In un grande prato, sotto una collina, vivevano con spensieratezza tante specie d'insetti.
Farfalle, coccinelle, ragni, cavallette, formiche, api, grilli, cicale e lucciole condividevano il quieto vivere. La vita scorreva tranquilla perché il luogo era lontano dalla città e non era frequentato dall'uomo, considerato il nemico numero uno da tutti gli insetti.
Ogni stagione aveva qualcosa di magico, ma quelle preferite da tutti erano la primavera e l'estate, con giornate lunghe e soleggiate.
Le farfalle coloravano l'aria con l'allegro svolazzare e posandosi di fiore in fiore permettevano il processo dell'impollinazione, fase indispensabile per la riproduzione delle piante.
Le coccinelle erano rispettate e onorate dagli abitanti del prato per la loro risaputa nomina di portafortuna. Il tondo corpo rosso con pallini neri era un simbolo di prosperità riconosciuto da tutti.
I ragni, oltre che artisti della natura per la bravura nel tessere la tela, erano considerati preziosi anche come difensori del prato, con la loro ragnatela imprigionavano gli intrusi, un pasto anche utile che veniva assaporato con soddisfazione.
Le cavallette, con il prestante corpo longilineo, erano temute e rispettate dagli abitanti del prato e alle quali veniva riconosciuta l'autorità di organizzare la vita sociale a tutta la comunità.
Le formiche erano sempre disponibili ad aiutare chiunque. Se la pioggia allagava il terreno facevano un ponte con i loro corpi per permettere a tutti di passare da un posto all'altro senza rischio di affogare. La loro grande forza era l'unione ed erano da esempio per tutti gli insetti di quanto fosse importante la fratellanza per riuscire a raggiungere il benessere comune.
Le api con il loro infaticabile lavoro producevano un dolce nettare, ottima bevanda distribuita nelle feste del prato che si facevano quasi tutte le sere.
I grilli e le cicale allietavano le giornate con l'instancabile canto, una melodia che cambiava secondo di chi iniziava a suonare per primo, fino a sera, quando al calar del sole le lucciole accendevano il prato di stelle con la loro luce.
Era meravigliosa la vita in un'atmosfera di ordine e magia, ognuno aveva il suo compito da mandare avanti nel rispetto di tutti.
Ma in un giorno qualunque l'armonia fu sconvolta, un gruppo di ragazzi invasero il prato iniziando a dare calci ad un pallone.
Le farfalle impaurite volavano qua e là non sapendo più dove posarsi perché, calpestati dai ragazzi, i fiori che fino a poco prima sprizzavano di vita, versavano in terra esanimi.
Le tane delle formiche erano invase da terra e tante di loro sparse qua e là morte schiacciate.
I poveri grilli impazziti di paura non riuscivano più a cantare.
Zampa Lunga, capo delle cavallette, riunì tutti gli abitanti del prato per prendere una decisione urgente sul da farsi.
"Cari concittadini, la situazione è molto critica, dobbiamo adottare una strategia per scacciare gli invasori dalla nostra terra. Ognuno di voi avrà un compito da portare avanti. Ho elaborato un piano per riconquistarci la libertà".
Prese la parola l'ape regina Gessy. "Hai ragione, non dobbiamo permettere a nessuno di invadere il nostro prato, che vadano a giocare da un'altra parte".
Un coro unanime si alzò in cielo "Siiiii, cacciamo gli invasori".
"Naturalmente ci vorrà molta pazienza, le cose fatte di fretta non riescono mai bene. Dobbiamo agire con intelligenza" disse Zampa Lunga.
"Dicci cosa dobbiamo fare e noi lo faremo" intervenne il Ragno detto Guadagno.
Rispose il grillo Parlante "Tutti noi faremo la nostra parte, è in gioco la nostra stessa esistenza".
Così il giorno dopo, quando i ragazzi tornarono sul campo, trovarono una brutta sorpresa. Il verde del prato era diventato una terriccio scomposto, le instancabili formiche durante la notte avevano smosso tutta la terra. I ragazzi, anche se sconsolati, iniziarono a tirare calci al pallone per tutta la mattina.
Zampa Lunga riunì di nuovo tutti gli abitanti del prato.
"Come immaginavo non è bastata questa strategia per allontanare il nemico dal campo, ora passiamo alle maniere forti. Domani tocca a voi api, farete quello che vi riesce meglio e vediamo se basta per convincerli a cambiare aria" enunciò agguerrito.
L'ape regina assentì dicendo "Non vediamo l'ora, non è vero compagne? Faremo in modo di farli ragionare per merito dei nostri pungiglioni".
Un coro unanime si alzò in alto "Siiiii, cacciamo gli invasori".
Il giorno seguente, appena i ragazzi arrivarono al campo sentirono un rumore strano "zzz, zzz, zzz" e subito dopo cominciarono a correre e a scuotere le mani in aria e in un lampo sparirono.
Sembrava che finalmente la tattica adottata avesse portato i frutti desiderati, ma dopo poco ecco che tornarono i ragazzi come se niente fosse successo.
Zampa Lunga riunì di nuovo tutti.
"Grrrrr, la pazienza sarà il nostro forte, non dobbiamo mollare. Tenetevi pronte formichine, domani è il vostro turno" annunciò con determinazione.
La mattina successiva, nascoste nelle loro tane, le formiche divise in due gruppi erano pronte ad agire. All'arrivo dei ragazzi, il primo gruppo si infilo nei vestiti e il secondo gruppo nelle merende.
A fine partita quando andarono a prendere i panini trovarono la brutta sorpresa.
"Sono pieni di formiche, che schifo!" disse Carlo gettando via la merenda e imitato da tutti gli altri.
"Anche nei vestiti ci sono formiche, è un'invasione" replicò Gianni sbattendo all'aria la maglia per cercare di liberarla dalle minuscole intruse.
In quel mentre le api iniziarono a ronzare "zzz, zzz, zzz," e a pungere i ragazzi che a gambe levate scapparono in fretta e furia.
"Filiamocela, questo non è un posto tranquillo per giocare, qui non siamo ben accetti, troviamo un altro posto più tranquillo vicino casa" gridava Gianni seguito da tutta la banda.
Zampa Lunga prese la parola.
"Questa sera cari fratelli dobbiamo festeggiare alla grande, finalmente la strategia, unita alla tenacia, ha dato i suoi frutti, l'invasore è stato scacciato" annunciò soddisfatto Zampa Lunga.
"Evviva!!!!!" si alzò un coro unanime di allegria.
Quella sera i grilli e le cicale intonarono un'unica sinfonia, le lucciole brillarono più che mai, le farfalle colorarono la notte, le formiche ballarono avvinghiate e tanto, tanto miele a tutti per brindare alla vittoria!