, che il giorno strimpellava una fisarmonica chiedendo l’ elemosina e la notte dormiva sul prato del parco.
Tommaso penso anche alla rondine e decise di chiamarla ZAIRA
Tommaso, Tina e Tobia quella mattina fecero colazione insieme ed intanto parlavano su come mettere in pratica la loro idea per aiutare gli amici sfortunati.
Ognuno pensò di mettere a disposizione la propria esperienza e la propria capacità
Tommaso disse “ io sono giardiniere ma so anche fare il falegname, per cui prenderò l’ angolo più bello del Parco e con il vostro aiuto costruiremo a tutti una bella casetta in legno”
Tobia era molto bravo a costruire nidi intrecciando fili di paglia e Tina si sarebbe occupata di rivestirli con calde piume.
I giorni che seguirono furono giorni di duro lavoro.
Tommaso inizio a fare una bella casetta in legno a DOREMI’ . Tobia a costruire il nido sotto la tettoia con fango e paglia, mentre Tina lo foderò con le sue piume, così fu pronto per ZAIRA
Poi Tommaso scavò nel prato una bella e asciutta galleria per POCALUCE, tutta foderata in legno. Quindi prese delle tavole e costruì una passerella tra i rami per far sentire sicuro SALTARELLO, così poteva rientrare nella sua tana in cima all’ albero.
Con sega e chiodi e martello Tommaso costruì delle belle casette una vicina all’ altra, per MICIO- MIAO e BASSO – BAU così potevano riposare tranquilli su letti di paglia preparati da Tobia e Tina.
A CHIACCHIERONA prepararono un bel cortile con un laghetto pieno d’ acqua ed un comodo giaciglio di paglia per depositare le uova.
Tommaso per ultimo costruì in grande tavolo dove tutti i giorni lui, Tobia, Tina. Pocaluce, Saltarello, Micio- Miao, Basso- Bau, Zaira e Chiacchierona avrebbero mangiato insieme come una grande famiglia.
Per Tommaso era un momento importante e di grande gioia perché lui non aveva mai avuto una famiglia. Tobia e Tina erano stanchissimi ma ugualmente orgogliosi e felici e non vedevano l’ ora di donare quelle belle dimore ai loro amici.
Quando arrivò il giorno ci fu grande festa al parco. Tommaso si era messo gli abiti della festa, Tina si era lucidata le sue piume color marrone, Tobia aveva lucidato come uno specchio il suo becco giallo. Inoltre prepararono sul grande tavolo un mare di leccornie: cioccolata, biscotti, pane, miele, semi di girasole, fiocchi di grano, torta di mele e tante altre cose.
Quello angolo di Parco era diventato un piccolo villaggio incantato, per quanto era bello. Quando furono chiamati gli amici di Tommaso, Tobia e Tina, tutti rimasero senza parole. Ognuno entrò nella propria dimora. Doremì e gli altri amici volevano essere riconoscenti, almeno con un piccolo pensiero.
Doremì e Micio- Miao suonarono e cantarono una canzone, Pocaluce recitò una poesia, Saltarello costruì una collana di ghiande, Basso- Bau disegnò un grande albero sul prato e scrisse accanto “ LA SOLIDARIETA’ E’ UNA PIANTA CHE CRESCE SEMPRE, L’ IMPORTANTE ‘ METTERE UN SEME E ANNAFFIARLO OGNI GIORNO UN PO”
Chiacchierona fece tre uova grandissime e le dipinse con tutti i colori dell’ arcobaleno, Zaira che si sentiva la più festeggiata, si appoggio sulla spalla di Tommaso, non riusciva a parlare perché piangeva dalla gioia.
Tutti vissero felici e contenti nel parco. Si fecero altre casette, si ospitarono tanti altri amici sfortunati. Tutti si impegnarono per fare qualcosa come in una grande famiglia.
Il parco sempreverde di quella ricca città si colorò di una luce forte e bianchissima era la LUCE DELL’ AMORE.