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Per il mio compleanno ricevetti come regalo una bicicletta “Graziella”. Quell’ estate la passai girando sempre in bicicletta, all’ inizio con fatica, poi presi il via.
 Una mattina arrivai alla villa Fatti, oggi si chiama “ casa Buitoni”, prima ancora Paradiso oppure dell’ Anghiarina.
 Chi non conosce l’ Anghiarina? Il vero nome era Evangelista Martini, altisonante per una ragazza, nata nell’ 800, il giorno 24 giugno 1832: migliore Giovanna, in onore a San Giovanni Battista festeggiato proprio quel giorno; invece, a San Giovanni Evangelista e le misero Evangelista e la festa del Santo è il 27 dicembre.
 I due santi che avrebbero sostituito i Giano Bifronte. I guardiani dei solstizi. Evangelista era una ragazza molto bella con mire alte, innamorata e ricambiata dal marchese di Monterchi, un paese confinante con Anghiari; d’ ora in poi, si chiamerà Eva, suona meglio.
 La differenza sociale li divideva, lei era la figlia del loro fattore, un uomo molto stimato dai marchesi, ma sempre un plebeo. Eva voleva prendersi in mano la propria vita, Anghiari le stava stretto, così decise di ricattare il marchese innamorato, tanto lui non si decideva e lei non voleva perdere più tempo.
 La ragazza gli chiese dei soldi e precisamente cinquanta fiorini e la possibilità di andare a Roma come dama di compagnia di sua zia.
 La zia nobildonna sorella del padre, con un figlio, il quale abitava in Roma come ambasciatore del Gran Ducato di Toscana, ricongiungersi per stabilirsi con lui. Il piano della ragazza era ben preciso e riuscì nell’ intento.
 Infatti, partirono, con la carrozza una mattina di primavera, arrivando a destinazione dopo tre giorni. Il palazzo si presentò austero, conobbe il figlio scapolo, una cuoca dal nome Olimpia e il cocchiere.
 Il figlio ambasciatore. Un ragazzo brutto e grassoccio che alla vista di Evangelista fece una smorfia, non si scompose. Ignorò tanta bellezza, che meravigliò la ragazza. Scoprirà poi la sua omosessualità.
 Conclusione, per farla breve, Eva e la cuoca diventarono ottime amiche, la loro vita semplice con i lavori da eseguire, ormai i nobili avevano tirato un sospiro di sollievo poiché da poco destituita la seconda Repubblica Romana e tornata la vecchia normalità. Il breve vento del cambiamento fu soffocato e il Papa, tornato nella sua fastosa dimora al Quirinale.
 Al primo ricevimento che l’ ambasciatore diede in onore della madre, partecipò tutta la nobiltà romana, anche il principe Saverio Salvati. Un uomo avanti con gli anni sulla sessantina, conobbe Evangelista e s’ infatuò subito di lei. Fu lui che le diede il soprannome “ Anghiarina” e facendole una corte serrata. Le propose di diventare la sua amante, senza giri di parole e la ragazza, accettò. Il principe le comprò una casa e assunse Olimpia e il cocchiere, come desiderio di Eva.
 Tutto questo durò qualche anno, la ragazza era molto giovane, appena diciottenne quando iniziò la relazione e voleva trarne da subito il massimo del beneficio risparmiando e mettendo i soldi in banca. Si organizzerà, con l’ aiuto di Olimpia pratica dei luoghi e di come girava il mondo vicino al luogo di culto. Trovarono un locale in via della Conciliazione, oggi. Ieri nel rione Borgo Pio. Il locale ubicato nei pressi della chiesa, alla fine della piazza San Pietro, un paradosso per i santi e i culti che uscivano dalla bocca dei fedeli per chiedere perdono della lussuria che si intratteneva in quei luoghi di perdizione. Uno stabile a tre piani, in pessime condizioni, ma con la posizione ottima per avviare una casa di tolleranza. Intanto il Principe mise gli occhi su un’ altra ragazza più giovane ed Eva, ormai è noto che l’ uomo desidera sempre carne fresca e la miseria, un’ ottima opportunità per elargirla. Eva, per nulla rammaricata, ottenne una buona uscita: l’ abitazione e dei soldi. Libera da ogni vincolo e autonoma, prese un prestito in banca per finire i lavori allo stabile e comprare gli arredi, potendo iniziare l’ attività al postribolo. Olimpia, la sua amica fidata, faceva la dirigente, le ragazze erano cinque all’ inizio tutte sotto i venti anni, in regola e pagavano le tasse. Lo Stato Pontificio con quei soldi provvedeva alla manutenzione delle strade e all’ illuminazione.
 Eva, non si prostituiva, la sua presenza nel bordello solo per brevi visite, pensava a tutto Olimpia e gli affari andavano bene. Ben presto comprarono un altro edificio. Inviava soldi a casa, aiutava la sua famiglia, anche se loro l’ avevano bandita, però i soldi li prendevano. La sua fama arrivava molto prima delle notizie e spesso molto falsata come del resto tutti i pettegolezzi sempre gonfiati. I genitori soffrivano per la mancanza, ma l’ orgoglio si sa è un brutto consigliere. 
 Arrivò un giorno una notifica con l’ invito di presentarsi dal segretario pontificio, per comunicazioni urgenti. 
 Il Papa voleva riscattare lo stabile, per fare cessare l’ attività, quel postribolo disturbava l’ imminente Concilio che PIO IX stava organizzando.

