Il destino, quello che in antichità rappresentava “ il fato”, una entità concettuale che si concretizzava nella vita reale di ogni uomo, anche sulla mia vita ha svolto un ruolo importante, inizialmente negativo, dalla mia nascita, e poi a poco poco, positivo man mano che crescevo. Io qui vi voglio raccontare dell’ influenza che esso ha avuto sul mio modo di concepire l’ amicizia tra gli uomini e soprattutto tra due popoli usciti distrutti e vinti da una guerra terribile, cioè la seconda guerra mondiale.
Il caso ha voluto che in seconda media dovessi frequentare il corso di lingua tedesca in alternativa a quello di lingua inglese molto più ambito ed a numero chiuso, altrimenti avrei dovuto cambiare classe e lasciare i compagni ed i professori della prima media a cui mi ero già affezionato.
Non volli, ed il corso iniziò con altri dieci compagni, sei donne e quattro maschi, con un professore di tedesco. C’ era poi la curiosità di conoscere la lingua, la letteratura, il pensiero di un popolo che con il nazismo aveva creato tanti danni all’ Europa ed anche all’ Italia che era stata sua alleata con il fascismo. Gli argomenti storici e quelli politici sia del passato che del presente, infatti non venivano mai toccati ne commentati in classe ed io non riuscivo a capirne il perché (ad esempio, la rivoluzione ungherese del 56 di cui si ascoltava tutto alla radio mi sarebbe piaciuto che venisse commentata dai professori, e di questo io ne soffrivo perché avrei voluto conoscerne le cause e le conseguenze). Mi rivolgevo quindi a mia madre che mi spiegava gli orrori di ogni guerra e di quello che il regime nazista e quello fascista avevano provocato in Europa durante la seconda guerra mondiale, per cui il popolo tedesco era considerato come un popolo, per sua natura e carattere, predisposto alla guerra e pertanto si aveva molta prevenzione sulla sua cultura.
Pur essendo molto giovane, avevo tredici anni, dentro di me sentivo che bisognava guardare al futuro ad una nuova Europa, partendo da nuovi rapporti di amicizia e conoscenza iniziando dal basso, cioè con i rapporti tra cittadini dei diversi paesi e delle loro famiglie, cercando di non dimenticare il passato ma tenerlo vivo nella memoria come monito di cambiamento per la nuova Europa. Quindi fui molto contento di iniziare una corrispondenza con un ragazzo tedesco coetaneo di nome Willibald (che io pensavo fosse il cognome non sapendo che i Germania esiste S. Willibald) e che abitava in un paesino di pochi abitanti nel Palatinato vicino Bad Kreuznach . Tale corrispondenza iniziata nel 1954 è durata fino al 1959. Poi c’è stato un lungo periodo nel quale ciascuno di noi ha continuato la sua vita, il compimento degli studi, l’ impiego in un lavoro, il matrimonio, la famiglia, la nascita dei figli.
Durante un’ estate nel mese di agosto del 1972 mentre trascorrevo le mie vacanze ad Agerola cittadina montana sulla penisola sorrentino- amalfitana (il cui territorio era denominato “ la Svizzera italiana “ al sud) inviai a Willibald una cartolina della zona invitandolo ad aggiornarci sul periodo di lunga assenza passato senza più contatti ed a conoscerci personalmente con uno scambio di visite nei rispettivi paesi d’ origine. La risposta fu immediata e ci aggiornammo su tutto ciò che era accaduto e cambiato nella vita di ciascuno. Io per la prima volta mi recai con la mia famiglia in Germania e fui accolto con una grande ospitalità nella sua bella casa di sua proprietà. Mi portò a conoscere tutte le località viciniori, i boschi, cittadine piccole e grandi come Michelstadt, Trifels, l’ Hunsrück, Heidelberg, Darmstadt e tanti luoghi e borghi tedeschi importanti dal punto di vista storico ed artistico. Ricordo in particolare la gita sul fiume Reno da Bingen fino a Boppard. Un’ esperienza bellissima come primo viaggio all’ estero con una guida di eccezione. Successivamente nel tempo ci siamo scambiate più visite, mostrandomi Willibald le bellezze della sua regione, la Renania- Palatinato e di quelle vicine ed io portandolo in giro nelle località più belle e conosciute della Campania. Una sincera amicizia veramente profonda tanto che a Waltraud sua moglie venivano le lacrime agli occhi quando andavamo via ed io e mia moglie prima di prendere la strada del ritorno in Italia le facevamo pervenire un mazzo di fiori per ringraziarla dell’ ospitalità ricevuta.
Poi Willibald purtroppo morì per problemi di cuore, ma la nostra amicizia è continuata dopo la sua morte con Waltraud ed i suoi tre figli, per cui è ritornata a Napoli e le ho fatto visitare come suo desiderio anche Roma . La figlia seguendo le orme del padre, insegnante e direttore del coro locale, è diventata anche lei un insegnante di scuole superiori, poi una brava pianista e direttrice di coro. Gli altri due figli, hanno trovato un lavoro stabile, e quest’ anno Waltraud è diventata nonna con il primo nipotino avuto dal primo figlio grande che si è sposato. Ora che abbiamo raggiunto entrambi una certa età ci sentiamo telefonicamente e per email, informandoci su quello che cambia nella vita delle nostre famiglie. Concludo dicendo che questa è stata nella mia vita un’ esperienza bellissima e di questa esperienza ne ho nitido il ricordo conservadone la documentazione epistolare e fotografica cominciando dalla prima lettera scritta a Willibald fino all’ ultima cartolina di auguri ricevuta per il mio compleanno quest’ anno da Waltraud. Proprio come. se fossimo diventati dei parenti. Penso che alla fine mi sarei comportato nello stesso modo con un altra famiglia europea se avessi studiato l’ inglese, il francese, o lo spagnolo. L’ amicizia tedesca mi è servita per imparare meglio la lingua studiata. Ma c’è di questa mia storia anche un altro risvolto: quello della rivalsa che ho voluto prendermi nei confronti della professoressa di tedesco della terza media passata anche al ginnasio, la quale per partito preso non mi dava mai un buon voto e nelle interrogazioni mi metteva sempre in difficoltà di fronte ai miei compagni. Una volta mi feci aiutare da una signora tedesca a fare una versione a casa come compito dall’ italiano in tedesco, risultato: mi diede ancora una volta un bel quattro. Dopo il ginnasio ho continuato, da solo,, a studiare la lingua tedesca al Goethe Institut con corsi di conversazione ed altro e sono contento che adesso tra miei iniziali compagni di scuola forse sono l’ unico che legge e parla il tedesco, certo non in modo perfetto ma abbastanza corretto alla faccia della mia professoressa che, pace all’ anima sua, morì durante un viaggio di vacanza in estremo oriente per una malattia infettiva presa proprio sul posto. Dopo questo breve ma significativo inciso, tornando all’ Europa devo dire che purtroppo oggi le relazioni tra i popoli partono dall’ alto e vengono regolate in base a criteri di opportunità economiche finanziarie, per cui ciò che si è costruito faticosamente per una unione anche politica, in men che non si dica si può disgregare e farci ritornate allo “ status quo ante “. Infatti l’ economia mondiale ed i suoi potentati attuano un regola ben nota all’ antichità che recita: “ Divide et impera! “ che significa " Dividi e governa". Questo motto attribuito a Filippo il Macedone fu poi esplicitato per la prima volta per descrivere una tecnica socio- politica romana- adottato nella gestione del potere della Roma antica. Il grande filosofo napoletano Gian Battista Vico diceva cha la storia si ripete sempre.