PASSI NEL BUIO
Il cielo era grigio plumbeo, e un'aria frizzante scompigliava i biondi capelli di Federica che affrettando il passo per non rimanere sotto la pioggia, si dirigeva al negozio di erboristeria, per comperare le solite tisane, che da mesi ormai faceva uso, per dormire alla notte.
Già, perchè da quel giorno maledetto, faceva molta fatica ad addormentarsi, e anche durante la notte, frequentemente si svegliava madida di sudore, e con il cuore che pareva volesse uscire dal suo petto, si sedeva sul letto e non poteva fare a meno di pensare, pensare e ripensare a quello che le era capitato...
Tornando a casa dal lavoro, era felice quella sera, perchè Alberto le aveva detto che voleva invitarla a cena nel fine settimana, e fantasticando l'incontro tanto sperato non se ne accorse che la stavano seguendo una coppia di uomini, o due ragazzi, non vide bene chi fossero, ma non fece in tempo a rendersi conto del pericolo che si sentì afferrare per le spalle, e una mano forte le tappò la bocca quasi soffocandola. Tutto si svolse come in un incubo, lei si sentiva morire, mentre quei due ceffi abusavano di lei lasciandola semi svenuta sull'erba...
Piangendo disperata e aggiustandosi alla meglio, corse verso una farmacia che non si trovava molto lontano, spiegando quello che le era successo, dopo poco vide arrivare una ambulanza che la portò all'ospedale e lì perse i sensi. Stette ricoverata per un tempo indefinito, non ricordava quanto, solo ricorda di essersi svegliata in una cameretta singola, vicino a lei c'era sua madre.
Ci vollero mesi e mesi di psicoterapia, e tanta sofferenza prima di tornare la ragazza di prima, o quasi, la ragazza di prima... Ma nulla fù come prima, nemmeno il suo rapporto con Alberto, che dopo che seppe dell'accaduto, guarda caso, non l'aveva più invitata a cena... Dentro di lei si era formata una barriera, che non lasciava trapelare nessun sentimento, solo uno forse, la rabbia, la voglia di vendicarsi, la voglia di far pagare a quei disgraziati l'averle rovinato la vita.
Tutte le sere percorreva la stessa strada, e si guardava attorno, VOLEVA, RIVEDERE LE FACCE DI QUEI DUE, voleva che la fermassero di nuovo....lo voleva disperatamente, perchè questa volta non l'avrebbero trovata impreparata, questa volta non l'avrebbero passata liscia!
Passò altro tempo, finche una sera, sentì dietro di lei dei passi, come "quella" sera, quella sera maledetta... fece finta di niente, continuò a camminare mentre il cuore le saliva alla gola. Tutto accadde in pochi attimi. Quando i due uomini la bloccarono e uno di loro le disse con un ghigno: "Pare che ci vuoi riprovare, eh bella?" lei fulminea, estrasse una piccola pistola dalla sua scollatura, sparò loro tutti i colpi che c'erano dentro, era una pistola che portava con se, proprio per scaricarla addosso a quelle larve umane, che caddero a terra in una pozza di sangue, li guardò impassibile, e tirando fuori il cellulare dalla sua borsa fece il numero dei carabinieri:
---Pronto, venite subito, ho ammazzato due uomini...
F I N E