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Questa è un racconto erotico: se può turbare la tua sensibilita o se non hai più di 18 anni dovresti evitare di leggerlo.

Romanzo piccante

Erotismo e per adulti

L’ editore aveva letto la sua ultima bozza e l’ aveva bocciata in modo categorico: ” Non va bene Giacomo, gli ultimi tuoi racconti non hanno la forza trascinante dei precedenti, le storie sono piatte, monotone, scontate ed hanno perso mordente e quel tuo modo di scrivere che catturava i lettori, in questo periodo, se non sei ispirato ti consiglio di prenderti una pausa, anziché scrivere qualcosa di mediocre come questo.”

La sua critica era pungente e volutamente cattiva quasi a volerlo spronare da quel senso di vuoto che l’ abbandono di sua moglie Luna gli aveva procurato.

Giacomo, senza alcun risentimento incassò la critica, sapeva benissimo che l’ editore aveva ragione, gli ultimi suoi scritti erano pallosi e non piacevano. Uscì dalla casa editrice alzandosi il bavero del cappotto, nevicava, guardò in su ed i fiocchi, mescolandosi alle luci dei lampioni scendevano a flotta. Il freddo pungente gli si infilava nelle ossa facendogli affrettare il passo per ritornare presto a casa. Ad un tratto cambiò idea, non aveva voglia di restare da solo, quelle pareti così silenziose gli mettevano tanta tristezza. Pensò di fermarsi nel locale sotto casa per bere qualcosa di caldo.

Appena entrato una folata di vento spruzzò la neve dappertutto facendo borbottare i presenti ed Aldo, il barista gli disse: ” Chi si rivede! Pensavo che fossi partito, è da un bel po’ che non ti sei degnato di farmi una visita. ”

Giacomo era affezionato a quell’ omaccione dal viso paonazzo e dai baffi alla Cavour e sinceramente gli era mancato e gli rispose: ” Sai, gli impegni… fa un freddo boia, preparami una bella cioccolata calda, ho bisogno di ristorare non solo il corpo ma anche l’ anima.”

Il locale era strapieno ed a malapena riuscì a trovare un angolino in fondo alla sala. Si guardò distrattamente in giro, tutti sembravano contenti, chi beveva, chi chiacchierava, chi cercava compagnia, già compagnia… magari per una sera o per una notte… per poi risvegliarsi da solo ed ancora più infelice.

Mentre pensava alle sue vicissitudini, qualcosa o meglio qualcuno attirò la sua attenzione, una ragazza se ne stava seduta in compagnia di amici, ma al contrario degli altri, che scherzavano divertendosi, lei fissava il suo bicchiere ancora pieno e pareva non sentirsi a suo agio.

Da buon osservatore, notò che doveva essere molto giovane, non era una bellezza appariscente, tuttavia il suo viso delicato ed incorniciato dai capelli sottili e biondi, le davano un fascino particolare, sembrava una di quelle bambole di porcellana, che per evitare di romperla, bisognava toccarla con garbo. Le sue mani lunghe e sottili da musicista giocherellavano nervosamente con la frangia della sciarpa. Poi improvvisamente, la ragazza si alzò di scatto scagliandosi con i presenti, dicendo: ” Ma andate tutti al diavolo…”

Ed uscì precipitosamente, un uomo cercò di fermarla gridando il suo nome: ” Gaia… fermati parliamo…”

Ma fu inutile, la porta si chiuse con un botto. In quel momento Giacomo agì d’ impulso uscendo in strada, Gaia era sul ciglio, cercando inutilmente di prendere un taxi, mentre la neve aveva già coperto tutto.

Le si avvicinò impacciato e le disse dandole subito del tu: ” Ti conviene metterti dall’ altra parte, è lì che di solito si fermano… Gaia pensò: ma guarda questo, di cosa si impiccia… e gli rispose: ” Grazie per l’ informazione, non sono del posto.”

A quel punto Giacomo continuò: ” Senti, siccome devo prenderlo pure io, ti aiuto.”

Finalmente dopo alcuni tentativi andati male, si fermò un taxi. Entrarono nell’ abitacolo infreddoliti e coperti di neve, l’ autista, chiese l’ indirizzo, Gaia rispose: ” Viale dei Pini, all’ hotel, Piuma d’ oro.”

