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Questo racconto è inserito in:
 Parte 6 della raccolta "Satyricon Now " di paolo corinto tiberio (13 racconti)

Satyricon Now (6) - La Catastrofe Globale

Comicità e Satira

CAPITOLO X – La Catastrofe Globale

Ma lo Spadaccini subito si alza da dove sta seduto e va a dargli il suo bacio accademico a quel fenomeno dantesco… che gli stringe la mano e gli fa i complimenti… e anche gli altri… che ci sembra la discussione di una tesi di laurea, quella, alla fine… frattanto i camerieri cominciano a servirci i ravioli ripieni di ricotta… e così un po’ tutti riprendiamo le nostre postazioni, là, a quel simposio… e riprendiamo anche a smuovere le mascelle… che le chiacchiere passano al gran caldo infernale di quei giorni… che ci è poi così insopportabile, e ognuno si dice la sua, riguardo a quell’ afa asfissiante… che non ci sono più le mezze stagioni… che non c’è più religione… che nemmeno i santi perciò ci aiutano… ma che prima invece, ci bastava una processione per pioverci a dirotto, o per non grandinarci, lì, sull’ uva della vendemmia, o per farci uscire il sole, infine, se ci tornava utile… che gesù cristo vede e provvede fino a tre ore di notte, ma che poi dobbiamo sbracciarci noi, se vogliamo salvarci il sedere… che nel finale del film nostro ci è di sicuro il disfacimento, la disordinazione precipitosa degli elementi… che non si stanno più dove si devono stare… insomma, che è l’ entropia che ci aumenta la temperatura e che invece di farci ci disfa, così, come una pera cotta… ma uno poi che sta lì a parlarci, si alza la sua voce più forte degli altri, che ci dice “ Ma insomma, una cosa deve starci bene inchiodata in testa, certa e vera… che la temperatura media su questo pallone gonfiato su cui ci stiamo con i piedi sopra è aumentata… punto… e che continua a crescere se non si dà un taglio netto all’ emissione di anidride carbonica… punto… che lo dobbiamo alla concentrazione nell’ atmosfera di questo gas, il cosiddetto effetto serra… che poi sarebbe questo… che il di più di ci o due nell’ aria ci intercetta, come fa uno schermo, il calore emesso dalla massa della terra, che non se ne va più nello spazio esterno, ma ci ritorna, come il setaccio, invece, indietro… e ce lo possiamo pensare come ad una serra questo mondo così affocato… e ci sarà un casino specialmente nel duemilatrenta, quando raddoppierà l’ emissione, che saremo tutti un po’ fritti, quasi… ma non è solo l’ anidride carbonica che ci fa il cattivo servizio ai polmoni nostri… anche l’ ossido di carbonio che scorreggia dai tubi di scappamento, puzza da farci morire soffocati… e inoltre c’è il cloro, con tutta la sua bella famigliola di cieffecì, che ci mette in pericolo l’ ozono… che se si assottiglia quello strato e ci si fa il buco, il sole ci si mangia vivi, a noialtri… che già non si contano più i tumori della pelle che ci sono in giro, in tutto il pianeta… insomma, nel duemilatrenta, quando la febbre della terra salirà più di due gradi, altro che convulsioni!… ma povero è chi è bambino adesso, dico io, che noi asini vecchi saremo già, chissà, a fare la terra per i ceci”… ma interviene un altro che gli dice “ Ma è che già ce lo stiamo vivendo un po’, noi, la nostra piccola catastrofe odierna… che il mio povero cugino, l’ Acciavatti, non ce l’ ha mica ritrovato il suo stabilimento balneare, lì, sulla spiaggia… ma che se l’è portato via il mare, un pezzo alla volta… che l’ acqua già ci sale al ginocchio, quasi… ma sulle montagne vediamo più quelle belle e abbondanti nevicate di un tempo?... che ti ci dovevi scavare la tua galleria con la pala, se volevi uscirci di casa, per quanta ne buttava il cielo… ma sono anni ormai che l’ inverno non ci fa scendere che una leggiera spolveratina, una spruzzatina piccola piccola che non ci dura nemmeno un giorno… e anche il Gran Sasso poi, non ci ha più il suo ghiacciaio… ma è rimasto solo un grosso buco vuoto, dove prima c’ era un nevaio perenne…