Le offrirono la somma di novantamila lire, valeva di più, pagarono solo la nuda proprietà, non ci furono conciliazioni. Abolire quel meretricio.
 Eva possedeva un altro bordello in un’ altra zona, acquistato in secondo tempo con i guadagni fruttuosi e anche questo molto proficuo, la clientela, soldati, nobiluomini e prelati. La cifra datole dal Vaticano fu una parte investita nell’ acquisto di terreni ai Parioli, per l’ esattezza un importo di ventimila lire, fiutò molto bene l’ affare e dopo un anno il capitale arrivò a trecentomila lire. Prese la decisione di tornare alla terra natia. Intanto i suoi genitori erano morti e non li aveva più rivisti. Un fratello si era fatto vivo per comunicarle il lutto. Anche l’ altro fratello era morto, entrambi più grandi di lei e rappacificatosi con quello rimasto in vita, anzi l’ aiutò per comprare una fattoria nella zona di Anghiari, e l’ incaricò di trovare una suntuosa dimora nelle vicinanze del paese. 
 Egli trovò una villa costruita sulle colline di Sansepolcro, quelle che sono raffigurate nella Resurrezione di Piero Della Francesca. Edificata da inglesi, e poi pentiti, hanno venduto subito alla cifra di ventimila lire. Cifre esorbitanti per l’ epoca. L’ Italia unita e con la lira molto forte, moneta entrata in vigore il 24 agosto 1862 Vittorio Emanuele II firmò la legge di unificazione del sistema monetario. La lira italiana sostituiva le monete precedenti e iniziava la sua storia, che sarebbe durata sino all’ introduzione dell’ euro.

Tornò a casa in Toscana, ormai Italia, unione avvenuta qualche anno prima, la donna prese il treno dalla stazione Termini, fino ad Arezzo, qui cambiò per il locale, fino a Sansepolcro.
 Si stabilì nella villa con il cocchiere, Olimpia era morta e sepolta al Cimitero “ Verano”, come desiderio della donna. Un monumento funebre e la sua scritta, l’ amica inconsolabile pose. All’ epoca le donne curiali non potevano essere sepolte in suoli consacrati ma fuori le mura delle città, ma con i soldi si ottiene tutto, come sempre.
 Iniziò la sua nuova vita, si prodigò nel fare beneficenza. Le persone anche nella cittadina storcevano il naso, non riuscivano a cogliere l’ umanità, ma solo la donna di facili costumi. Eva tornava spesso ad Anghiari, si metteva alla guida di un piccolo calesse, procurando altro scalpore: una donna che conduce come un uomo. Ad Anghiari fece costruire prima una casa di cura, con la cifra di quarantamila lire e donò al Comune la somma di centocinquanta mila lire.
 Sola, con il dito sempre puntato, non fu mai accettata, morì in un incidente con il calesse ritornando da Anghiari nel 1902.
 Oggi è ricordata con un busto di marmo sotto la Chiesa dell’ ospedale che fece erigere, si nota una signora avanti con gli anni. Una storia che ha attraversato quasi tutto l’ Ottocento e il periodo storico importante, dal Gran Ducato di Toscana con i fiorini come moneta, allo Stato Pontificio con i Paoli e gli scudi e i papetti arrivando alla Lira con l’ Unità d’ Italia. Una donna intelligente e con il fiuto per gli affari e pochi amori, oltre il marchese, il principe che non amava, s’ innamorò di un garzone che mantenne un po‘, poi fu ucciso. Viveva di espedienti. Il suo grande amore fu un ufficiale del Regno di Savoia, uomo sposato.
 Fu la prima Villa che vidi, solo esternamente, abitata dai Fatti, ormai anziani venuti dall’ Africa del sud e guadagnato i soldi con i diamanti.

 Anche questo fatto è incerto, forse con i tessuti, non sono riuscita a trovare notizie certe. Ormai in sella a quella bicicletta io mi recavo ovunque. Al lavoro, in giro, sempre a scoprire il mondo intorno a me. Non è un segreto che a me piace la storia e tutto quello che le gira intorno. Vivevo la mia vita immersa nei miei sogni e sulla mia macchina temporale, mi piacevano le storie misteriose avvenute in tempi d’ intrighi come quello di Lucrezia Borgia. Quest’ ultima non era come descritta, sempre un maschio egocentrico intingeva la penna su dicerie e le gonfiava.


Annamaria Gennaioli 22/11/2017 15:39 1084

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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Nota dell'autore:
«Frammenti di storie, racconti lontani, vissuti di donne dimenticate, ma le storie si ripetono sempre cambiano forma ma il dito puntato è sempre quello di un maschio egocentrico oppure di una donna frustrata.»

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