Poi rivolgendosi a Giacomo gli chiese dove dovesse andare e lui rispose: ” Non ti preoccupare, sono di strada…”

Non poteva certo dirle che praticamente abitava vicino al bar ed era stata una scusa per conoscerla. Quella ragazza lo intricava ed era perfetta come protagonista del suo nuovo romanzo. Nell’ attimo di scendere lo ringraziò dandogli la mano, quel semplice tocco gli provocò un’ emozione intensa, come se fosse stato percorso dalla corrente elettrica. La vide sparire dietro la vetrata dell’ Hotel, ma era sicuro che non sarebbe finita, aveva intenzione di rivederla e l’ occasione si ripresentò subito, notò sul sedile la sua sciarpa e pensò di restituirgliela, intimò all’ autista di aspettare. Entrò nell’ Hotel, l’ uomo addetto alla reception era intento a controllare alcuni registri, Giacomo gli disse il motivo della sua presenza e l’ uomo gli chiese di attendere, fece una telefonata e poi gli disse: ” La signorina ha detto di salire, stanza ventitré.”

Gaia venne ad aprire con il viso macchiato di rimmel, segno che aveva pianto, si asciugò gli occhi dicendo: ” Sono proprio sbadata, grazie per avermela riportata, ci tengo particolarmente.”

Giacomo approfittò del momento rispondendole: ” Figurati per così poco ma ti vedo turbata, posso aiutarti? Sai sono un ottimo ascoltatore.”

Bastarono queste poche parole, che lei, gli si attaccò al collo piangendo a dirotto. Erano talmente vicini che lui sentiva il suo fiato caldo accarezzargli la pelle, questo gli procurò brividi di piacere, facendolo eccitare. Imbarazzato si scostò, ma le sue labbra erano ad un soffio dalle sue e fu semplice baciarla, fu un bacio dolcissimo, la lingua entrò nella sua bocca morbida, incontrando la sua e scatenando un insieme di emozioni indescrivibili.

Giacomo pensò che un bacio poteva essere l’ atto sessuale più completo, era intimo, intenso, coinvolgente e aveva scatenato dentro di sé una tempesta ormonale. Il vestito scivolò lentamente per terra lasciando un corpo nudo, acerbo, dalla pelle bianca e delicata. Il seno piccolo a forma di coppa di champagne, da cui si ergevano turgidi, i capezzoli eccitati e duri. Giacomo iniziò dolcemente a baciarli, mordicchiandoli e procurando in lei gemiti di piacere. Gaia lo stringeva a sé, allacciando le sue gambe intorno alle sue. A quel punto lui la sollevò adagiandola sul tavolo, le aprì le cosce lunghe e flessuose mettendo a nudo la vulva palpitante di desiderio. Le spalancò le labbra carnose e rosse, avvicinò la sua bocca iniziando a leccare, succhiando la clitoride, per poi penetrarla con la lingua sempre più velocemente.

ll viso di Gaia era estasiato dalla goduria, lo sguardo perso nell’ attimo. Giacomo la sentiva fremere pronta al culmine, a quel punto avvicinò la sua verga dura come un sasso verso la fessura e spingendo a piccoli colpi si fece strada entrando in fondo. I suoi colpi erano decisi e ritmati, aumentando sempre di forza e di fervore. Gaia, dentro era un fuoco che l’ avvolgeva come una piovra facendolo sussultare di piacere. Arrivarono all’ estasi all’ unisono, un orgasmo sublime e travolgente. Poi la richiesta inaspettata di Gaia: ” Resta a dormire con me, ho bisogno di calore.”

Giacomo non aveva nessuno che l’ aspettava ed in una serata come quella, la solitudine gli sembrava più pesante. Le disse scherzando: ” Visto che dovremo dividere il letto, almeno ci presentiamo, Giacomo, scrittore non di grande successo e lei signorina?”

Lei rispose: ” Gaia, modella ma non di grande successo…”

Scoppiarono a ridere. Giacomo pensava che era tutto così incredibile, fino a poche ore prima il suo unico pensiero era stata sua moglie ed ora quell’ incontro così strano.