CAPITOLO XI

Ma un altro ci aggiunge queste cose “ Ma ci pensate voi che duemila anni fa il numero degli uomini sulla terra era di appena duecentocinquanta milioni, individuo più individuo meno?… e che ci sono voluti la bellezza di sedici secoli, alla popolazione, per raddoppiarsi?... cioè nel milleseicentocinquanta eravamo solo cinquecento milioni, da non crederci… ma che sono bastati appena due secoli per raddoppiarsi ancora e arrivare al miliardo tondo… e c’è voluto meno di un secolo per arrivare ai due miliardi, nel millenovecentocinquanta… e che ne contiamo più di sei miliardi, oggi, nel duemila e passa… che mi sembra la favoletta di Sissa Nassir che ci perde la testa sulla scacchiera degli scacchi… che il re non ce lo aveva mica tutto quel grano da dargli… ma che una volta detta, però, la parola di un re non ritorna certo indietro… così ha dovuto risolvere il suo problemuccio alla radice… povero Sissa Nassir… che il succo è proprio che ci sono dei limiti ben precisi alla proliferazione della prole su questa terra… che se anche ce la trasformiamo in una successione interminabile di campi di grano, granturco, patate… o in piantagioni di banane o datteri o di riso… o in sterminati vivai di pesci o di alghe commestibili, non ci sarebbe ugualmente il pane per tutti, per troppi che ne saremo, domani… ma allora ci è aumentata la capacità di procreare, forse?… facciamo tremare i letti più che una volta, allora?... ma nemmeno per sogno, che la paresi, oggi, ce l’ abbiamo solo in camera da letto, a quel che sento… ma è perché non ci sono più guerre né epidemie che falciano i popoli… e la scienza medica, in più, ci è progredita così tanto, da farci arrivare ai nostri bei settantacinque anni e passa di vita media… che anche il sistema pensionistico, infine, è entrato in crisi per questa lunga longevità”… ma un altro dice ancora “ Ma bisogna che ci arriviamo sani, ma via, anche un po’ sciancati a quest’ età media, non in carrozzella o in orizzontale… ma come fai, dico io, ad arrivarci un po’ sano, tu, ai settant’ anni, se ti convivi tutti i giorni con una flora di florosilicati?... che ti pasticci con i cascami di pesticidi e fitofarmaci?… l’ atranzina, ormai, ti è diventata indispensabile come le vitamine, così che te la assumi nel cibo al venti per cento… ci hai cotidianamente il tuo commercio con residui di prodotti farmaceutici, moltiplicati a dismisura poiché ci assicurano la longevità… sei prossimano ignaro a resine e solventi tossici… o ai fanghi o alle scorie radioattive o batteriologiche… insomma, prendendo per buono questo sistema ambientale, uno scienziato medio potrebbe cavarci il profilo della nostra evoluzione futura, se ci sarà, magari….” così la discussione ci va avanti per un po’, che la Di Camillo alla fine ci tira il suo succo, che ci dice “ Ma non è mica da oggi che va avanti questa querella… che ce la trasciniamo dalla metà del settecento, quasi… quando si cominciò a ragionare sulla formazione dei continenti… già allora c’ era chi diceva che le cose avvenivano per convulsioni catastrofiche… e questi qui erano i catastrofisti… e c’ era chi affermava invece che le cose accadevano gradualmente… che le cause operanti nel passato non erano per niente dissimili da quelle di oggi… vi erano anche quelli che prendevano spunto dalla Bibbia, i diluvialisti… ma insomma, per farla breve, già alla metà dell’ ottocento pochissimi erano i sostenitori di diluvi e catastrofi… ma è che questo dibattito ci ritorna oggi riguardo alle estinzioni di massa cicliche… che pare ce ne siano state cinque o sei sulla terra… e in quella famosa, tra il cretaceo e il terziario, ci siamo persi, come tutti sanno, i dinosauri… che è stato un asteroide, poi, che ha colpito il pianeta e così buuum… si è alzato un polverone tale da oscurarci per molto tempo il sole, così che assieme ai sauri se ne sono andati a farsi friggere intere famiglie e ordini di piante e animali… ma c’è chi dice invece che è l’ oscillazione del sistema solare rispetto al piano della galassia che ci è proprio catastrofico… che ci si variano i raggi cosmici e addio… ma se il nostro D’ Antonio ne ha voglia, ce lo reciterà lui, che ci sta lavorando da anni, un pezzettino del suo poema sulla natura… che ho già letto un po’ di roba, io, e vi posso dire che vale la pena starlo a sentire… allora tutti lo preghiamo a quel lucrezio lì di declamarci qualcosina… così che dopo un poco si alza come un prete che fa l’ oremus e attacca con questi piedi sesquipedali


paolo corinto tiberio 03/04/2015 09:35 965

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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Nota dell'autore:
«satira menippea»

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paolo corinto tiberio ha pubblicato in:

Libro di poesieAnime in versi
Autori Vari
Antologia degli autori del sito Scrivere

Pagine: 132 - € 10,00
Anno: 2012 - ISBN: 9781471686061


Libri di poesia

Ritratto di paolo corinto tiberio:
paolo corinto tiberio
 I suoi 24 racconti

Il primo racconto pubblicato:
 
Per grazia ricevuta (30/05/2011)

L'ultimo racconto pubblicato:
 
SATYRICON NOW - La Ricomposizione (15/11/2018)

Una proposta:
 
SATYRICON NOW - La Ricomposizione (15/11/2018)

Il racconto più letto:
 
Per grazia ricevuta (30/05/2011, 2884 letture)


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