Era sdraiata accanto a lui, completamente nuda, la guardava ammirato, il respiro regolare sollevava leggermente il bel seno, le curve del suo corpo erano così perfette ed armoniose ed i glutei tondi e invitanti. Aveva voglia di lei, la sfiorò appena con le labbra, scivolando sulla pelle setosa, indugiò sui seni e poi man mano più giù, si fermò sul ventre continuando a baciarla delicatamente, non voleva svegliarla, si infilò fra le sue gambe mentre la bocca cercava il solco intimo già bagnato.

Gaia non dormiva, sentiva il suo corpo in balia delle mani esperte, ma stava al suo gioco, era eccitante essere presa nel sonno. Infine la penetrò entrando nella cavità umida e caldissima, Gaia si inarcò verso di lui e lo spinse ancora più a sé. Voleva sentirlo in fondo, lo voleva tutto dentro.

La passione li travolse lasciandoli sfiniti ma appagati.

L’ indomani Giacomo se ne andò lasciandola addormentata aveva fretta di iniziare il suo nuovo romanzo, si sentiva carico e pronto nella sua nuova avventura. Non sapeva bene come iniziare ma il soggetto sarebbe stato sicuramente Gaia.

Aveva smesso di nevicare ma il traffico era rallentato per le evidenti difficoltà, Giacomo si trovava distante da casa, dall’ altra parte della città ed i mezzi pubblici erano stati sospesi, né tantomeno poteva sperare di trovare un taxi, così fu costretto a ritornare a casa a piedi.

Mentre percorreva l’ ultimo pezzo di strada gli si affiancò un’ auto, la donna aprì il finestrino dicendogli: ” Vedo che hai bisogno di un passaggio, salta su…”

Giacomo ebbe un tuffo al cuore, era Luna, più bella che mai, era l’ opposto di Gaia, bruna, con grandi occhi verdi, un corpo maturo e prosperoso, lui restò per un attimo confuso non sapeva se accettare, la conosceva bene era una mantide, affascinava chiunque avesse contatto con lei e poi li divorava nel corpo e nell’ anima. Ma alla sua insistenza non seppe resistere, lei si sedette al posto del viaggiatore lasciandolo guidare. Giacomo era a disagio, sentiva il suo buon profumo che lentamente lo stordiva, dopo lei iniziò ad accarezzargli i capelli dicendogli: ” Allora mio caro maritino come ti va?”

Avvicinandosi a lui in modo provocante, Giacomo rispose sgarbatamente: ” Smettila Luna, questa volta non attacca…”

Lei per niente intimorita gli si appiccicò ancora di più e poi gli poggiò una mano in mezzo alle gambe, a quel punto lui si irrigidì, provocandogli un’ erezione, Luna soddisfatta esclamò: ” Allora non ti sono indifferente…”

Giacomo cercò di scostare la mano ma lei non ne aveva la minima intenzione e continuò a stringerlo facendolo eccitare ancora di più. Sentiva il suo membro ingrossarsi a tal punto da fargli male. Luna lo liberò e cominciò ad accarezzarlo su e giù andando sempre più veloce, Giacomo non capì più niente, infine venne, schizzando tutto. Luna contenta di aver raggiunto il suo scopo gli disse sarcastica: “ Allora mi ami ancora?”

Giacomo arrabbiato con se stesso per aver ceduto alle sue lusinghe si fermò all’ improvviso a pochi metri da casa, scese sbattendo furiosamente lo sportello dicendo: “ Questa è stata l’ ultima volta…”

Arrivato a casa si riempì il bicchiere di whisky, era mattina ma aveva bisogno di qualcosa di forte. Lo bevve d’ un fiato e poi si lasciò cadere sul letto. Fissava il soffitto ed ancora perplesso per quello che gli era successo, quando suonarono alla porta, ma non aprì, non voleva vedere nessuno. Continuarono a bussare insistentemente, poi qualcuno entrò, Giacomo s’ alzò di scatto non poteva essere che Luna, sapeva che lei aveva ancora una copia delle chiavi, avrebbe dovuto cambiare serratura. Luna gli apparve più affascinante che mai, indossava la sua pelliccia nera ed il suo sguardo magnetico lo fissava malizioso, disse sfacciatamente: ” Pensavi di esserti liberato di me? Lo sai che quando voglio qualcosa me la prendo…”

Giacomo le urlò di andarsene ma lei si aprì la pelliccia dicendo: ” Sei sicuro…?”

Sotto portava solo un completino intimo bianco di pizzo molto succinto, era semplicemente splendida, statuaria… gli si avvicinò strusciando iniziando a baciargli il collo, il respiro si fece più veloce, l’ attrazione era tangibile, lui sapeva che doveva respingerla per non cadere nuovamente in quella spirale maledetta che lo stava distruggendo. Così la respinse gridando: ” Non ti voglio più vedere, hai calpestato la mia dignità, il mio amore, vattene, esci per sempre dalla mia casa e dalla mia vita!”

Luna stupita nel vederlo così sicuro e irremovibile si ricompose stizzita e sparì dietro la porta. Giacomo era tentato di richiamarla ma si trattenne ripensando a Gaia. Si rifugiò nel suo angolo preferito fra pile di libri, manoscritti mai spediti, e posaceneri pieni di mozziconi di sigarette.

Adesso aveva le idee chiare il suo nuovo lavoro sarebbe stato diverso, avrebbe scritto il suo primo romanzo erotico, voleva esprimere sulla carta le sue emozioni, i suoi turbamenti e soprattutto le sue tentazioni. Verso sera stava per concludere le prime tre pagine, quando ricevette una telefonata, accidenti pensò, ho dimenticato di spegnerlo. Il numero era sconosciuto rispose seccato quando la voce inconfondibile di Gaia gli disse: ” Scusa forse ti disturbo…”

Appena la riconobbe cambiò subito tono: ” Figurati… ti stavo pensando…” Gaia gli disse che siccome era in partenza avrebbe voluto salutarlo, Giacomo provò una fitta alla bocca dello stomaco e rispose: ” Ma come? Ho appena conosciuto un angelo e già vola via…“

Si diedero appuntamento nel suo appartamento, cercò inutilmente di fare un po’ d’ ordine, tanto era il marasma che regnava intorno da quando viveva da solo. Si fece una doccia e poi si guardò allo specchio, la barba lunga e gli occhi cerchiati tradivano il suo stato d’ animo, disse a se stesso: ” Certo che non ho proprio un bell’ aspetto… come farò a piacerle? Veramente non lo capisco…”

Mentre faceva tutte queste constatazioni arrivò Gaia, semplicemente deliziosa nei suoi jeans aderenti ed il maglione extra large che la copriva tutta, si sedette accavallando le lunghissime gambe, poi si mise in bocca una sigaretta tenendola fra le morbide e ben disegnate labbra, bastò questo piccolo gesto per far perdere la testa a Giacomo, che le si avvicinò togliendole la sigaretta di bocca e baciandola quasi soffocandola.

Presi dalla passione si tolsero tutto freneticamente, lasciando gli indumenti in giro e poi si rotolarono nudi sul tappeto. Il fuoco del caminetto illuminava i loro corpi avvinghiati, Giacomo sapeva come toccarla, entrava nei punti giusti con dolcezza e poi s’ addentrava sempre più allargando i suoi orifizi. Voleva qualcosa di più e quando capì che lei era d’ accordo, la girò a pancia in giù e s’ incuneò fra le gambe, cercò delicatamente di sfondare quel buco segreto, Gaia dapprima urlò di dolore ma poi, quando lui finalmente riuscì ad entrare, un piacere sconosciuto cominciò ad impossessarla, era fantastico sentirlo dentro che la prendeva con foga.

Giacomo adorava il sesso anale e farlo con Gaia era sublime, la irrorò di sperma, lanciando un grido di piacere. Era stato fantastico, i loro corpi fremevano dalla goduria, alla fine restarono così, abbracciati fino all’ indomani. Quando si svegliò Gaia non c’ era più, aveva lasciato un biglietto su cui c’ era scritto: alla prossima… e disegnato accanto, un cuore.

Giacomo sorrise e pensò al titolo del suo nuovo romanzo, l’ avrebbe intitolato: Romanzo piccante.

Era certo che sarebbe stato un grande successo.

Anna Rossi 09/02/2018 09:24 1 3915

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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«Quando leggo racconti di questo tenore non posso che elogiare il grande Giacomo che condivide le mie passioni. E’ un bel lavoro tessuto con ritmo, alla lettura mi distraggo pensando alla carica erotica dell’autrice che descrive minuziosamente gli aspetti goderecci di un sano e libero eros spinto volutamente all’hard.»
Francesco Rossi

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